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«ecco...come posso aiutarla?»
il ragazzo di fronte a lui lo squadró, anche se lo aveva notato mentre gli veniva in contro.
Il ragazzo dai capelli verdi aspettava una risposta il prima possibile.
«posso avere un aperitivo? Sa, quello con le noccioline, lo sprits...»
«Certo» gli fece vedere un sorriso stanco. Stava li da molto tempo e forse fare due chiacchiere con lui non avrebbe dato alcun problema.
Anche il solo parlare con qualcun'altro per il ragazzo era qualcosa di trascendentale. Pensava sempre alle parole di suo padre, della promessa sposa che non aveva intenzione di conoscere.
Sapeva solo che si chiamava Momo. E non voleva sapere altro. Alla prossima cena in famiglia non sarebbe andato.
«ecco il suo aperitivo.»
Todoroki aveva già un idea del prezzo, così diede i soldi, e quando vide l'espressione del cameriere, capi di averne dati un po' in più rispetto al prezzo normale, ma decise di essere gentile, quella sera.
«tenga il resto.»
Il ragazzo sorrise, sempre con quel tono stanco, e posò nella cassa quell'incasso così esorbitante.
«Allora, questo è il suo ultimo turno?»
Evidentemente il ragazzo non era abituato a parlare con chi veniva li, quindi si ritrasse.
«Avete un bel po' di clientela anche a quest'ora, e per di più inter-settimanale. Allora credo che i soldi qui siano abbastanza per campare»
Sempre non rispose. Anzi, sembrava parecchio impaurito.
Sembrava come se volesse rispondere, ma qualcosa lo frenava.
«Uhm, non penso di essere stato scortese con te. Potresti rispondermi?»
Il ragazzo di avvicinò al cliente.
«Che... che cosa vuole che le faccia?»
Todoroki stava per sputare quel buon crodino.
«come scusi?» fu l'unica cosa che riuscì a dire.
«Non...non vuole...portarmi a casa sua?»
«o mio dio, no!» Todoroki si sentì offeso, ma capi solo allora la paura del ragazzo.
«insomma, lei è un alpha e i suoi feromoni... non posso sbagliarmi.»
Lo vide arrossire.
«Ha preso i soppressori?»
«Dopo le sei il nostro capo non ce li fa prendere. Dice che se un alpha ci vuole, ci paga e ci porta a casa. Noi la mattina dopo dobbiamo mettere i soldi nella cassa e... non possiamo parlare di quello che facciamo»
«non ce ne sarà bisogno» Todoroki ne parve sconvolto. Insomma, quale uomo malato, stupido e spregevole non farebbe prendere i soppressori agli omega?
Un alpha nemmeno riesce a controllare i suoi ormomi, se vengono influenzati da un omega in periodo di hit.
Todoroki ringraziò il dio onnipotente che quel periodo, pur se vicino, non era ancora arrivato.
«A che ora finisci il turno di lavoro se nessuno ti... noleggia?»
«alle 2 del mattino. Stasera non è sabato o domenica, quindi non mi esibisco...»
«Bene. Ho deciso che stasera finirai prima il tuo turno di lavoro. Quanto devo pagare per averti?»
“Detta così sembra un po strano” avrebbe voluto dire il ragazzo dai capelli verdi.
Lui indicó il tabellone che indicava una cifra esorbitante, ma si parlava di “vendersi a qualcuno”, quindi era pur plausibile.
Una cifra per compensare un trauma, o più di uno, in un locale pieno di omega.
«ok, tieni» Todoroki porse quella cifra. Il ragazzo la mise in cassa e iniziò a tremare.
Todoroki lo prese per mano e lo portò via.
«Come hai detto che ti chiami?»
E di nuovo, il silenzio assoluto.
«Mi puoi dire almeno come ti chiami?»
«M-mydoriya... izuku»
«Mydoriya, hai mangiato?»
«n-no...»
«bene. Sali in macchina»
L'altro, tremando, obbedì.
Non parlò per tutto il tempo del viaggio.
Scesero a una tavola calda aperta ventiquattrore.
«ordina quello che vuoi.»
«ma... io...»
«Non faremo nulla di quel genere, quindi puoi smetterla di avere paura di me.» Izuku sorrise.
«Dopo dimmi il tuo indirizzo, ti porto a casa. Stasera dormi un po in più. Inoltre, tieni» Todoroki gli passò una scatoletta.
«Sono i soppressori. Prendili.»
«Oh...grazie mille, signore.»
Mydoriya prese un bicchiere e lo riempì d'acqua. Ingoió quella pillola.
«la scatola puoi tenerla, su di me non fanno effetto.» todoroki appoggio il braccio alla sedia «e smettila di chiamarmi signore. Sono Shoto Todoroki»
«To...todoroki? Quello iper-mega-miliardiario dell'azienda di endeavor?»
«Si, sono proprio io»
«Mi fa piacere conoscerla! Io adoro quello che fate! Mi fa piacere come organizzate tutte le aste di beneficenza, tutte le cose per aiutare i servizi della città. La stimo molto, rispetto... rispetto a suo padre. Non ha mai fatto nulla, e si è mangiato molti dei soldi di ognuno di noi.»
«Ne avevo già preso atto. È per questo che gli ho detto che volevo l'azienda di famiglia. Per questo adesso me lo devo subire con i suoi “matrimoni combinati”»
«non si fanno più da secoli oramai...»
«mio padre non vuole che io abbia una relazione con un omega e per di più maschio, ma a me non interessa. Sono talmente occupato che non ho tempo nemmeno per innamorarmi»
«Ah, capisco» negli occhi del verde parve esserci un attimo di sollievo.
Iniziava a sentirsi meno in soggezione. Sorrise e quella volta sembrava davvero poco stanco.

Dopo due ore, Mydoriya arrivò a casa accompagnato da todoroki.
«Grazie mille per avermi accompagnato. Sicuro di non voler rimanere a dormire? Mi hai detto che casa tua è lontana da qui»
«per quanto possa esserne lusingato, non posso. Hai preso dei soppressori che non sono a lungo termine. Se durante la notte dovresti rilasciare i tuoi feromoni... potrebbe finire male»
«Ah, va bene. Allora buon ritorno a casa.»
Il ragazzo apri la portiera. Mise un piede fuori.
«Aspetta.» disse todoroki
«mh?»
«Mi puoi dare un tuo... recapito telefonico, in modo che posso contattarti?»
«Vuoi il mio... il mio numero di telefono?»
«esattamente. Non pensare male, lo chiedo solo a chi... insomma, a chi mi ha fatto una bella impressione»
Mydoriya sorrise. Sempre quel sorriso stanco.
«Ah, va bene. Eccolo» porse il telefono a todoroki.
«ma quanto è vecchio questo modello, e poi lo schermo...»
«mi dispiace, ma non ho ancora abbastanza per permettermi l'ultimo uscito»
«Ah, capisco. Domani lavori?»
«Si, tutte le sere tranne il martedi»
Allora fu todoroki ad accennare un sorriso.
«passo anche domani»
«va bene»
Il ragazzo scese definitivamente. Non si girò,ma lo salutò sventolando la mano.
“chissà che espressione sta facendo per non girarsi nemmeno” si chiese todoroki, ma non ricevetta mai risposta.
Riaccese la macchina e andò a casa.

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