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Todoroki non poteva credere di averla davanti.
era una bellissima ragazza dalle forme alquanto espresse, un sorriso gentile che avrebbe conquistato anche il più popolare di un ipotetica scuola, pieno di se. Un atteggiamento da ragazza educata, una mano gentile ad avvolgere quella di todoroki in un gesto cortese.
«Si, andremo d'accordo.» le sorrise facendola sedere nel suo ufficio.
Il padre si dileguó senza nemmeno salutare.
«Mi dispiace per il disturbo che le sto recando, shoto todoroki»
Voleva davvero dirle di non essere cortese, ma fu più forte di lui.
«fa niente. allora siete qui per quale motivo?»
anche se era ovvio, bisognava aprire la questione.
«il nostro matrimonio combinato. Suo padre mi ha detto che siete libero» si vedeva la felicità nei suoi occhi, e todoroki non capiva se era per cosa ci avrebbe guadagnato poi la sua azienda o perché lei direttamente ci avrebbe guadagnato.
«Certamente saprete che io e mio padre non abbiamo un buon rapporto.» si aspettava una qualche risposta, ma non ci fu.
«io e mio padre non andiamo d'accordo. Fattosta che le ha mentito» sorrise in segno di vittoria. Il padre sicuramente, vedendolo “ammaliato” dalla bellezza di momo, si era tranquillizzato, convincendosi di aver vinto una battaglia mai iniziata.
Fattosta che non era così. Todoroki non poteva sopportare suo padre ancora per molto e quella era la firma della sua emancipazione.
Supportava suo padre quando era più giovane, ingenuamente, poi si era reso conto di tutto ciò che faceva, gli affari sottobanco, i soldi che si metteva nelle sue tasche invece che pagare i suoi dipendenti.
Una volta che lo ebbe smascherato, non ci volle molto a prendere il suo posto in azienda.
«Mi...mi ha mentito?» era fintamente dispiaciuta
«si. Io sono già con una persona.»
«quindi... siete fidanzato?»
In realtà non se lo erano mai detti, quindi non lo sapeva. Un altra cosa che spesso il padre faceva era mentire, quindi todoroki disse la verità.
«Non ancora, ma è una decisione prossima» cercò di rimanere professionale.
«Allora dia anche a me una chance! Se non va bene, mi toglierò subito di mezzo! Non voglio ostacolare la vostra quasi storia d'amore»
Voleva sorriderle in modo da alleggerire il suo “no, se lo può scordare” ma non servì.
Decise di essere buono.
«Domani sera, da Hollywood park alle 20.30,non me lo faccia ripetere di nuovo. Veda di arrivare puntuale, non sono un tipo che aspetta molto»
Si alzò aggiustandosi la cravatta.
Le porse un biglietto da visita.
«Ecco, qui trovate il mio numero. Chiamate se è qualcosa»
«Grazie, molto gentile. Allora a domani sera, todoroki»
Lui la salutó con un cenno del capo.

Alla sera tornó a casa e mentre mangiavano, mydoriya venne a sapere di quello che era successo quella mattina.
«Quindi vuoi davvero darle una chance?» Todoroki sapeva già che gli avrebbe fatto quella domanda.
«In realtà no. L'ho invitata fuori a cena perché mi ha fatto pena»
Mydoriya lo comprendeva a pieno,ma si ricordó di quando la prima sera che si videro, Todoroki lo portó a una tavola calda.
«anche io allora ti facevo pena?»
«no. mi sembravi solo simpatico» in realtà un po pena gliela faceva, ma non come quella ragazza. Gli faceva pena perché non aveva abbastanza soldi nonostante il lavoro sporco che faceva. Ecco perché un po gli dispiaceva.
«ascoltami,sta tranquillo. Io non baceró mai lei. Se lei lo farà, lo scoprirai subito. Prenoteró un tavolo da tre persone. Non le ho mai detto che era un appuntamento, quindi tu sarai presente. Capirà che non ha possibilità.»
Mydoriya si sentì alquanto lusingato. Accettò senza pensarci due volte.
Dopo cena, i due si misero sul divano a guardare un programma a caso sul primo canale che gli comparve.
Parlarono di tutt'altro, nel mentre.
Lavoro, del fatto che il giorno dopo mydoriya sarebbe andato a lavorare da touya e del padre di shoto.
Shoto non era mai riuscito a parlare con nessuno di suo padre, e invece con lui ci riusciva.
Parlava di lui come se non lo odiasse, ma con risentimento verso di lui.
Mydoriya era un bravo ragazzo e un bravo ascoltatore.
Amava mydoriya e ogni giorno che passava lo rendeva più consapevole. Consapevole di ogni sua emozione, Todoroki sorrideva e non pensava a niente, ma solo a quanto quel ragazzo potesse essere bello e gentile nei suoi confronti, tanto da farlo impazzire.
Il suo primo pensiero era fargli trovare la colazione presto, un qualcosa di buono che lo avrebbe reso felice, durante la giornata lavorativa spesso gli inviava messaggi o lo chiamava anche solo per sapere come stava, e alla sera, quando tornava, lo abbracciava e gli dava un bacio in fronte.
La sera stavano assieme ed esistevano solo loro due.
Passarono le ore intere ma i due non se ne accorsero fino a quanto il cellulare di mydoriya non gli ricordó di andare a dormire.
Quel telefono era ancora vecchio e rotto.
«mi sa che è tardi» sorrise «vado a dormire. Buonanotte, shoto» si permise di chiamarlo per nome e lui arrossì.
«notte, Izuku» gli diede un bacio sulle sue morbide labbra e lo guardò. Per un attimo ci fu una scintilla, come un improvviso istinto animale da parte di entrambi.
Izuku ridiede indietro quel bacio a Todoroki, sfiorandogli la guancia.
«'notte» e si dileguó.
Todoroki rimase da solo nella stanza e gli scappò un sorriso, ma quando si ricordó di quel minuscolo secondo, arrossì e si mise le mani sul volto.
Aveva completamente smesso di pensare alla serata che li attendeva.

𝓟𝓱𝓮𝓻𝓸𝓶𝓸𝓷𝓮𝓼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora