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spaesato come non mai, todoroki si andò a coricare. Eppure sembrava avesse le idee più chiare di lui, non che fosse così confuso.
Forse doveva chiarire con se stesso delle cose che nemmeno sapeva di provare. Insomma, come dal nulla il suo cuore aveva tali dubbi? Non aveva intenzioni di chiarire.
Perché avrebbe dovuto? Non voleva sposarsi, fidanzarsi o avere figli.
Avrebbe fatto il contrario di quello che voleva, avrebbe deluso i suoi genitori e forse anche il suo buon cuore nom avrebbe retto.
Insomma, a forza del suo volere, todoroki dovette un attimo pensarci.
Quell'affermazione invasiva e al dir poco scomoda gli aveva provocato delle reazioni. Perché? Che motivi aveva?
Suppose di essere stato colto alla sprovvista.
Lo sguardo di mydoriya, con tono deluso e alquanto amareggiato, prese a tormentargli i pensieri.
“Cosa ho sbagliato?” ma in realtà la domanda doveva essere “perché mi interessa?”
Todoroki iniziò a spaventarsi.
C'erano troppe domande che stavano salendo a galla, troppe risposte non precise troppo di troppe cose.
Todoroki si guardò allo specchio, gli occhi lucidi, le mani nei capelli.
“cosa succede ora?”
si chiese, mentre le domande continuavano ad arrivare.
Perché ho aiutato mydoriya quando mi aveva palesemente detto che non voleva?
Perché mi sono preoccupato io di trovargli un nuovo lavoro?
Perché non gli ho preso un appartamento tutto suo, nonostante sapessi che la possibilità c'era? Gli avrei pagato l'affitto.
Perché ho desiderato che lui rimanesse assieme a me?
Perché gli ho permesso di fare quello che ha fatto?
E ancora altre. Altre e altre ancora.
“perché a me? tutto questo io non l'ho mai voluto, quindi perché?”
Todoroki non voleva concludere quel benedetto monologo con se stesso, avrebbe capito qualcosa? Non gli interessava.

Mydoriya stava anche peggio. Si dava la colpa per ogni piccola cosa.
È colpa mia se è successo tutto questo. Non dovevo conoscerlo.
non voleva accettare nulla di tutto quello, perché lui ben sapeva che provava qualcosa per quell'uomo. "Forse" non era più utilizzabile.
lo aveva capito quando aveva parlato con Dabi.
Si ricordava a tratti quel giorno e in quel momento gli ritornò in testa una delle sue domande.

«che rapporto hai con mio fratello?»
«s-siamo amici...»
rise «mi prendi in giro? Mio fratello è venuto qui, a parlarmi, nonostante mi odi, solo per trovarti un lavoro.»
«non ha mai detto di... di odiarti»
«per fatti di famiglia, lui mi odia. ma lascia stare, questo non riguarda te.»
Ci fu una pausa.
«e quindi voi due non state assieme?»
Una pausa da parte di mydoriya
«siamo amici. nulla di più.»
«però non penso che per mio fratello sia così. Non lo vedo da anni e l'altro giorno è comparso così quasi prostrandosi ai miei piedi per fargli il favore di questo colloquio. Di solito io in questo periodo non assumo nessuno.»
Mydoriya allora capi quanto todoroki tenesse a lui e viceversa.
Se n'era ricordato perché gli aveva chiesto di dimenticarsene. Era un qualcosa di così scomodo che era meglio non parlarne. Era meglio stare ognuno per fatti propri e non dire nulla.
Ecco, aveva fatto quello che doveva.
Doveva dormire, al più presto. Come todoroki, anche mydoriya non voleva avere altri pensieri.

«buongior--» mydoriya si era appena alzato e già todoroki non c'era.
Un bigliettino affianco alla colazione ancora calda.
“ho fatto le uova stamattina. Il bacon è nel piatto in cucina. Mandami un messaggio se ti piace. Oggi torno a pranzo, puoi cucinare qualcosa con quello che c'è nel frigo?”
mydoriya non seppe come reagire. Rimase a fissare quel bigliettino per 5 minuti senza nemmeno badare al fatto che la colazione si stesse raffreddando e che il suo stomaco brontolasse.
“quindi è tutto apposto?” si chiese.
Mandò allora un messaggio a todoroki.
grazie per la colazione, c'è della soba, cucineró quella per pranzo.
allora si mise seduto a tavola e iniziò a mangiare.
Aveva in mente di fare la soba, sapendo che todoroki la adorava. Forse voleva solo dimostrare che ci teneva a lui e in modo particolare.
Todoroki tornò all'ora di pranzo. Mydoriya corse ad aprire la porta, ma quello che vide lo spiazzó.
C'erano bakugou e kirishima.
«R-ragazzi!»
Lo salutarono.
Gli venne subito da chiedere “che intenzioni hai? un doppio appuntamento o cosa?” ma dato che una parte di lui lo voleva, decise di rimanere zitto.
«Entrate, accomodatevi. Fate come se foste a casa vostra.»
Li accolse. Todoroki sorrise vedendo mydoriya impanicato.
«che c'è?» chiese mydoriya quando i loro sguardi si incrociarono.
«niente. Sei solo... molto carino quando sei nel panico» sorrise di nuovo e poggió il cappotto.
Mydoriya diventò rosso come un peperone, ma gli andava bene.
Aveva qualche possibilità con lui, giusto?

𝓟𝓱𝓮𝓻𝓸𝓶𝓸𝓷𝓮𝓼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora