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I due ragazzi tornarono a casa. Durante il viaggio non ci fu alcun karaoke da parte del verde o una conversazione, ma il silenzio assoluto che regnava, una pressione che avrebbe percepito chiunque fosse presente in quella macchina.
Un velo di curiosità separava mydoriya da todoroki.
Voleva conoscere meglio la storia della sua famiglia, ma quello che era appena successo gli impediva di chiederglielo. Sarebbe stato alquanto scortese e avrebbe davvero pensato qualcosa di brutto nei confronti di quella curiosità, che per quanto potesse essere giusta, allora non era più così.
Dopo un semplice pasto condiviso con i genitori, mydoriya aveva capito com'erano.
La madre era una brava donna, ma era troppo condizionata dalle decisioni prese da endeavor, che era un maniaco del potere.
Insomma, pur se hanno avuto un matrimonio combinato li avevano azzeccati, come coppia.
“chissà se si amano davvero” si chiese il verde.
Si limitava allora a scrutare il paesaggio fuori dal finestrino che non aveva molto tempo per cambiare.
C'erano alberi, qualche casa sulle montagne che facevano da sfondo coperte da una leggera nebbiolina fragile, qualche fabbrica era comparsa sicuramente e forse qualche allevamento lo aveva notato.
Insomma, andava bene così in quel momento, anche se non aveva alcuna idea di come sarebbe andata non appena todoroki avrebbe messo piede in casa.

Qualche minuto più tardi accadde e non successe un bel niente. Si buttó sul divano e si accese la tv. La guardò per tutto il pomeriggio, in cui mydoriya si concentró sulle faccende di casa, come pulire, lavare o stirare. Avrebbe preferito il todoroki di sempre, ma in quel momento capiva che luo voleva rimanere un po per fatti suoi.
Oramai sul tardi, mydoriya chiamò nel tono più gentile possibile todoroki.
«Arrivo!!» disse e in men che non si dica si sedette a tavola.
«Ho fatto le faccende di casa questo pomeriggio quindi non ho avuto tempo per cucinare. Ho fatto del sushi...»
Non riuscì a continuare perché todoroki gli baciò le labbra «è perfetto» disse, per poi rimettersi seduto.
Mydoriya divenne rosso, posò il piatto al centro del tavolo.
«Buon appetito» dissero assieme e si misero a mangiare.

«Mi dispiace per oggi sai? Non volevo farti sentire in imbarazzo» todoroki era dispiaciuto.
Aveva passato l'intero pomeriggio a darsi dello stupido, o almeno di essersi vagamente fidato dei suoi genitori, o meglio, di suo padre.
Era finalmente felice e comunque non aveva il suo appoggio. Voleva una vera famiglia, un qualcosa di unico nel suo genere, e invece era in una famiglia con problemi Seri a livello sentimentale.
Touya se n'era andato e ora anche lui aveva fatto la medesima scelta, si stava ripetendo.
Presto avrebbero chiamato natsu per comunicargli che lo avrebbero messo assieme a una ragazza a lui sconosciuta e a todoroki dispiaceva per lui.
Era l'unico fratello che aveva ancora, e anche lui non era in buoni rapporti con il padre.
Tutto girava attorno a quello che voleva il padre, gli altri erano solo pedine da manovrare a piacere suo.
Certe volte capitava che il suo odio si scatenasse tanto da desiderarne la morte, ma poi se ne pentiva.
Ora toccava a lui chiedere scusa.
«non preoccuparti, non ero in imbarazzo. Più che altro ero sorpreso da quanto vi dovete sopportare. Lui... lui sembra che non ti voglia bene. So che magari è una cosa brutta da dire ma io la penso così»
Cercò di sorridere per rendere il discorso più leggero.
«si, hai ragione» non poté fare più nulla a riguardo.
Lo aveva cercato in passato, un motivo per cui il padre lo volesse bene, ma non lo aveva mai trovato. Inutile dire quindi che si odiavano, augurandosi anche la morte.

La mattina dopo todoroki di nuovo si alzò presto per il lavoro. Era l'ultimo di ottobre e si sarebbe festeggiato halloween, ma todoroki aveva avuto una chiamata a lavoro. Sarebbe tornato per pranzo.
Mydoriya si impegnò anche quella mattina a preparare il pranzo.

Todoroki arrivò a lavoro e bakugou lo stava aspettando.
«Non ti piacerà affatto quello che vedrai stamattina, ma ti prego cerca di... di non essere troppo freddo»
«è come dire a te di non fare l'incazzato. Penso sia impossibile. Adesso mi dici cosa c'è?»
Bakugou chiamò l'ascensore. «Ho ansia per il matrimonio.» confessò, girandosi i pollici
«perché?» disse todoroki
«E se non volesse più?»
Todoroki sorrise e assunse un tono gentile e pacato.
«Direi che non succederà»
Bakugou si zittì e le porte si aprirono.
«mi dici chi c'è nel mio ufficio?» Ma non ebbe risposta da parte del biondo, così decise di andare dritto al punto. Attraversò il corridoio salutando i pochi dipendenti che lavoravano anche quel giorno, e loro si inchinavano a lui e gli sorridevano.
Dopo quello che era successo, era la cosa migliore.
Allora vide la porta del suo ufficio e la aprì.
C'erano suo padre, sua madre e una ragazza più o meno della sua stessa età, dai capelli neri legati e un seno prorompente.
«figliolo, lei è momo. La ragazza che dovrai sposare»
«piacere todoroki - kun, spero che ci troveremo bene assieme»

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