6

950 65 7
                                    

La sera presto fece capolino.
La luce iniziò a farsi più fioca e le tende aiutavano quella luce a nascondersi.
Il calore tra i due ragazzi ora era di meno, eppure stavano stretti stretti. Una finestra aperta lasciava entrare il freddo autunnale ancora sopportabile, ma non per mydoriya.
Si accoccolava sempre di più a todoroki, fino a quando non decise di alzarsi.
«Ah, sono le 6» disse guardando l'orologio. La casa enorme di todoroki era un labirinto. Era un appartamento davvero enorme.
Era indeciso sul da farsi, forse doveva preparare la cena,forse prima bisognava avvertire todoroki ancora dormiente, forse doveva chiamare sua sorella per dirle cosa stava succedendo in modo che non lo andasse a cercare per mari e monti, forse doveva solo calmarsi e tornare a dormire, ecco, non lo sapeva.
«Buonasera, dormito bene?» Sentì mydoriya da dietro di lui. Todoroki era lì, sul divano, che si stava stroppicciando gli occhi.
«stavo pensando di preparare la cena» todoroki si alzò e andò verso il bagno.
«Va bene. Mi lavo la faccia e ti do una mano»
Anche se mydoriya avrebbe voluto fare da solo, decise di accettare senza discussioni.

Todoroki aprì il frigo dopo essere tornato dal bagno.
«C'è...del pollo, della carne da fare arrosto, del pesce... uhm...»
«Che ne dici se per stasera ordinassimo? Insomma, è la nostra prima serata qui e dovremmo... dovremmo conoscerci meglio»
Todoroki non seppe cosa rispondere. Sapeva che era felice di non dover cucinare nulla e non dover pulire poi, ma il solo pensiero di poter conoscere meglio mydoriya lo riportava a una conclusione.
«Non è che per caso...vuoi un appuntamento?»
«No!» fu sicuro nel dirlo «volevo solo ordinare qualcosa da mangiare e nel mentre parlare di noi...no?»
Todoroki si rese conto di non aver avuto un minimo di tatto. Si rese conto che se fosse stato al posto dell'altro, si sarebbe sentito a disagio.
«Credimi, non...»
«so che stai per scusarti e ti fermo subito. Era solo per rassicurarti le idee, quindi non sei stato scortese» eppure sembrava quasi esserci rimasto male, ma Todoroki lo ignoró.
«Si, va bene. Ordiniamo»
Ordinarono qualcosa da mangiare assieme e fu come una lotta di gusti. Era interessante sapere che avevano gusti diversi, ma alcune cose uguali.
Todoroki non si era mai sentito così spensierato con qualcuno, tanto da sentirsi libero e felice, come se fosse un uccello a cui hanno permesso di uscire dalla gabbietta dopo anni di reclusione. Mydoriya lo stava aiutando a reggere la pressione dei genitori senza saperlo.

Le loro conversazioni erano perlopiù basate su fatti accaduti nel passato.
Mydoriya aveva iniziato a parlare di come il padre fosse scappato di casa dopo l'arrivo di ochaco, la sua sorella adottiva. All'inizio la voleva, la desiderava, ma quando ha saputo che avrebbe dovuto lavorare di più, non si è visto più. Mydoriya raccontó a todoroki che, quando si ritrovó a vivere in solitudine non sapeva come procurarsi il denaro. La madre non gli aveva nemmeno dato un mese di anticipo, in modo da dargli tempo di trovarsi un lavoro. Era deciso pero a fare il barista, e quando aveva trovato il locale dove precedentemente lavorava, ne era contento. Il fatto era che oramai non sapeva più dove cercare e avrebbe accettato a ogni condizione. Gli ci è voluto molto tempo per accettare la sua prostituzione, ma alla fine era quasi diventata un' abitudine.
Shoto gli aveva raccontato di come Touya aveva litigato con i suoi genitori. Touya era il figlio prediletto, colui che doveva essere “l'orgoglio della famiglia”, ma aveva spontaneamente deciso di non esserlo.
A soli 18 anni, i genitori volevano farlo sposare con una ragazza dalla famiglia ricca della città vicina, Toga Himiko, solo che quando iniziarono a frequentarsi, decisero assieme di rimanere solo amici e di non sposarsi. Lei era già interessata a un suo compagno, mentre lui era troppo impegnato a pensare al fatto che avrebbe preso le redini dell'azienda del padre troppo presto.
Così, poco prima del suo 19esimo compleanno, scappó di casa dicendo di lasciare tutto nelle mani di Shoto, perché lui non voleva, né gli interessava. Si pensava fosse andato chissà dove, ma in realtà era solo in centro, e stava facendo corsi per diventare un possibile somelier. Successivamente, ha aperto un bar, che poi è diventato anche ristorante.
E poi, shoto concluse dicendo «...il resto della storia la sai già» facendo riferimento alla storia della ragazza che i genitori volevano fargli sposare.

Mangiarono in abbondanza, raccontandosi ancora qualche aneddoto divertente, riguardate i periodi adolescenziali, come dire dove stavano le gomme, cosa facevano alle loro professoresse, cosa facevano invece di ascolatare la lezione e altre cose futili e prive di importanza, ma che in quel caso sembravano importanti per costruire un rapporto saldo, puro, vero e unico nel suo genere. Dopo aver mangiato, i due scelsero di vedersi un film.
«È stata la serata più bella di sempre» disse mydoriya accomodandosi accanto a shoto
«Ah, si» disse.
«Forse questo film è il modo migliore per concluderla, no?»
“ci sarebbero modi migliori di un film su un divano” pensò shoto, ma non ebbe nemmeno finito di pensarlo che quel pensiero venne sfocato dalla sigla del film. Non era solo un sottofondo, ma era come se la stesse ascoltando a un volume così alto da fargli sanguinare i timpani.
Vide che la bocca di mydoriya si stava muovendo e probabilmente, dal labbiale, lo stava ringraziando, ma non lo sapeva. Le sue orecchie fischiavano e basta.
«...e quindi,grazie» tutto il discorso andato perso.
Todoroki annuì e basta, l'attenzione alla tv.
“che mi prende?” si chiese.
«Todoroki - kun, è tutto ok? Sembri un po' pensieroso»
«Sto bene, grazie mydoriya» gli rispose, senza tatto. Freddo come il ghiaccio, il ragazzo non chiese nemmeno scusa. Mydoriya si sentiva in colpa, forse non era il momento per dire una cosa così tenera e sdolcinata? Forse non voleva che si preoccupasse per quello che provava todoroki? Forse voleva solo vedere in santa pace il film?
In realtà izuku non lo sapeva, ma gli andava bene.

Una volta finito, i due si dirissero nelle stanze.
«È stata una bella serata, grazie»
Todoroki non seppe che fare vedendo l'altro sorridere, così rispose «mh,si»
Il ragazzo prese ad arrossire.
«I miei sopressori...» lo disse con tono preoccupato.
«Sono nel comodino del bagno, in alto a destra» todoroki avrebbe davvero desiderato non essere così vulnerabile. Odorava quei feromoni e il suo corpo reagiva immediatamente, e non poteva farci molto.
Anche quella volta doveva risolvere da solo?
«Todoroki...il tuo...» stava per dire, ma in quel momento gli occhi di mydoriya diventarono quasi neri. La pupilla dilatata, un fremito.
«Todoroki...» non diceva nient'altro se non il nome del ragazzo.
Todoroki iniziava ad avere paura,ma non di mydoriya che era sul punto di cedere alla terribile eccitazione che stava provando - arrivando addirittura a sbavare dalla bocca- ma aveva paura di se.
Non era lucido, lo sapeva. Le sue mani non si mossero mentre l'altro gli sbottonava i pantaloni, non si mossero nemmeno quando il ragazzo si lasciò cadere sulle ginocchia a terra. Nello sguardo di mydoriya, la voglia fino alle stelle.
«Mydoriya... noi non...»stava per dire, ma non riuscì a finire la frase. Le mutande gli vennero abbassate liberando il membro eretto.
Mydoriya e todoroki di fianco avevano uno specchio e la visione era perfetta. Todoroki in piedi, in preda al tremolio alla gambe e mydoriya, a terra, prostrato al più grande, mentre succhiava con voglia il membro di todoroki.
Stavano sbagliando, eppure non importava a nessuno dei due.

𝓟𝓱𝓮𝓻𝓸𝓶𝓸𝓷𝓮𝓼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora