🔸Diamante🔸
Un giorno dell'ultimo anno, partecipammo ad una gita: una semplice visita ad un museo di scienze e storia naturale. Le uscite fuori porta non erano fattibili per Jungkook, dati i suoi mille impegni con il gruppo e di conseguenza anch'io non partecipavo per evitare assalti delle fanatiche.
Eravamo seduti l'uno accanto all'altra sul pullman mentre cercavano di capire come funzionasse la mia macchina fotografica. La mamma mi aveva suggerito di portarla con me, ma una reflex non era così semplice da utilizzare per una principiante. Per fortuna, Jungkook riuscì a regolarla ed iniziai a scattare foto a caso solo per il giusto di provarla. Era divertente vedere come si imbarazzava davanti all'obiettivo, quando sapevo quanto fosse poco timido durante gli shooting. Soprattutto dopo aver sfogliato il photobook di Wings; adoravo alla follia il concept di Blood, Sweat and Tears. Ma non ero l'unica a fotografarlo quella mattina. Spesso le nostre compagne se ne approfittavano per collezionare del materiale interessante da spacciare ovunque, quindi dovevo persino stare molto attenta a come mi comportavo nei suoi confronti in pubblico. Da un lato era davvero stressante stargli accanto, specialmente quando ricevevo occhiatacce o minacce gratuite solo perché non ero degna di essere sua amica. Si premuravano di atteggiarsi in quel modo proprio quando Jungkook non poteva accorgesene ed io evitavo di tirare fuori l'argomento per il suo bene.
In un certo senso, lui era davvero ingenuo.
Alla fine la gita si riveló piuttosto interessante, ma il momento che tutti aspettavamo di più era l'ora libera. Nonostante il freddo e la nevicata imminente, io e Jungkook corremmo all'esterno per sistemarci su una panchina insieme a due tazze di americano bollente. Come sempre, lui aveva scelto degli snack salati mentre io dolci. Peró si divertì a rubarmi la confezione di biscotti al cioccolato da sotto il naso ed aprirla. Tiró fuori due bustine d'argento con la scritta "Suprise!" in rosso.
Emise un verso di stupore. — Dovrebbe esserci una sorpresa, non due. —
— A volte capita. — feci spallucce mentre mi scaldavo le mani sulla tazza.
— Allora una è tua. — affermó porgendomi la bustina.
— Perchè? Non mi avresti lasciato nemmeno la sorpresa? —
Coincidenza volle che le sorprese all'interno fossero identiche: un banalissimo bracciale a forma di catena in plastica da quattro soldi. Ci scambiammo uno sguardo divertito e poi lo indossammo al polso destro con una certa fierezza, come se fosse un gioiello di lusso. Eppure il mio cuore tremava di gioia all'idea di avere qualcosa in comune con lui, il mio primo vero amico. Poi si allontanò per andare al bagno ed io scattai qualche foto al piccolo giardino ben curato del museo. Il sole stava tramontando e regalava magnifici giochi di luce sui rami degli alberi ricoperti da stalattiti di ghiaccio.
— Il tuo amichetto ti ha lasciata sola? — chiese una voce fastidiosa dietro alle mie spalle.
Un trio di ragazzine con l'uniforme gialla come la mia, mi fissavano con aria arrogante e un sorrisetto furbo stampato sui visi tondi.
— State parlando con me? — mi indicai perplessa visto che non le conoscevo affatto; facevano parte di un'altra classe.
— Non riusciamo mai a parlare con Jungkook da sole per colpa tua, la smetti di stargli sempre appiccicata? — prese parola l'altra più bassa con la frangetta.
— Non ho voglia di discutere con voi, quindi... —
Feci per alzarmi, ma una mano mi afferró il polso strattonandomi all'indietro. Nella mia confusione, lasciai che studiassero il mio bracciale senza opporre resistenza.
— Abbiamo visto la scena vomitevole di poco fa, fai pena. — disse la terza e solo in quel momento la riconobbi. — Non sei nemmeno coreana, come ti permetti di essere sua amica?! —
Era la ragazza che Jungkook aveva baciato nel cortile qualche mese prima. Il suo viso delicato, gli occhiali tondi ed i capelli a caschetto la facevano apparire tenera e carina, ma il suo tono di voce non lo era affatto. Cercai di strappare via il braccio, così le sue dita si aggrapparóno alla catenella spaccandola a metà.
— Oh, quanto mi dispiace. — esclamó fintamente rammaricata e poi sorrise.
Guardai in trance i due pezzi del bracciale a terra tra i sassolini di ghiaia. All'improvviso mi sentivo spenta.
— Bè, che fai? Non lo raccogli? — mi schernì la più bassa ed io mi chinai in silenzio.
Caddi con le ginocchia a terra perché qualcosa mi spinse prepotentemente. Sentii pungere le rotule, scoperte dai calzettoni bianchi, ed alzai la testa per vedere le loro espressioni divertite e soddisfatte.
— Jungkook non mi ha più considerata, sai? È solo colpa tua. Stagli alla larga. —
Un piede calpestó i pezzi del bracciale con forza e poi mi spinse di nuovo. Le tre codarde si guardarono attorno per controllare che non ci fossero i professori nei paraggi e poi si allontanarono. Rimasi un po' così, seduta sul selciato con il bracciale frantumato sui palmi.
Non piangere, non devi piangere. Non è successo niente.
Continuavo a ripetermi mentre mi colava il naso. Mi rialzai scoprendo entrambe le ginocchia sbucciate e doloranti, così cercai di coprire i graffi tirando su i calzettoni. Jungkook tornó proprio quando avevo ritrovato la calma dicendomi che si era fermato allo shop del museo, attirato dalle calamite da regalare ai suoi genitori. Ficcai il bracciale nella tasca del giubbotto di nascosto e gli sorrisi prima seguirlo sul pullman. Passammo persino davanti alle tre ragazze che lo salutarono con un'espressione smielata e piena di affetto.
Quanto erano brave a fingere.
Abbassai il capo per evitare il loro sguardo ed avrei voluto tanto prendere la mano di Jungkook per sentirmi al sicuro. Non appena prendemmo posto verso la metá del veicolo, feci una smorfia di dolore perché la pelle sulle ginocchia iniziò a tirare e bruciare ancora di più.
— Come mai hai tolto il braccialetto? Non ti piace? — mi chiese lui fissandomi dispiaciuto.
— No...Ecco...mi piace molto... — balbettai. — Si è rotto. —
Strinsi le cosce in difficoltà e fu così che lui vide i miei calzettoni sporchi di sangue. Sgranó gli occhi e mi chiese subito cosa fosse successo, se mi fossi fatta male. Non gli dissi mai la verità, solo che ero inciampata e nella caduta la catena si era sganciata.
Per la seconda volta, ingoiai le lacrime senza sapere perchè volessi dimostrare di essere così forte davanti a lui. Ma un vero amico si accorge sempre di ciò che stai provando veramente, nonostante mille corazze ed infiniti silenzi. Iniziò a frugare nelle diverse tasche del suo zainetto finchè non trovò un pezzo di spago e delle forbici. Mi chiese i resti del bracciale, poi fece un paio di nodi sulla maglie di plastica ed infine lo legò di nuovo al mio polso. Era davvero un miracolo che rimanesse agganciato con così poco, non lo sfiorai nemmeno per paura di romperlo.
— Un giorno te ne regalerò uno ancora più bello. —
Ma il dono più bello quel giorno fu il suo sorriso illuminato dai raggi dorati del sole calante.
☀︎︎
Angolo autrice:
Capitolo cortino, ma molto importante.
Non mi sono sentita di aggiungere altro, così non l'ho modificato.
Volevo far capire quanto Diamante inizi a sacrificare le sue sofferenze per non far preoccupare Jungkook, perché non succederà solo una volta.
Spero che comunque vi piaccia ✨Purple you 💜
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Golden Hour☀︎︎j.jk [Conclusa✔️]
RomanceLei è la migliore amica di Jungkook dalla prima superiore. Durante il liceo ha capito di essere innamorata di lui, della sua tenacia, della sua inesauribile energia. Lo ha sempre sostenuto nei momenti difficili della sua carriera di idol e non ha ma...