🔸Diamante🔸
Appena Jungkook era entrato nel dormitorio, il mio cuore aveva perso un battito.
Sembrava cresciuto in un botto. I suoi capelli si erano allungati ed erano più gonfi del solito per colpa della pioggia imminente. Indossava una semplice tuta grigia che richiamava l'abito tradizionale coreano e delle scarpe bianche che prontamente lanciò davanti all'ingresso. Rimasi talmente incantata a guardarlo che non colsi l'attimo di abbracciarlo, così Kwan ne approfitto. Mentre Jimin e Taehyung mi salutavano, continuavo a fissare la coppia riunita oltre le loro spalle; si baciavano e si accarezzavano come avrei voluto fare io al loro posto. Ancora una volta mi ritrovai a pensare quanto lei fosse fortunata ed io invece così sfigata da non poter nemmeno confessare i miei sentimenti al mio migliore amico. Ero patetica da anni, per fortuna avevo gli altri ragazzi a distrarmi. Tae era sempre pronto a confortarmi con le sue piccole confessioni, soprattutto per quanto riguardava il tour. Mi aveva detto sottovoce che ero mancata molto a Jungkook, più di quanto credessi, e specialmente più della sua fidanzata. Sapevo che me lo stava raccontando perché aveva notato quanto mi fossi intristita per il fatto che non mi avesse salutata. Più tardi avrei tanto voluto parlarne con lui, ma non ero pronta ad affrontare l'argomento. Avevo paura che mi potesse sfuggire qualcosa che poi mi sarei pentita di aver detto.Mi ero completamente risollevata quando i ragazzi avevano insistito per farmi rimanere, mentre nessuno lo aveva chiesto a Kwan. Da un lato mi dispiaceva per Jungkook perché ci teneva che lei fosse integrata nel gruppo, però loro conoscevano la mia situazione e cercavano di supportarmi in tutti modi. Non me lo avevano detto apertamente, ma lo avevo dedotto dai loro atteggiamenti nei confronti di lei. Quella notte scherzai un po' con il fuoco.
Jungkoon entrò in camera sua mentre accendevo le candele. Sentivo il mio stomaco arrotolarsi su se stesso perché la mia immaginazione iniziò a vagare. Decisi persino di indossare una sua maglia extralarge lasciando le mie gambe totalmente scoperte, nella più totale convinzione di scuoterlo almeno un po'. Infatti avevo notato il suo sguardo perso su di me nella penombra; era come se mi stessi toccando con gli occhi. Percepivo la sua vista come un polpastrello che scorre, dalla mia caviglia fino alla bocca. Non era giusto nei suoi confronti e nemmeno nei confronti di Kwan, ma sentivo il bisogno di una rivincita. Avevo necessità di sentirmi di nuovo desiderata da qualcuno, desiderata da lui. Dopo i giorni nello Chalais avevo compreso che non gli ero totalmente differente, come lui non lo era per me. Avevo dimenticato le lezioni di Jimin che mi avevano aiutato molto a prendere coscienza del mio corpo e dell'effetto che poteva avere sugli altri. Tutto ciò non mi avrebbe portato a niente, ma non mi importava. Infatti ebbi la controprova, quando udii il suo battito accelerato attraverso le scapole, nel suo letto avvolti dal piumone che ci aveva sempre cullato in quella casa.
Il mattino dopo la luce che entrava dalla finestra era fioca e quasi lattiginosa. Era una di quelle mattine che sarei rimasta volentieri a letto tra le sue braccia, mentre la pioggia scrosciava contro i vetri. Infatti mi stava abbracciando nella confusione della dormiveglia e mi chiesi se stringeva anche Kwan in quel modo tra le coperte, magari dopo aver passato una notte di fuoco. Nonostante fosse luglio non mi dispiaceva per niente accoccolarmi contro il suo petto al caldo, come se fuori la temperatura fuori dalle coperte fosse sottozero. Purtroppo i miei pensieri si rivelarono i miei stessi nemici perché mi innervosì subito e sgattaiolai via dalla camera, cercando di fare meno rumore possibile.
L'orologio nel salotto segnava appena le 6:10, mancava ancora un bel po' prima di andare all'hotel. Avevo già avvisato che sarei rientrata nel pomeriggio perché volevo passare più tempo con i ragazzi. Dato che nessuno era ancora sveglio decisi di tenermi la mente impegnata preparando la colazione per tutti. Per fare i pancake non erano necessari molti ingredienti, nel freezer erano rimasti ancora dei frutti di bosco congelati che avevo comprato un po' di tempo fa. Decisi anche di cucinare una salsa al caramello salato perché in quel momento mancava lo sciroppo d'acero. Azionai la macchinetta del caffè in modo tale che potessero bere tutti un americano caldo appena svegli. Forse incuriosito dall'odore che proveniva dalla cucina, Hobi si palesò un'oretta dopo: aveva i capelli completamente dritti come se avesse infilato le dita di una presa della corrente e il pigiama stropicciato.
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Golden Hour☀︎︎j.jk [Conclusa✔️]
Storie d'amoreLei è la migliore amica di Jungkook dalla prima superiore. Durante il liceo ha capito di essere innamorata di lui, della sua tenacia, della sua inesauribile energia. Lo ha sempre sostenuto nei momenti difficili della sua carriera di idol e non ha ma...