Memories with me & you

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🔸Jungkook🔸

Varcammo la porta del retro del Paradise grazie alla guardia che conosceva i nostri piani e ci salutò con un inchino. Raggiungemmo la sala pranzo ormai vuota dove qualche membro dello staff ci accolse con una pacata gentilezza, troppo abituati a ricevere personaggi famosi.

– Avete visto Dia? Non risponde nè ai messaggi nè alle telefonate. – domandai alla ragazza occidentale che si era presentata come Sole.

– No, oggi non ha nemmeno richiesto la cena. – rispose un uomo dall'aspetto giovanile mentre si slacciava il grembiule nero.

– Davvero? Non salta mai un pasto. Siamo stati molto occupati stasera perchè c'erano molte persone in sala, quindi non sono salita in camera sua. Però è molto strano. –

– Proviamo a chiamarla da qui. – propose un'altra ragazza digitando un numero sul telefono appeso alla parete.

Squillò qualche volta a vuoto, poi la ragazza rinunciò riattaccando la cornetta. Io, Jimin e Sole ci scambiammo un'occhiata preoccupata e prendemmo la tacita decisione di salire. La ragazza Acciuffò il passe partout sotto il desk della reception, poi l'ascensore ci condusse al nono piano con velocità ma a me sembrò un tempo infinito. Sole bussò e suonò il campanello con insistenza mentre io e Jimin chiamavamo Dia attaccati alla porta.

Niente.

Possibile che non avesse sentito nemmeno una volta? Non aveva il sonno così pesante solitamente.

Pregai la ragazza di aprire perchè dovevo capire a tutto i costi cosa stava succedendo. Ci catapultammo tutti e tre all'interno, spargendoci a raggiera per la suite come guerrieri pronti ad attaccare su ogni fronte. Controllai subito il letto, poi vidi la sua testa sbucare dall'orlo della vasca tonda di fronte alla vetrata. Aveva un braccio disteso fuori dall'acqua e il collo piegato di lato in una posizione innaturale.

– Dia?! –

Girai intorno alla jacuzzi per scoprire che aveva gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta. Chiamai subito Jimin che si precipitò accanto a me, insieme a Sole che si portò le mani sul viso contorto da un'espressione di terrore.

– Cosa cazzo...? – disse lui mentre scuoteva Dia leggermente per le spalle senza ricevere una risposta.

Sole recuperò subito un grosso asciugamano che distese sul parquet in modo che potessimo stendervi Dia al di sopra ed un accappatoio per coprire il suo corpo nudo e fradicio. Con l'aiuto di Jimin la portammo fuori dalla vasca mentre continuavamo a chiamarla senza sosta. Io sembravo un cerebroleso, gli scambi elettrici tra i miei neurosi si erano interrotti quando avevo visto Dia inerme sul pavimento, pallida come uno straccio. Infatti Jimin prese in mano la situazione e cominciò a controllare che la nostra amica respirasse avvicinando l'orecchio al suo petto e poi al viso.

– Sole, chiama questa clinica. Fai mandare subito un'ambulanza. – ordinò Jimin passando il cellulare alla ragazza.

Lei si allontanò lasciando il resto nelle nostre mani, ma iniziai a respirare con fatica. Mi abbandonai sulle ginocchia quando realizzai che Dia non stava riprendendo conoscenza.

– Vedi di calmarti, non posso soccorrere due persone. – mi rimproverò Jimin con la voce ferma. – Dia ha bisogno di te adesso. –

Ingoiai il nodo alla gola che mi opprimeva la trachea per concentrarmi su di lei, sulla mia migliore amica che avevo lasciato sola e questo era il risultato ottenuto. Sole passò il soccorritore a Jimin che chiedeva alcune informazioni sulle condizioni di Dia, la quale respirava a malapena. In quei pochi minuti di attesa, il mio cervello elaborò qualsiasi scenario possibile: uno più tragico dell'altro. Le strinsi la mano fredda mentre le lacrime fuggirono dai miei occhi, sovrastrati dal dolore insopportabile che mi stava spaccando il cuore a metà.

Golden Hour☀︎︎j.jk [Conclusa✔️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora