Blessed

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🔸Diamante🔸

Dopo quella notte passata insieme nel mio letto, l'uno abbracciata all'altra, qualcosa scattò nel cervello bacato del mio migliore amico. Sembrava mosso da un'insofferenza che lo spingeva a non avere filtri o assillarmi di continuo per qualsiasi piccola cosa. Mi inviava persino delle sue foto alquanto esplicite, tanto che arrivai a lamentarmi con Jimin del suo comportamento perchè era insostenibile. Soprattutto quelle foto.

Ne ricevevo di tutti i tipi, dalle più soft alle più hard, in qualsiasi momento della giornata. Proprio mentre ero nello studio di Taehyung in agenzia, arrivò una notifica che mi fece quasi volare il cellulare dalle mani. Era un selfie scattato dall'alto di Jungkook: un asciugamano bianco intorno al collo in contrazione, il petto nudo in bella vista con gli addominali ben definiti, una mano tra i capelli umidi e la lingua schiacciata tra le labbra sottili.

– Non ne posso più... – sbuffai bloccando lo schermo e gettando il cellulare sul divanetto.

– Non è un comportamento molto normale. – replicò Taehyung.

Era seduto proprio accanto al mio telefono, un piede posato sul ginocchio mentre faceva dondolare la ciabatta controvoglia.

– Non lo è. – confermò Jimin con il peso sorretto sulle mani contro il bordo della sua scrivania. – Si è liberato di qualsiasi freno inibitore perchè ha subito un brutto colpo da Kwan. –

Sapevo anch'io quanto ci tenesse a lei, ma adesso mi ritrovavo a soffrire ogni giorno per colpa della sua spudoratezza. Sembrava un adolescente in preda agli sbalzi ormonali.

– Mi ha persino chiesto di accompagnarlo al suo appartamento con la macchina fotografica più tardi. Ho quasi paura di andarci. –

Taehyung iniziò a giocherellare con un nastrino della sua camicia a fiori. – Se vuoi che la smetta, devi dirgli la verità. –

– Non posso caricarlo di un altro peso. –

– Forse non è il momento, hai ragione. Puoi sempre chiedergli di non inviare più foto del genere perchè ti infastidiscono. A meno che, in realtà, non ti dispiaccia riceverle. –

Mi sentii colta in flagrante come un ladro mentre sgraffigna del cibo in un supermercato. Un calore insolito salì fino alla mia faccia insieme all'imbarazzo, imperlandomi la fronte di sudore. Quindi, alla fine, entrambi iniziarono a schernirmi e sicuramente non avrebbero mai più preso sul serio un'altra mia lamentela sull'argomento.

Mangiai un boccone insieme a loro mentre aspettavo che Jungkook finisse il suo lavoro. Bussò alla porta dello studio verso le tre del pomeriggio con degli insoliti jeans strappati sulle ginocchia e una camicia bianca rincalzata sotto la cintura di pelle.

– Cosa dovevi fare vestito così elegante? – gli chiese Jimin perchè effettivamente era strano vederlo con una camicia, se non per un'occasione importante.

– Avevo una videocall con un manager. Non vedo l'ora di togliermi tutto. – disse spostando la fibbia della cinta.

Salutammo i due compagni subito dopo per raggiungere la Mercedes di Jungkook nel parcheggio sotterraneo dell'edificio. Dovette aiutarmi a caricare i miei bagagli nel baule, sembrava che dovessi trasferirmi da lui per un mese. Non avevo ben capito che intenzioni avesse quel giorno, ma mi aveva costretta a portare tutta l'attrezzatura fotografica che possedevo.

– Posso sapere i piani di oggi? – gli domandai mentre mi allacciavo la cintura di sicurezza.

– Non lo so nemmeno io. Voglio improvvisare. –

Partì in quarta senza darmi il tempo di ribattere, sgommando contro il pavimento liscio del garage. La fortuna di avere i vetri oscurati nell'auto, era di poter vedere Jungkook guidare con il viso allo scoperto. Mi incantai su di lui come al solito. La mano sul cambio che avrei voluto si posasse sulla mia coscia, talmente tanto che scossi la testa per scuotere via i pensieri.

Golden Hour☀︎︎j.jk [Conclusa✔️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora