Did the unforgivable

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🔸Diamante🔸

Il silenzio di Jungkook diceva quanto fosse stato amareggiato della mia scelta.

Annuii e mi sforzai di sorridere, ma non ero per niente credibile. Non ero capace nemmeno di salutarlo, proprio come un anno e mezzo fa. C'erano troppe questioni irrisolte tra di noi, troppe incomprensioni e troppo disagio, tanto che era già tangibile.

Eppure alla fine mi mossi. Lo abbracciai con uno slancio arrotolando le braccia dietro al suo collo, inspirai a pieni polmoni il suo profumo marino che non sentivo da troppo tempo. Quell'odore assorbito dai suoi vestiti che avevo sempre indossato nel mio appartamento. I suoi muscoli si irrigidirono sotto la mia stretta, ma dopo qualche secondi mi strinse a sé dolcemente. Avevo quasi dimenticato la sensazione del suo corpo a contatto con il mio, morbidezza e robustezza allo stesso tempo. La sua stazza era diventata più massiccia rispetto al passato. Era così concreto adesso e non un ricordo creato dalla mia mente malinconica. Nessuno di noi due osò fiatare, impauriti dall'importanza del momento. Repressi il tremolio che voleva prendere il sopravvento sul mio corpo stringendo ancora più forte, comprimendo le nostre casse toraciche. Il suo cuore batteva a ritmo regolare, a differenza del mio che stava per spaccarmi lo sterno.

Recuperammo le distanze dopo un po', entrambi cercando una distrazione altrove, quando gli altri ci avevano già preceduto nell'area soggiorno. Solo quando lo seguii verso l'interno della villa, notai che indossava un completo semi trasparente. Si intravedevano dei boxer neri attraverso la trama verde militare dei pantaloni e la linea pericolosamente a V del suo torso. Jimin accennó un sorrisetto con i suoi occhi a forma di mezzaluna, mi stava tacitamente ammonendo: "ho visto cosa stavi guardando".

Faticai ad elaborare i loro cambiamenti fisici, probabilmente per passare il tempo durante la pandemia si erano rinchiusi in palestra. Mi stupirono persino le spalle più larghe di Yoongi, il quale si riconfermò il solito tesoro perchè si prendeva cura di me chiedendomi di cosa avessi bisogno continuamente. Alla fine sgranocchiai solo qualche patatina per accontentarlo. Jungkook, invece, mi stava alla larga come una leonessa che studia la gazzella tranquilla mentre bruca. Mi dissero che erano arrivati nella villa da poco e dovevano ancora decidere le camere, purtroppo non potevo rimanere molto sotto tiro delle telecamere altrimenti gli editor avrebbero avuto difficoltà a tagliare tutte le mie scene. Il cane gironzolava tra di noi e si avvicinava spesso per annusarmi le gambe, ma non sembrava per niente infastidito dalla mia presenze. Si lasciò accarezzare il muso più volte senza smettere di scodinzolare, apprezzai molto che non gli fossero state tagliate le orecchie e la coda.

– Di chi è Bam? Si chiama così, giusto? –

– E' mio. – rispose secco Jungkook e la sua voce fece vibrare ogni cellula della mia pelle.

– E' adorabile... –

Avevo  immaginato la nostra prima conversazione in modo un po' differente e forse troppo romanzata. Come potevo pretendere che tutto fosse apposto adesso? Per fortuna una ragazza dello staff venne a chiamarmi per mostrarmi la mia stanza e permettere ai ragazzi di proseguire le registrazioni. Mi voltai un istante davanti all'uscita percependo uno sguardo su di me, ma era solo frutto della mia immaginazione, o forse speranza.

La mia stanza si trovava in una dependance distaccata dalla villa, dove alloggiava tutto lo staff del programma. Nonostante fossi stremata dal viaggio, dormire era una richiesta troppo forzata per il mio cervello. Lo sguardo di Jungkook mi penetrava ancora il corpo: una lama incandescente che mi scioglieva i tessuti e gli organi interni. Mi tormentava il pensiero che non volesse nemmeno più rivolgermi una parola. Forse aveva ricambiato l'abbraccio solo per cortesia, avevo percepito una sorta di distacco che un semplice gesto del genere non avrebbe rimediato.

Golden Hour☀︎︎j.jk [Conclusa✔️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora