In this rain

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🔸Jungkook🔸

Durante la cena, Dia aveva parlato un po' con Kwan. Mi faceva piacere anche solo una piccola interazione tra di loro perché era importante per me che andassero d'accordo. Più le osservavo e più mi rendevo conto di quanto fossero simili fisicamente. Ma l'abbigliamento le differenziava molto. Dia stava prendendo mano mano lo stile vintage alla Taehyung, invece Kwan si avvicinava di più al mio: pantaloni larghi e maglia oversize con l'aggiunta di berretti. Anche quella sera nessuna delle sue si smentì. I pantaloni di pelle a zampa di Dia avevano guadagnato l'approvazione di Tae; persino i suoi stivaletti pitonati che aveva abbandonato per indossare le sue ciabatte di pelo. Le sue curve in evidenza mi catturavano spesso gli occhi, soprattutto perché quelle di Kwan rimanevano nascoste.

Con la mia performance al karaoke mi guadagnai un bacio dalla mia ragazza che mi gratificò più degli applausi. Così la serata proseguì e solo dopo un po' mi accorsi che Dia ancora non era tornata. Taehyung l'aveva raggiunta sulla terrazza per accertarsi che non prendesse troppo freddo, portando con sé il suo cappotto extralarge. Ero seduto sul divano accanto a Kwan, quando lui rientrò da solo con un'espressione seria sul volto.

– Ma Dia? – gli chiesi.

– Dice che vuole stare ancora là fuori ad ascoltare il rumore della pioggia, sai quanto le piace. –

– Sì, ma mi sembra esagerato. – dissi mentre mi alzavo per andare da lei.

Ma Taehyung si parò davanti a me, bloccandomi l'uscita quasi inconsapevolmente. Lo squadrai un momento per cercare di capire se volesse davvero impedirmi di raggiungerla o fosse stato solo un gesto istintivo. Stavo per dirgli di lasciarmi passare, quando notai una macchia nera sul colletto della sua camicia: mascara colato.

– Non ti preoccupare, gliel'ho già detto di non stare troppo fuori con questo tempo. –

Dicendo ciò, Taehyung aveva sollevato entrambe le mani invitandomi a riprendere il mio posto, ma notai un dettaglio: un fazzoletto arricciato nel suo pugno chiuso, anch'esso sporco di nero e bagnato.

– Non mi dire che... – iniziai con il cuore in gola. – Sta piangendo?! –

Gli occhi del mio compagno si sbalancarono, confermando il mio dubbio e non fece in tempo a fermarmi. Mi precipitai sul balcone, le mie ciabatte scalpicciarono sulle piastrelle fradice. Per fortuna indossavo una felpa molto pesante perchè l'aria esterna era davvero gelida e l'umidità non faceva altro che penetrarmi ancora di più nelle ossa. Dia, era in fondo alla terrazza, in un angolo, con la coperta sulle spalle che fissava il cielo. Si stava riparando sotto la tettoia mentre la pioggia scivolava copiosa dentro le grondaie.

– Tae...ora vengo, non... – iniziò a dire mentre si voltava verso di me.

Tacque, quando incrociò il mio sguardo incredulo. Aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime, il naso paonazzo ed alcune tracce di mascara ancora sulle guance. Si buttò la coperta sulla testa per nascondere il viso e cercò di darmi le spalle. Ma le afferrai entrambe le braccia costringendola a fronteggiarmi, nonostante avesse incassato il capo nel petto.

– Perchè mi stai evitando? – le chiesi preoccupato. – Come puoi non dirmi... –

La pioggia ricominciò a scrosciare contro la tettoia di legno sopra le nostre teste, occupando il silenzio che si era creato tra di noi. Dia non osava alzare la testa, ma sentii le sue spalle iniziare a tremare nella mia stretta.

– Non è niente...torna dentro...– mormorò appena con la voce spezzata.

Cercò di scivolare via dalle mie mani, ma aumentai la pressione. A quel punto trasse un profondo respirò e scoppiò in lacrime. Ero spiazzato e frastornato, talmente tanto che per un momento non seppi come comportarmi. Non l'avevo mai vista piangere, a volte avevo persino pensato che non lo avesse mai fatto in vita sua.

Golden Hour☀︎︎j.jk [Conclusa✔️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora