Roma. Aeroporto di Fiumicino. 11 aprile.
A volte il tempismo è fondamentale, altre solo manifestazione del destino. Se quel giorno il volo Lufthansa da New York a Roma non avesse avuto due ore di ritardo, non sarebbero successi due fatti in una sequenza apparentemente irrilevante: John Williams non avrebbe smarrito uno dei due bagagli e, soprattutto, non avrebbe incontrato un'ora dopo, al bar del terminal 3, il capo scorta Ispettore Nino Medici.
Nino Medici beveva un caffè, appagato dal suo gustoso aroma in bocca e dal croissant integrale appena terminato. Lungeva da lui ogni pensiero professionale e ogni connessione con il mondo reale: finalmente soltanto vuoto e pace, sebbene effimeri e di breve durata.
Ma il destino non aveva ancora compiuto tutti i passi necessari per far sì che Medici e Williams si incontrassero. Nella vita degli uomini c'è una costante che gioca a sconvolgere ogni possibile pianificazione: il caso. Un elemento della vita, non di poco conto, che interferisce nella storia in modo inarrestabile e assolutamente inevitabile.
E così, alla volontà degli uomini e alle loro pianificazioni, si sovrappone un susseguirsi di eventi apparentemente casuali che inanellati uno all'altro creano situazioni altrimenti impensabili.
Così, il rovesciamento della tazzina di caffè non ancora finito costrinse Nino Medici a ripiombare nel mondo reale: il Destino e il Caso, ancora una volta, si unirono completandosi a vicenda.
Distratto dal via vai delle persone, John Williams urtò Nino Medici spinto proprio da quelle forze invisibili e, sorpreso, iniziò a scusarsi.
"I'm sorry, I'm really sorry!"
Ma esprimendosi nella sua lingua, anziché risolvere, John, complicò quella spiacevole situazione. Poi, rendendosi conto anche dall'espressione dell'uomo che aveva urtato di trovarsi in Italia, sfoderando un sorriso innocente, ricordò di saper parlare bene anche quella lingua:
"Mi scusi, mi dispiace. Sono desolato."
Nino Medici aveva dalla sua di non aver riposato bene la notte precedente e di aver poco apprezzato anche il volo da Lione. Pensava ancora alla Giulia lasciata all'aeroporto che invece avrebbe voluto guidare fino a Roma. L'umore nero non gli si confaceva, ma quel giorno aveva delle attenuanti a sua discolpa.
Così fu scorbutico.
"Nulla, o quasi. Non si preoccupi."
John non sembrò affatto urtato dal modo di fare di Medici, comprendendone il disappunto e sempre con un tono gioviale, proseguì nelle sue scuse.
"Posso offrirle un altro caffè per riparare?"
C'era un aspetto della vita sul quale Nino Medici era veramente impareggiabile: riusciva a declinare i diversi significati delle parole italiane analizzandoli e valutandoli all'interno della sua mente, dandogli significati e sfumature sempre originali.
Si stupì quindi per il verbo utilizzato: "riparare". Forse il ragazzo avrebbe dovuto preferire "rimediare" oppure utilizzare un'espressione come "per farsi perdonare". Invece, aveva scelto il verbo riparare.
Nella sua mente, mentre John continuava a osservarlo, Nino Medici, tra i significati attribuiti al verbo riparare, scelse quello di "Eliminare o alleviare un male", ovvero porre rimedio a un errore commesso. Però il significato di "riparare" poteva anche essere associato ad "aggiustare" qualcosa che si è rotto, oppure rimetterlo in buono stato.
Così pensò: "Si può rimettere in buono stato una tazzina rotta ma non un caffè rovesciato!". Non lo disse, ovviamente, e per farsi perdonare quei lunghi secondi spesi per queste considerazioni, rispose: "Non deve riparare nulla, non si preoccupi. Il danno in questo caso non è granché. Semmai le offro io un caffè, se mi permette. Vedo che non è italiano."

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Il Buio Del Mattino
Mystery / ThrillerPoco lontano da Milano Elisabetta, un bambina, viene rapita. La Polizia interviene poco dopo, ma è già molto tardi e di Elisabetta si sono perse le tracce. Motta, Vicequestore di Milano, è incaricato delle indagini e i suoi uomini compiono ogni sfor...