Dalla sua posizione, il vicequestore Motta non riusciva a scorgere cosa stesse rendendo incredulo il volto di Nino Medici. Allora si sbracciò urlando, ma il suo urlo fu coperto dal rumore di un aereo che stava atterrando alle loro spalle. Motta pensò che quell'aereo doveva per forza essere la squadra di intervento che stavano aspettando. L'aeroporto era sicuramente ancora chiuso a tutti i voli.
Controllò che i due criminali arrestati non potessero tentare alcuna fuga, poi, dando loro le spalle, girò attorno all'auto e raggiunse Nino che sembrava ancora assorto e restava immobile.
Allora capì.
La vista di due bambine, perfettamente distese ed allineate dentro il retro dell'auto, impietrì anche il vicequestore. Solo per pochi secondi, però. Nino Medici, invece, era letteralmente paralizzato. Non osava avvicinare le sue mani a quei due corpi inerti e immobili.
Motta mise due dita sotto la gola della prima bambina e come prima risposta non percepì nessun battito. Ma erano troppo tesi per esserne certi.
"Nino, che fai?! Aiutami a tirarle fuori!"
Nino Medici, sentendo la voce del suo superiore, ebbe come una scarica elettrica che riattivò tutti i circuiti nervosi, compresi i centri recettivi del terrore e della paura. Seppe però reagire, aiutando il vicequestore a sollevare il primo corpo che appoggiarono al suolo.
"Non è morta! Vedi? respira!" disse Francesco Motta.
"No. Francesco, non respira, ti sbagli!"
Ma non si sbagliava: i polmoni di quella bambina ripresero infatti a respirare. Lentamente. La bambina ancora non riprendeva i sensi, ma era viva. Probabilmente era stata addormentata per meglio gestire quella fuga.
Poi i due poliziotti sollevarono anche il corpo della seconda bambina, anch'essa priva di sensi, ma viva.
Le emozioni che provarono in quel momento furono un misto di furore e di soddisfazione. Nino fece per avvicinarsi ai due criminali che erano stati ammanettati e che presentavano diverse ferite al volto e agli arti. Il vicequestore Motta, intuendone le intenzioni, lo bloccò trattenendolo per un braccio.
"Non è ancora finita Nino, risparmia la rabbia. E le forze mentali. Nessuna delle due è Elisabetta."
Nino Medici non rispose, ma si chinò per accarezzare il viso delle due bambine che ancora non davano segno di rinvenire.
Il personale di guardia, che aveva assistito a tutta la scena, chiamò il soccorso medico dell'aeroporto. E mentre le due ambulanze giungevano, Motta dovette decidere come proseguire quell'azione.
Serviva calma, ma come poteva ritrovarla?
Non dovevano commettere il minimo errore. C'era ancora l'aereo cargo da prendere e nello stesso momento, si doveva pensare al magazzino della Cargo-X in cui poteva ancora esserci qualcuno.
La situazione era ancora davvero pericolosa.
In quel momento, proprio quando la tensione stava raggiungendo un livello difficile da gestire, giunsero davanti a Motta sei poliziotti dei NOCS in assetto operativo e alcune volanti dei servizi aeroportuali che erano arrivati sul piazzale. Ora le forze erano inequivocabilmente a favore della Polizia. Il responsabile dei NOCS ottenne da Motta le informazioni del caso, poi insieme agli altri si unì al resto del gruppo composto da quindici unità in totale.
Motta e Medici lasciarono il campo e l'azione a quel reparto speciale che, una volta schierato e messosi di fronte all'aereo, ottenne l'effetto desiderato.
Il portellone dell'aereo si aprì e, per un breve momento, si pensò a un nuovo attacco. Invece si videro prima due braccia tese in avanti, poi il corpo di un uomo e di una donna uscire sulla scaletta. Subito dietro, ancora un'altra donna completava il gruppo.
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Il Buio Del Mattino
Mystery / ThrillerPoco lontano da Milano Elisabetta, un bambina, viene rapita. La Polizia interviene poco dopo, ma è già molto tardi e di Elisabetta si sono perse le tracce. Motta, Vicequestore di Milano, è incaricato delle indagini e i suoi uomini compiono ogni sfor...