Ciampino, aeroporto.
Il capitano Toscani e Sergio Accorsi erano nella sala riunioni della base Hangar 1 quando il telefono cellulare del primo squillò. Toscani lo aveva lasciato vicino alla macchina di distribuzione del caffè, una di quelle con le capsule di una nota azienda italiana. Si alzò dalla sedia e passando accanto a Sergio gli sfiorò la spalla: un gesto che sanciva la fine di quelle chiacchere di poco conto.
Prima ancora che Toscani raggiungesse il telefono, anche Sergio si alzò dalla sedia e, dirigendosi nella direzione opposta, lasciò la stanza.
"Buonasera Motta, come sta?"
"Buonasera Toscani. Bene, grazie." poi senza ulteriori convenevoli, andò dritto al punto: "La situazione è cambiata, la chiamo per questo. Se può ascoltarmi."
"Sì, certo, l'ascolto."
"È solo?"
"Sì, in questa stanza, no in questa sede."
"Allora può parlare liberamente."
Era un'affermazione ma con sottointesa una domanda, così rispose: "Pensavo che Camille le avesse detto che i nostri telefoni non sono intercettabili."
"È un punto su cui varrebbe la pena di discutere, non condivido la sua certezza su questo fatto."
Nel dire questa frase, il vicequestore Motta si pentì di aver messo in dubbio quanto appena detto da Toscani, ma ormai lo aveva fatto. E, mentre stava per abbozzare una risposta, il capitano Toscani lo interruppe e ridendo disse: "Dovrei farne avere anche uno a lei, però a noi dell'Arma piace lasciarvi un po' indietro!"
"Allora immagino si tratti di una tecnologia militare e non civile. Probabilmente non sono il solo a non aver uno di quei telefoni!"
"Vedremo. Magari quando sarà finita questa storia." Nel dirlo Toscani, cambiò tono della voce lasciando intendere una proposta concreta.
"Mi sarebbe utile, la ringrazio Toscani. Molto utile." Il vicequestore pensò a tutte quelle volte che aveva dovuto comunicare al telefono fatti importanti e dettagli determinanti con il pensiero fisso di essere vittima di intercettazioni illegali. Poi riprese a parlare arrivando al motivo della chiamata.
"Penso che abbiamo definitivamente perso la bambina, intendo dire perso per sempre. Siamo arrivati tardi per ben due volte. Prima in quel garage grazie al suo lavoro, poi a Malpensa."
"Malpensa? Pensavo foste indirizzati a Genova... o comunque in un porto."
"Sempre di un porto si tratta, perché siamo allo scalo merci e non passeggeri. È stata una mia intuizione, in effetti era corretta, solo che..." si interruppe per un attimo.
Toscani pensò di incoraggiarlo, ma sapeva che non c'era alcun bisogno di farlo.
"Solo che" ripeté Motta "siamo arrivati tardi. Non saprei come dirlo senza sentirne il peso."
"Capisco." fu la laconica risposta del capitano Toscani teso ad ascoltare le parole successive, sicuramente quelle più interessanti.
"Nell'azione abbiamo arrestato diversi componenti di quella che sembra essere un'organizzazione più vasta del previsto. Le indicazioni dell'Interpol sono risultate corrette. Non si spostano bambine rapite per l'Europa e attraverso gli oceani senza un'adeguata organizzazione criminale. E questa deve essere di dimensioni importanti. Abbiamo preso ben sei persone, tutte armate e tutte incensurate, pare. Tranne una, ma al momento neppure questo fatto pare portare a nulla. Li stanno scortando in carcere. Nessuna traccia di Elisabetta, ma abbiamo liberato altre due bambine che pensiamo possano in effetti essere di nazionalità tedesca. Lo stiamo appurando. Ora sono in ospedale e stanno bene."

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Il Buio Del Mattino
Mistero / ThrillerPoco lontano da Milano Elisabetta, un bambina, viene rapita. La Polizia interviene poco dopo, ma è già molto tardi e di Elisabetta si sono perse le tracce. Motta, Vicequestore di Milano, è incaricato delle indagini e i suoi uomini compiono ogni sfor...