Roma, Hotel Donna Camilla Savelli.
L'addetta al banco del ricevimento clienti dell'hotel Donna Camilla Savelli rimase delusa. Aveva sperato nel ritorno in mattinata di John ed era pronta a sfoderare un sorriso pieno di significati. Ma non ce ne fu il tempo: John non la vide e la ragazza dovette spegnere l'entusiasmo dentro di sé. Un vero peccato, si disse. Il giovane americano non l'aveva notata né all'uscita né all'entrata, lei allora avrebbe dovuto cambiare tattica, ma ancora non aveva un piano ben definito. Così si aggiustò la frangetta dandosi un contegno e guardando i colleghi sempre pronti a metterla al centro della loro attenzione, chiaramente per prendersi gioco di lei: li fulminò con gli occhi e il suo viso assunse un'espressione professionale.
Ad averlo saputo, per come era fatto John, si sarebbe anche prestato per aiutarla in quel gioco tra colleghi, almeno per un po', giusto per dare man forte a quella ragazza.
John però non si curò né di lei né di tutte le persone presenti, preso dalla furia di un piano già chiaro nella sua testa che era ansioso di attuare quanto prima.
Arrivato in camera, controllò l'ora. Con il fuso orario di New York avrebbe quasi sicuramente svegliato il professor Thomas, ma anche quell'attenzione venne meno.
Fu soltanto necessario digitare il numero di telefono che gli aveva lasciato.
Al secondo squillo, il professor Thomas rispose. Erano le 2.30 di notte a New York e pioveva forte. L'acqua batteva sui vetri dei grattacieli con martellante tenacia, picchiando continuamente sui cristalli e sulle strutture di metallo creando così dei suoni cupi e ripetitivi. Sembrava di assistere a un film catastrofico: una tempesta perfetta stava trasformando i grattacieli in fiumi verticali di acqua.
Quando il vento forte si abbatté sulla città, si temette il peggio e a ragione. Infatti si registrarono danni notevoli nella zona ad est, appena sotto le Nazioni Unite, dove gli alberi sradicati ostacolavano il passaggio delle auto, alcune vecchie installazioni di ferro furono abbattute dalla furia del vento, e torrenti d'acqua entrarono negli scantinati delle abitazioni.
Più che New York sembrava di essere in Florida durante il passaggio di un uragano, ma in realtà si trattava soltanto di una forte tempesta d'acqua e di vento.
Con una differenza sostanziale però: i newyorchesi non erano abituati a tali eventi. Così con quelle condizioni climatiche, praticamente nessuno a New York riusciva a prendere sonno, rimanendo all'erta e in stato di costante preoccupazione.
Così, John trovò il professor Thomas ancora sveglio pronto a rispondere al secondo squillo.
"John, come sta?"
"È sveglio professore?"
"Non potrei dormire. Si colleghi ad Internet e capirà il perché".
John era abituato a obbedire agli ordini, così lo fece automaticamente e per qualche secondo la conversazione cessò.
"John?"
"Sì, un momento, sto guardando professore... Ora capisco! Lei sta bene?"
"Sì, certo, abito al trentesimo piano. Se cade questo edificio, allora sprofonda anche l'America!"
Poi scese di nuovo il silenzio, segno che John si stava preparando a spiegare il motivo della chiamata.
"Devo chiederle un favore, ancora uno e non so neppure se sarà l'ultimo. Lei mi ha detto che a questo numero avrei potuto parlare liberamente."

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Il Buio Del Mattino
Mystery / ThrillerPoco lontano da Milano Elisabetta, un bambina, viene rapita. La Polizia interviene poco dopo, ma è già molto tardi e di Elisabetta si sono perse le tracce. Motta, Vicequestore di Milano, è incaricato delle indagini e i suoi uomini compiono ogni sfor...