Pezzi di Paradiso E Panna Montata

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Da quando avevo messo piede in ufficio quella mattina, sapevo che la giornata sarebbe finita con uno dei miei mal di testa epici. Uno di quelli che ti martella il cervello e non ti lascia scampo. Uno di quelli che ti fa sbarellare, e che ti fa rimpiangere di essere nato da quel spermatozoo velocista. Di solito, non ero quel genere di persona che si lamentava e che odiava tutto e tutti, ma ero un vero fan della vita e dei suoi piaceri carnali. Infatti, questa mia gratitudine verso l'esistenza, e verso la donna che mi aveva messo al mondo, veniva omaggiata ogni qualvolta incrociavo lo sguardo di quest'ultima. Il grazie era d'obbligo, come lo era un mazzo di fiori di tanto in tanto. Una madre presente, nonostante il suo lavoro di dentista specializzata in pediatria, sempre pronta a farsi in quattro per quel figlio scapestrato e con la fissa per le leggi. Fin da piccolo, difatti, prediligevo le serie tv sui legal drama, ma soprattutto Ally McBeal. Quel telefilm, libertino per i suoi tempi, era il connubio perfetto tra avvocati, risate e rapporti liberi senza pensarci troppo, un po' quello che sarei diventato io nel corso degli anni: Un donnaiolo. Uno di quelli che sarebbe morto sicuramente di sifilide nell'ottocento per intenderci. Sicuramente, il mio essere bello e aitante, aveva contribuito ad infilarmi con facilità tra le gambe delle fanciulle, ma anche il mio senso dell'umorismo e il mio non avere peli sulla lingua avevano giocato un ruolo importante sia nella sfera sessuale che quella lavorativa.

Ruolo che mi calzava a pennello, e che veniva cercato come un ago in un pagliaio in quel famoso studio di avvocati menzionato spesso da mio padre, il bancario Monte.

Con il mio fisico asciutto e una laurea conseguita alla Cattolica di Milano, mi ero presentato un bel giorno di fronte a Fabrizio Maggi, direttore delegato della società Maggi Legal advice, catturando subito con i miei occhi nocciola, la sua completa attenzione. Da quel famoso incontro, ne era passata di acqua sotto i ponti e di donne tra le mani, e adesso me ne stavo seduto in disparte, in quel tavolo rettangolare che ricordava tanto una scialuppa di salvataggio dai toni del del marrone, mentre il team di avvocati scelto da Fabrizio, discuteva sul divorzio del secolo: Morandi/Bassi. Una guerra mastodontica, che si protraeva ormai da diversi mesi, e che aveva sfracellato i miei coglioni da tempo immemore. Li osservavo come se avessi davanti un branco di scimmie che, con botte e risposte assurde, pretendevano di vincere la partita. Le mie tempie, pulsanti e doloranti non ne potevano più di quello scempio, chiedendomi aiuto. Le accarezzai con l'indice e il medio in entrambi i lati, e tracciando dei cerchi lungo il perimetro, pregai tutti i santi del paradiso che quella riunione del cazzo, finisse presto insieme a quella tortura cinese.

« Avvocato Monte, lei non ha niente da dire a riguardo? », una voce irritante e da citofono si fece spazio tra quelle degli altri che continuavano a contendersi la vittoria.

Lui, l'avvocato Filippini, da sempre il leccaculo di Maggi, si fece avanti con la sua aria da sbruffone convinto. Una convinzione che ero deciso a fare cadere, insieme a quella faccia da idiota che si ritrovava.

« Chi io? » chiesi, con falso tono innocente toccandomi il torace. Un tono che Fabrizio conosceva bene, e che afferrò con entusiasmo, sorridendo divertito.

« Sai, questo tuo essere così spaccone mi fa girare i coglioni! », continuò lui imperterrito sempre più convinto del fatto suo.

« Sai Mario, potrei dire la stessa cosa di te... » affermai alzandomi dalla sedia, e avvicinandomi a lui con le mani in tasca continuai « Ma soprattutto potrei dire che stai facendo proprio un lavoro del cazzo! »

« Ma come ti permetti?! »

« Mi permetto mio caro Mario, perché, da quando sono entrato in questa stanza, ti ho solo sentito dire cazzate! »

« Allora illuminaci! Ti ascolto... », esordì Fabrizio, spezzando quel silenzio che lo aveva distinto fino a quel momento.

« Con piacere Fabrizio. », risposi soave avvicinandomi al gruppo di scimmie, che adesso sembravano quasi agnellini.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora