Una delle frasi più belle e, che era diventato il motto di mio padre negli anni passati dietro ad una scrivania in banca, era " Il lavoro nobilita l'uomo".
Quella piccola frase, attribuita più volte a Charles Darwin, era diventata con il passare del tempo anche il mio pensiero di vita.
Quel modo di dire, davvero famoso, veniva spesso ripetuto dal sottoscritto per ricordarmi, durante i giorni intensi allo studio, che la dignità degli individui passa anche attraverso la professione e il duro lavoro.
Lavoro che aveva dato tante soddisfazioni al sottoscritto e che mi avevano elevato al rango più elevato nella scala morale e sociale.
Ero nato per fare l'avvocato.
Durante tutti gli anni passati nella Maggi Legal Advice, avevo capito una cosa: L'avvocatura non era un lavoro per tutti.
Alcuni avvocati erano fatti per stare zitti e buoni dietro la scrivania, io invece ero fatto per starci sopra anche in diverse posizioni.
Ogni qualvolta entravo nell'edificio, avevo gli occhi di uomini e donne puntati. Nonche la cosa mi dispiacesse, anzi, adoravo essere osservato. Soprattutto se avevo i miei completi migliori: Vestito blu chiaro melange con gilet, cravatta e pochette azzurri con camicia bianca. Sul naso, i miei immancabili occhiali da sole rotondi modello vintage specchiato.
Mi amavano tutti.
Continuai la mia passerella fino al mio piano e, arrivato davanti alla mia scrivania, ci appoggiai sopra la mia ventiquattrore. Aprii la giacca per sedermi e dare un'occhiata agli appuntamenti della giornata quando sentii qualcuno entrare nella stanza.
Alzai lo sguardo trovandomi davanti i suoi occhi azzurri e i suoi meloni in bella vista.
Era fasciata alla perfezione da un tubino nero scollato, capelli lisci sulle spalle e tacco dodici.
Un vero schianto.
« Christina... », dissi sorridendo per metà fingendo finta indifferenza guardando i fogli che avevo davanti.
« Avvocato Monte, ho qui le pratiche che mi aveva chiesto venerdì... », disse la prosperosa riccioli d'oro attirando la mia attenzione. « E queste gliele manda l'avvocato Borghini... », continuò lasciando sulla scrivania tutto il malloppo di documenti.
« Ti ringrazio Cristina, come sempre impeccabile... », affermai sistemandomi la cravatta lanciandole un'occhiata inequivocabile.
Con lei non c'era mai stato nulla, ma avevo urgente bisogno di toccare con mano quelle tette che non facevano altro che chiamarmi tutto il giorno.
« Posso fare altro avvocato Monte? », chiese lei poggiando entrambe le mani sulla scrivania spingendosi oltremodo verso di me.
Potresti metterti a novanta sulla mia scrivania?
« No Cristina, per il momento va bene così... », le sorrisi cercando di mascherare quel sorriso da idiota che era venuto fuori dal pensiero precedente.
« Se avesse bisogno di me, sa dove trovarmi... », sussurrò spostandosi e dandomi una meravigliosa visuale del suo sedere.
Lo so eccome...
« Non temere, sarai la prima ad essere chiamata... »
« Toc toc, disturbo? », la voce del mio collega Tancredi sembrò spezzare quella sorta di magia che si era venuta a creare tra me e riccioli d'oro.
« No, non disturbi affatto carissimo! », dissi sfigliando i documenti appena portati da Cristina.
Lei, lanciandomi un ultimo sorriso malizioso, sgattaiolò davanti a quest'ultimo che le aveva puntato il sedere.
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Quello Che Non Sai Di Me
Romanzi rosa / ChickLitSaverio Monte è un affermato e brillante avvocato con il vizio delle donne e del sesso senza impegni. Costretto, suo malgrado a partecipare all'organizzazione per il matrimonio del suo migliore amico, si ritroverà invischiato in situazioni divertent...