Per Farla Innamorare

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Ero sempre stato un tipo equilibrato. Non era cosa facile per me, perdermi in un bicchiere d'acqua. Riuscivo sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno. Eppure, perdere, era una di quelle cose che non sapevo gestire e che non tolleravo bene. Odiavo perdere a monopoli. Odiavo perdere a carte. Odiavo perdere anche a pari e dispari. Dario, questo, lo sapeva bene, infatti, con il sorriso di chi aveva vinto e stracciato il suo avversario, spinse con orgoglio la porta di vetro che ci divideva dal resto dell'edificio.

Che bastardo.

Camminavamo tranquilli sulla via degli spogliatoi, quando dagli altoparlanti del corridoio, uscì Crying at the discoteque degli Alcazar. Il pirla, già elettrizzato per la vittoria del momento prima, si gasò ulteriormente iniziando a ballare alla Tony Manero prendendomi in giro.

Che bastardo 2.0

Trasportato e divertito da quella musica che avevamo ascoltato tantissime volte in discoteca, lo guardai annoiato cercando di contenere la voglia di tirargli un pugno.

« Ma la vuoi smettere?! Mi stai dando sui nervi!! », esclamai toccandomi il naso nervosamente.

« No! Cos'è, non sai accettare una sconfitta? », replicò lui, con il suo solito sorriso beffardo.

« Io? Era una partitella qualunque... », risposi alzando la maglia bianca Umbro con il colletto rosso verso il mio viso per asciugare il sudore che ancora cadeva dalle mie tempie.

Che schifo.

« Ah sì?! », chiese lui con quella faccia da schiaffi.

« Si! »

« Allora dimostralo! », affermò sfidandomi alzando la mia maglia bianca Nike neanche fossi uno di quei teppisti di strada.

Io, che non amavo perdere, come precedentemente detto, iniziai a muovermi per il corridoio dando il meglio di me.

Ero da sempre stato il più eccentrico ed egocentrico del gruppo, lasciando a casa la dignità a casa, in molte occasioni. Mi girai facendo una giravolta e camminando all'indietro strinsi le labbra chiudendo gli occhi portando la testa a destra e sinistra seguendo quella musica che ormai sembrava averlo rapito.

Lui, per niente intimorito dalle mie movenze, mi seguii a ruota senza badare molto a gli altri giocatori che attraversavano quel corridoio dalle vetrate trasparenti. Alla fine, bastava poco per essere felici e fare i cazzari.

Avanzavo sicuro di me verso gli spogliatoi ancheggiando in modo sexy, quando dall'altra parte del corridoio si avvicinavano a passo veloce, due ragazze more davvero carine con il loro completini da padel.

Seguitai a ballare anche se sapevo che avrei attirato sicuramente la loro attenzione, mi piaceva farmi guardare, mi piaceva essere desiderato. Niente di impegnativo, l'importante era farsi guardare.

Le signorine in questione, dopo aver lanciato uno dei loro sguardi inequivocabili risero tra di loro. Saverio, vedendole superarci rispose con uno dei suoi sorrisi facendogli l'occhiolino. Il suo fascino era innegabile, tutte quelle che lui adocchiava cadevano ai suoi piedi.

« Siete davvero bravi a ballare... », disse una delle due ragazze puntando Saverio.

« Siamo bravi anche in altre cose... », rispose lui senza alcun ritegno.

« Non avevo dubbi... », replicò la ragazza sorridendo maliziosa prima di sparire dietro la porta di vetro che portava ad uno dei campetti.

« Le vedi quelle gonnelline?! « domandai poggiando il suo braccio destro sopra le sue spalle. « Dovrebbero essere illegali! Ti mandano il cervello a puttane! », affermai sorridendo.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora