Invasione Barbariche

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Ah l'amore! Che cosa meravigliosa! Il cuore che batte, le gambe che tremano, le farfalle nello stomaco e gli uccellini che cinguettano a tutte le ore del giorno e della notte nella testa.

Shakespeare scrisse: "Il viaggio termina quando gli innamorati si incontrano". Ah, che pensiero sublime! Resto sempre sbalordito dal potere che ha questo sentimento su noi poveri mortali. Nella mia vita, da perfetto Casanova, non mi ero mai innamorato veramente. Certo, c'erano state molte donne che avevano scaldato il mio letto, ma mai il mio cuore. E questo, non era certo un titolo di demerito, avere una ragazza fissa e che mi scaldasse il cuoricino non era mai stato il mio obiettivo di vita. Volevo godermela fino alla fine.

Però dovevo ammetterlo a me stesso, tutta questa situazione "matrimoniale" mi metteva una certa adrenalina in corpo. La sentivo chiaramente invadere le mie vene, farsi spazio tra quei piccoli sentieri del mio corpo fino ad arrivare ovunque. Quella piccoletta, dai ricci color paprika, aveva mandato a puttane qualsiasi buon senso. Volevo scoparmela senza se e senza ma.

Presi la valigia blu scuro che avevo appoggiato sul letto, e aprendola velocemente, recuperai i pantaloni neri che avrei indossato quella sera, insieme ad una camicia colore porpora con colletto posteriore nero e le mie solite scarpe nere lucide stringate. Infilai subito i pantaloni senza abbottonarli e avvicinandomi allo specchio iniziai a modellare quei capelli ribelli che mi ritrovavo, quando all'improvviso il display del mio iPhone si illuminò.

Essendo a due passi da me, lo presi con mano sinistra mentre l'altra stazionava ancora tra i capelli. Scrutai quel piccolo rettangolo che faceva parte dell'anteprima con un sorriso divertito.

" Ti aspetto nuda... Tua Natalia "

Soffiai con il naso sorridendo con un bambino alla quale era stato promesso un lecca lecca al gusto fragola. La dolce e innocente nipote della signora Perdoni sapeva farci. Con una sola parola aveva acceso quella parte di me che era sempre vigile e in attesa di scattare.

" E io non vedo l'ora di venire... "

Le scrissi continuando a sorridere. Sapeva farci la ragazza, e non solo con la bocca.

Ancora gasato, ed eccitato all'inverosimile anche dopo essermi vestito, mi chiusi la porta della camera alle spalle sbattendoci la testa. Avevo urgente bisogno di qualcosa di forte e alcolico per smorzare un po' quella situazione incontenibile che si stava svolgendo dentro i miei pantaloni.

Cercai di focalizzare la mia attenzione su uno dei grandi vasi che si trovavano a schiera per tutto il lungo corridoio in stile coloniale, nella speranza che il mio amichetto si decidesse a resettare i suoi piani di invasioni barbariche. Sì, perché lui aveva proprio voglia di invadere qualsiasi cosa si trovasse davanti a sé.

Dopo aver fatto pace con me stesso, e dopo aver messo a tacere quegli istinti primordiali, mi avvisi a grandi passi verso le scale che conducevano al piano terra dove avevo notato un open bar: Amavo Mirko.

Passeggiavo sicuro lungo il corridoio lanciando e ricevendo sguardi inequivocabili. E ad ogni volta, era una tacca in più nella cintura del mio ego.

Mi sedetti nell'unico sgabello libero che si trovava al centro del bancone chilometrico in noce e marmo bianco e colonnine doriche.

Un vero tocco di classe.

La barista, che aveva seguito le movenze del mio sedere per tutto il tragitto, si avvicinò a me sfoggiando un sorriso e una convinzione alla pari della sua bellezza. Occhi azzurri, capelli miele, e delle labbra sottili ma impreziosite da un neo sul lato destro.

Niente male.

« Cosa le porto signore? », chiese Candy-Candy mettendo un bicchiere di cristallo dinanzi alle mie braccia conserte. Il suo sorriso malizioso si accentuò enfatizzando l'ultima parola, quasi in una supplica.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora