Tu Hai Sempre Me

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Della furbizia femminile si potrebbe parlare a lungo. Si potrebbero scrivere libri e enciclopedie su come con la loro furbizia e astuzia riescano a farci fare tutto quello che vogliono. Basti pensare al dottor Testi e alla futura consorte. Lui, da sempre promotore della monogamia e della vita di coppia, aveva innalzato Claudia su quel piedistallo, e ci guardava da lassù sventolando la sua manina neanche fosse la regina di Svezia. Tutto questo, ovviamente, grazie alla sua furbizia e al suo fascino da professoressa sexy. Durante tutta la mia carriera da donnaiolo incallito, avevo avuto a che fare con molte donne furbe, e in alcuni casi avevo anche elogiato il loro essere così calcolatrici. Certo, Claudia mi dava sui nervi, ma la maggior parte delle volte mi divertivo con quel genere di donna. Chiaramente, quella sera, la futura signora Testi aveva dato il meglio di sé, deliziandoci con la sua velata furbizia tralasciando solo un piccolo particolare: io non ero Dario.

Tenevo stretta tra le mie braccia Ginevra, pregustando la serata che ci aspettava. Lei non ne era ancora a conoscenza, ma avevo grandi piani per noi subito dopo quella ultima lezione del cazzo. Tra i nostri volteggi e lo stringerle il sedere come se non ci fosse un domani, mi accorsi di come Anita mi guardasse disgustata. Quel suo sguardo mi fece male. Ma non perché provassi qualcosa per lei, ma perché se a lei stavo sui coglioni, avrebbe allontanato Dario da me, come era successo in parte con Mirko. Così armato di buona volontà e tanto ottimismo, lanciai Ginevra tra le braccia di Dario al suono del timer, dirigendomi a grandi passi verso Anita.

Lei, con lo stesso disgusto di prima, appoggiò a malapena le sue mani sulle mie spalle, rendendo ostile il primo approccio con lei.

« Signorina Velletri... », dissi cercando di farla parlare.

« Avvocato Monte... »

Bene, almeno risponde.

« Sai, credo che siamo partiti con il piede sbagliato noi due... »

« Dici?! », rispose quasi annoiata senza guardarmi in faccia.

Brutta storia.

Era chiaro che le stavo sui coglioni. E la cosa comica era che non faceva niente per nascondere la cosa. Non mi sopportava e me lo spiattellava proprio in faccia.

Bella scelta, Dario.

« Dico, e vorrei tanto rimediare a questa nostra situazione. Ci terrei particolarmente... », affermai guardandola dritto negli occhi, sfoderando uno dei miei sorrisi migliori da avvocato.

« Ma ci stai provando con me?! », esclamò lei guardandomi sbalordita.

Ma in che senso?

« Che cosa?! Ma per chi mi hai preso?! Io non ci provo mai con le donne dei miei migliori amici. Soprattutto se questo amico è Dario. Lui è come un fratello per me... », ci tenni a precisare quasi incazzato.

« Io non sono la donna di Dario! », continuò lei con quel teatrino credendo di essere furba

In pratica il discorso di prima.

« Si si, certo. Ad ogni modo, come posso rimediare a questo disguido che si è venuto a creare tra di noi? »

« Disguido?! Tu sei uno stronzo! »

« Ok, ok, forse lo sono un po'... Ma vorrei davvero recuperare questo rapporto con te. »

« Ma stai bene?! Non capisco come mai tutta questa insistenza! »

« Un giorno sposerai Dario, e non voglio che tu e la tua avversione verso di me lo allontanino... »

« Tu sei fuori! Cosa ti fa credere che lui voglia farlo?! », rispose cercando di capire nei miei occhi se sapessi qualcosa che lei non sapeva.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora