L'Importanza Di Chiamarsi Saverio

1.1K 119 148
                                    

Secondo statistiche nazionali, sei milioni di italiani soffrono di naupatia, mal di mare per intenderci. Molte volte questo disturbo è mascherato molto bene dalla routine e dalla quotidianità della vita di tutti i giorni, mostrandosi solo al momento propizio. Momento che si era presentato per Beatrice proprio durante quella deliziosa gita in barca facendole fare un bel bagnetto nelle acque gelide del lago di Como portandosi dietro il dottor Mancini.

Chiamiamola fortuna o segno del destino, ma quel tuffo fuori programma era stata la cosa più bella che ci potesse succedere. E in più, una buona scusa per tornare alla villa e andarcene finalmente da quel posto che aveva preso le sembianze della laguna blu. In quel luogo fiabesco avevo perso il senso del tempo e dello spazio, non ricordavo più che giorno fosse e avevo scopato solo con una donna.

Brutto affare.

Appena fummo scesi dalla barca, i futuri coniugi si premurarono di accompagnare i naufraghi alle rispettive camere, lasciando me e Ginevra stranamente da soli.

« Sa, mi raccomando! », furono le parole di Mirko mentre scortava Dario verso la villa.

Lo salutai con la mano muovendo solo le dita

Ingenuo.

« Allora, avvocato, idee per ammazzare il tempo? », chiese lei facendo due passi in avanti salendo le scale dandomi una perfetta visuale del suo sedere.

« Come ben sai, ne avrei tante di idee... », affermai accendendo una sigaretta continuando la contemplazione del suo sedere.

« Come sei prevedibile... »

« Prevedibile? », risposi buttando fuori il fumo insieme ad una risata.

« Già... pensi che io voglia fare sesso con te... »

« Lo sai che sono un ingenuo... », dissi provocando stavolta la sua risatina.

« Beh, mio caro e bello ingenuotto, cosa ti andrebbe di fare? »

« Bello? », chiesi con finto stupore.

« Andiamo, sei davvero così ingenuo? »

« Dimmelo tu... », rimarcai facendola aderire contro la ringhiera adornata da siepi.

Appoggiai entrambi le mani ai lati del suo viso intrecciando le dita contro i fili annodati di ferro sicuro di me.

Le lanciai uno sguardo carico di desiderio prima di abbassarmi verso destra su di lei aspettando un suo segno. Strinsi il labbro inferiore guardando la sua reazione vogliosa sorridendo compiaciuto, per poi prenderle le labbra e baciarla come se non ci fosse un domani.

Lei, convinta della mia ingenuità, assaporava ogni centimetro della mia bocca trascinandomi a sé tramite capelli. Mi lasciai trasportare da lei e dalla voglia di me che aveva cercato di nascondere tramite le sue parole, ma che poi non rispecchiavano il suo volere. Stringevo la ringhiera come a volerla tirare giù. Volevo trattenermi e non soccombere tra i suoi baci, volevo farle vedere che lei mi desidera più di quando voleva farmi credere. Il suo sapore si faceva spazio tra le mie papille gustative cercando di annebbiare la mia mente già in bilico.

La desideravo più di quando quel bacio potesse dimostrare, più di quando il mio corpo mostrava in quel momento.

Poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, mi scostai da lei prendendo una boccata dalla sigaretta che stringevo ancora tra le dita.

« Embè?! », chiese sbalordita con il fiatone.

« Chi è adesso l'ingenuo? », chiesi sorridendo con la sigaretta in bocca.

« Tu sei- »,

« Un coglione? »

« Esatto! », rispose ridendo e abbassando lo sguardo.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora