Ovunque, Ma Sempre Con Te - Extra

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La neve scendeva leggera, davanti ai miei occhi, regalandomi una sensazione di benessere e di felicità. Adoravo quei fiocchi che sembravano di velluto mentre si appoggiavano con delicatezza sugli alberi e tutto il paesaggio circostante. Era tutto meravigliosamente bianco e candido da sembrare un mondo a parte. Mi sedetti davanti alla finestra ad ammirare quella magia, accarezzando il pancione. Damiano, da sempre un grande podista, scalcia a più non posso ascoltando le mie emozioni che scaturivano da quella visione celestiale. Mi persi nella sua contemplazione mentre aspettavo Saverio che tornava dalla sala banchetti, dove stava per consumarsi una tragedia. L'ingrediente finale di una serata perfetta pensai, anche se era stato tutt'altro che perfetta. L'ultimo contatto che avevo avuto con Anita e compagni, era stato l'attimo dopo il salvataggio in extremis da parte di Dario verso sua madre. Era stato un momento terrificante, e io, nonostante avessi Saverio vicino a me, mi spaventai a morte. Fu proprio lui ad accorgersi di questo mio malessere e portarmi verso le scale una volta appurato che la madre di Dario fosse fuori pericolo.

« Amore, vai in camera e riposare un pochino. Io arrivo subito. Devo accertarmi che la madre di Dario stia veramente bene, e se Anita ha bisogno di qualcosa, ok? » , lui cercò il mio sguardo scrutandomi con i suoi occhi nocciola più impauriti dei miei.

Annuì senza dire nulla. Lui doveva andare e io sarei stata bene. Accarezzai il pancione nello stesso momento in cui Saverio ci appoggiò la mano sopra. « Tornò subito, davvero. », incalzò lui, baciandomi delicatamente e allontanandosi verso la sala da pranzo. Rimasi ferma qualche secondo come a volerlo aspettare. Ma capii ben presto che sarebbe stato meglio se io avessi fatto quello che lui mi aveva suggerito. E così, mi ritrovai sola ad osservare la neve che cadeva con il piccolo Damiano che scalciava contento. Mi alzai dalla poltrona che dava sulla grande vetrata guardandomi intorno. Per la prima volta mi sentii inutile. La ragazza incinta che ha bisogno di essere allontanata per non rimanere traumatizzata. Sbuffai allungando le mani verso l'armadio in cerca del mio mega pigiamone in pile. Non avevo mai indossato quel tipo di abbigliamento, ma da quando ero rimasta incinta, preferivo le cose comode, calde e avvolgenti. Per i baby doll c'era sempre tempo. Ero ancora intenta nella ricerca del pigiama, quando sentii la porta della camera aprirsi.

« Sono qui. », la voce di Saverio sembrò più squillante del solito. Sintomo che era in apprensione.

« E io sono qui. », replicai facendo capolino da dietro l'anta dell'armadio.

Lui mi sorrise portando le mani in tasca provocando la mia stessa reazione. « Che c'è? », chiesi con quel sorriso da ebete stampato sul viso.

« Quanto sei bella. »

« E lo sarò ancora di più con questo bel pigiamone venuto direttamente dal parco di yellowstone. », risi mostrando il pigiama in tutta la sua bellezza.

Lui mi sorrise ancora una volta, avvicinandosi a me. « Vuoi davvero andare a dormire? », chiese stringendomi tra le sue braccia.

« Dopo la botta di adrenalina, credevo che la serata fosse finita qui. », ammisi lanciando il.pigiama verso il letto. « Anzi, come stanno? »

« La madre di Dario si è ripresa così bene che ha anche abbracciato Anita. »

« Davvero? »

« Si vede che aver visto la morte negli occhi gli abbia fatto venire un po di sale in zucca. »

« E Anita? »

« Anita, ha ricambiato e ha deciso di darle questa seconda possibilità. »

« Avrei dovuto aiutarla in questo momento così delicato. Non scappare in camera. »

« Amore, nelle tue condizioni era la cosa migliore da fare. Sei sbiancata »

« Devo ammettere che la cosa mi ha spaventata. »

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora