Coppa Di Champagne

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Epitteto disse: Cerca la compagnia di persone che ti fanno sentire bene, la cui presenza fa emergere la parte migliore di te. E io non potevo trovarmi più d'accordo con lui. L'amicizia che nutrivo per Dario e Mirko, mi rendeva migliore e mi faceva stare bene. Ognuno di loro, nei diversi modi di rapportarsi alla vita, mi avevano insegnato molto e avevano plasmato il Saverio di oggi. Tutto questo lo vedevo ogni giorno tra le nostre risate e i nostri siparietti. Siparietti che non mancarono neanche quella sera al matrimonio di Mirko Ad aprire le danze, anche se le danze erano già partite da un pezzo, fu Dario con il suo ingresso a sorpresa con Anita al seguito. I due piccioncini, reduci dalla dichiarazione plateale del dottor Mancini, scatenò subito un silenzio tombale scalfito solo dai deliri della nonnina e di un fantomatico Flavio. Incoraggiato dalla cara nonnetta, mi alzai in piedi anche io per omaggiare la coppia felice in grande stile.

Chi cazzo era Flavio?

Iniziai a ridere e fare il tifo per loro neanche se fossi stato ad una partita del Milan. Quello che ne venne dopo fu uno tsunami di applausi e grida da parte di tutti gli invitati. Fu qualcosa di inaspettato, ma che gradii e alimentai con gioia.

Gli unici che non gradirono molto l'entrata ad effetto, furono i dolci sposini, che li guardavano neri. In effetti ne avevano ben donde. Avevano praticamente monopolizzato il loro matrimonio.

Si sedettero di corsa negli unici posti liberi vicino a noi, cercando di sembrare meno impacciati possibile. Afferrarono il menù senza dire una parola ma, continuando a ridere come due bambini beccati con la Nutella tra le mani.

Eravamo tutti felici.

« I paccheri all'astice saranno buonissimi! », affermò entusiasta Anita, tenendo il menù con la mano destra mentre lui teneva l'altra estremità con la sinistra.

« Lo saranno sicuramente... », rispose lui guardandola leccandosi il labbro inferiore per poi stringerlo tra i denti.

« Stiamo ancora parlando dei paccheri giusto?... », chiese lei sorridendo imbarazzata.

« Al momento non sono molto interessato ai paccheri... », affermò lui avvicinandosi al suo orecchio.

Il dottore era proprio sulla pista di lancio.

« Vedo che vi ha fatto bene lo sgabuzzino. », dichiarò ridendo Ginevra, prendendo in mano il bicchiere mezzo pieno di vino bianco.

Mi drizzai subito sulla sedia spingendolo delicatamente al suo posto. La situazione ci stava sfuggendo dalle mani. E più ci sfuggiva e più volevo che accadesse.

« Ehi dottore, potresti tenerlo sotto chiave per le prossime tre ore? Pensi di riuscirci? », domandai riprendendoli. Ok le scopate pre-cena e tutto il resto. Però adesso si stava un po' sfiorando e non era certo da me pensarlo.

Mi stavo ammalando?

Dario rise di gusto alla mia domanda, e ne aveva tutte le ragioni del mondo.

« Sa, vedo che ti sei immedesimato bene nel ruolo di mister Rottermeier! Complimenti! »

« Dici che sono grave? », risi sforzando i toni.

« Gravissimo direi! »

« Cazzo... cosa consiglia dottore? »

« Cinque vodka con Martini e una scopata! »

« Una scopata?! »

« Per iniziare... », puntualizzò Dario, avvicinando le sue labbra al bicchiere di vino camuffando il suo sorriso.

« Mi sembra giusto! », affermai avvicinando il suo bicchiere a quello di Dario, brindando a quella sorta di ricetta medica che ci faceva sempre bene.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora