Buco Nell' Acqua

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Una vita fa, pensavo e facevo cose diverse. Uscivo dall'ufficio, mi vestivo di tutto punto e mi scopavo una donna diversa ogni sera. Non avevo mai provato a fare qualcosa di diverso, anche perché, la cosa non mi interessava. Non mi mancava proprio niente. Quella vita mi piaceva e mi divertiva. Non era qualcosa per colmare un vuoto o per sentirmi meglio su determinate situazioni. Lo facevo solo per me stesso e per il mio piacere. Ma da quando Ginevra, era entrata nella mia vita, ma soprattutto, nelle mie vene, avevo iniziato a pensare a cose completamente opposte. Volevo rimanere a casa, stare in tuta e guardarla mentre si muoveva dentro casa con qualcosa di mio addosso. Volevo una vita tranquilla. Una vita insieme lei. Fatta di piccole cose, ma con noi dentro. Tutto questo potevano sembrare i deliri di un uomo dopo una sbronza. Ma non lo erano. Era la pura verità. Mi ero stancato dei giochetti e delle serate disinibite. Volevo qualcosa di stabile con lei, volevo dimostrarle che ero capace di amarla. Di amarla con tutto me stesso. Questo, e molto altro, era quello che pensavo davanti allo specchio della mia camera da letto, mentre infilavo la mia tutina grigia. Passai la mano destra tra i miei capelli, dandogli quell'aria da ragazzino svogliato, e mi diressi in cucina dopo aver dato un'ultima occhiata allo specchio. Oltrepassai il piccolo tavolo davanti ai divano nero, dove avevo appoggiato le bevande e le patatine in attesa della pizza e di lei. Arrivai in cucina dove c'era ad aspettarmi, tutti gli ingredienti per degli stuzzichini pre cena. Uscii dal pacco i piccoli voulevant posizionandoli sul piano nero della mia cucina, quando sentii il citofono. Mi accorsi subito che era lei. Le aprii il portone e la porta ritornando alla mia postazione subito dopo. Non ci volle troppo a tornare al mio posto, come non ci volle molto per vederla apparire davanti alla mia porta di casa. Lei indossava un dolcevita a costine nero, abbinato ad una gonnellina a pieghe dello stesso colore e le sneakers bianche. L'outfit finiva con un cappottino nero e i suoi capelli lasciati morbidi sulle spalle. Tra le sue mani teneva un contenitore in vetro dalla quale si poteva scorgere un qualcosa preparato da lei.

Cazzo, quanto era bella.

« Non dovevi disturbarti. », affermai distogliendo lo sguardo, ornando ai miei voulevant.

« Non è mio costume presentarmi ad un invito a cena a mani vuote. Soprattutto se il padrone di casa si è prodigato a mandarmi un taxi, e se poi sta trasgredendo alla regola della semplice pizza. », constatò sorridendo giungendo fino al bancone e poggiando il suo dolce su di esso.

« Non sto facendo niente di che. Sto solo preparando un piccolo aperitivo analcolico in attesa della pizza. », risposi sorridendo anch'io.

« Niente di che? Voulevant e patè al salmone? »

« E piccole olive verdi. », puntualizzai sorridendo poggiando un'oliva denocciolata sul salmone appena spruzzato tramite sacchetto.

« Lo vedi? Tu giochi sporco. »

Scoppiai a ridere pulendomi le mani su di uno strofinaccio che avevo preso un'attimo prima. « Posso assicurarti che non ho fatto nulla. I voulevant sono preconfezionati, il salmone è quello spalmabile e le olive fanno parte di questo grazioso barattolino con coperchio quadrettato preso da Agata. »

« Agata? »

« Si, la signora che si occupa della casa tre volte a settimana. »

« Quindi il principino, ha anche una donna delle pulizie. »

« Sono abituato alla pulizia più estrema con mia madre, quindi non mi andava di vivere in un letamaio. Poi, essendo sempre fuori per lavoro, e pranzando e cenando la maggior parte delle volte al ristorante, la casa verrebbe trascurata. »

« Però io non ho mai visto nessuno. »

« Agata, arriva dopo le nove. E durante il weekend non si fa vedere. »

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora