Chiudi Gli Occhi

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I miei risvegli, al mattino, erano sempre penosi, soprattutto quando la notte facevo le ore piccole. Mi reggevo a malapena in piedi e non distinguevo il sale dallo zucchero. Per non parlare di quella alzabandiera che mi dava il buongiorno e che aveva tanta voglia di sfogarsi con la donna di turno. Proprio per questo motivo, cercavo di concentrare quelle serate senza freni inibitori al fine settimana. Così da poter conciliare tutto e fare felici tutti. Ma quella mattina non era come tutte le altre. Mi svegliai tenendola tra le braccia, così come ci eravamo addormentati. Sentivo il suo respiro contro il mio maglione e il profumo dei suoi capelli color paprika. La sua mano, adagiata sul mio torace, mi riscaldava la zona, quasi afferrando il mio cuore che tamburellava per lei. La sua coscia nuda, era adagiata sulla mia gamba coperta ancora dai miei pantaloni, e sfiorava pericolosamente il pacco che ormai aveva preso vita propria. Seguitai a guardare il soffitto, proprio come avevo fatto per tutta la notte, nella speranza di soffocare quei pensieri poco casti che avevo verso di lei. Deglutii piano nella speranza di non essere scoperto da lei e magari cacciato via dalla camera da letto.

Vivevo nell'angoscia.

Ogni boccata d'aria sembrava essere sempre più corta, e ogni respiro, sempre più pesante. Nonostante stessi cercando inutilmente di trattenere il respiro, ne venne fuori l'effetto contrario provocando quasi degli spasmi. Spasmi che non passarono inosservati a Ginevra e che le procurarono subito uno sbuffo.

« Si può sapere cosa stai combinando? », roteò il capo verso di me, adagiandosi stavolta sotto al mio mento e guardandomi con i suoi profondi occhi color cioccolato.

« Scusami, non volevo svegliarti. E che cercavo di calibrare bene il respiro. Cosa che, evidentemente, non mi è riuscita molto bene. »

« Okay... perché sembrava tanto una respirazione Lamaze. », ridacchiò lei spostando la mano sul mio sterno.

« Lamaze? »

« Si, è una respirazione che propinano alle future partorienti per un parto indolore. Almeno, così dicono. »

« Mi stai prendendo di nuovo in giro, deduco. »

« Può darsi... hai qualche idea?»

« Vorrei tanto scoparti... », affermai sincero e senza filtri.

« Devo dire che il tuo romanticismo alle prime luci dell'alba, arriva subito al picco. », continuò a ridacchiare e giocherellare con il mio colletto rotondo.

« Mi vorresti dolce e coccoloso? »

« Non credo che ne saresti capace... »

« Mi stai mettendo di nuovo alla prova? »

« Dico solo quello che ho visto... »

« Non hai ancora visto nulla, piccoletta. »

« Allora mostramelo... », disse facendo scendere la zip della sua felpa mostrandomi il suo corpo nudo sotto.

Era completamente nuda sotto quella cazzo di felpa.

La guardai come un coglione prima di azionare nuovamente il cervello. Poi, con una confusione mentale pari ad uno devastante tsunami, avvicinai le mie labbra alle sue, dando via ad un bacio dolce e appassionato. Infilai subito la mano dentro la sua felpa cercando quel seno piccolo e perfetto di cui andavo pazzo. Mi concentrai sulla zona del seno mentre la sentivo ansimare contro la mia bocca. Feci la stessa cosa, ritrovandomi su di lei senza accorgendomene. Afferai il mio maglione da dietro togliendolo sul davanti, lanciandolo verso l'altra parte del letto. Poi con molta lentezza, slacciai la cintura facendo scivolare entrambi gli indumenti mentre non smettevo di guardarla. Lei, dapprima più confusa di me, si apprestò ad aprire una scatolina dove c'erano dei profilattici, passandomene uno. Lo infilai mantenendo il contatto visivo su di lei, per poi adagiarni nuovamente e lentamente sul suo corpo. Mi sentii subito pervaso da uno strano tremolio. Un tremolio che si era fatto spazio, proprio quando i nostri corpi si erano trovati l'uno sull'altro.

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora