Previsioni Alla Cassandra

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Fin dalla più tenera età, mi erano da sempre piaciuti i giochi di prestigio e tutto quello che ne riguardava. Rimanevo sbalordito come da un semplice cilindro, poteva venir fuori una colomba o addirittura un coniglio. Questi giochi di prestigio, o più comunemente chiamati giochi di magia, alzavano l'asticella della mia curiosità ipnotizzandomi per ore e ore davanti allo schermo senza fiatare. Per tutta l'infanzia, non feci altro che ricreare, su palchi creati ad hoc da mia madre, quei fantastici spettacoli da piccolo David Copperfield che piacevano a tutti, anche a mia nonna Gina che era non vedente. 

Poi, però, durante la pubertà, avevo scoperto un'altro tipo di magia che non è la solita roba con l'abracadabra. Era un miscuglio di sensazioni, di reazioni, di corpi che si fondono e che si completano. Non era di certo il piccione che usciva dal cilindro, ma dava lo stesso le sue belle soddisfazioni.

Arrivai alla conclusione che la magia vera era accarezzare una donna e poi l'attimo dopo vederla uscire da sotto le lenzuola dopo essersi concessa un rapporto orale con il sottoscritto. 

E così, come il Natale torna con le sue luci e i biscotti di pan di zenzero, era tornata anche  quella stupenda magia.

L'unica cosa che però mi lasciava perplesso, era il modo in cui non la smettevo di sorridere. Passeggiavo per i corridoi lussuosi della villa cercando di reprimere quella risatina tra una boccata e l'altra della mia fedele sigaretta, quando la rividi appoggiata al bancone della reception mentre chiedeva informazioni per la sauna. 

Ad un certo punto iniziai a sentire nella mia testa Enya con Caribbean Blue, accentuando quel sorriso da ebete che era venuto fuori senza volerlo. 

Vederla lì sorridente e tranquilla mentre si accarezzava i riccioli mi fece perdere un battito. Non stava facendo nulla di che, ma la sua spontaneità mista a quell'aria da dolce innocentina mi faceva frullare in testa una strana idea: Lei che esce dall'acqua tipo sirena accarezzandosi quei ricci meravigliosi, per poi correre verso di me sbattendomi le tette in faccia.

Mi ero rincretinito? Stavo paragonando davvero Ginevra a Raoul Bova che esce dall'acqua a rallentatore come nel film " Piccolo Grande Amore"?! 

Fu talmente tanto lo stupore che dimenticai di tirare fuori il fumo strozzandomi con esso. I miei tentativi di riprendere fiato misto al mio tossire senza sosta attirò la sua attenzione facendola venire dalla mia direzione. 

« Hey, tutto bene? », domandò lei sorridendo. Si vede che la mia faccia viola la faceva ridere.

« Tutto ok, mi è andato solo un po' di fumo di traverso… », affermai continuando a tossire.

« Vieni a bere un po' d'acqua… », disse lei prendendomi per mano come si fa con i bambini all'asilo. Riusciva a farmi fare tutto quello che voleva. Pazzesco.

Arrivati al bancone del bar, e dopo aver bevuto mezzo litro di acqua, lei continuò a ridere spostando tutti i ricci dalla parte opposta della spalla. Sembrava davvero un'apparizione celestiale.

« Di solito non sono così… », affermai sorridendo poggiando finalmente il bicchiere sul bancone.

« Ah lo so, so come sei… », disse lei appoggiando tutt'e due le braccia sul bancone mettendo il risalto ancora una volta il suo seno.

« E come sono?... », 

« Sei un coglione! »

« Ah bene! », risi scuotendo il capo.

« Ma che sa il fatto suo… ovviamente… », continuò lei stringendo le labbra.

« Ovviamente… », replicai contento e felice di averla soddisfatta.  

Quello Che Non Sai Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora