V. Tregua

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Quando Daisy sentì di nuovo sotto di sè il familiare pavimento in legno della biblioteca, tirò un sospiro di sollievo.
Aveva temuto di rimanere bloccata nel Vuoto insieme al misterioso Ignatius, ma per fortuna l'anello aveva funzionato come sempre e le parole magiche l'avevano riportata a casa.
E da Stephen.
Lui era ancora nella sala circolare, in piedi fermo immobile come se avesse visto un fantasma, e la stava fissando con il volto pallido.
Sbattè un paio di volte le palpebre, come per assicurarsi che fosse lì per davvero e non fosse solo un illusione.
"Vuoi spiegarmi cosa diavolo è appena successo?" le domandò.
La sua voce era incredibilmente calma.
Daisy pensò di inventare una scusa, ma si arrese in principio.
Non avrebbe potuto inventare proprio nulla.
Era arrivato il momento di dirgli la verità.
"D'accordo" rispose "ma sappi che si tratta di qualcosa di-"
All'improvviso la vista le si oscurò, come se le ombre avessero preso vita e l'avessero avvolta nel loro abbraccio.
Barcollò, sentendosi le gambe molli, e ad un tratto si ritrovò sostenuta da quacuno.
Si aggrappò istintivamente alle braccia di Stephen, che la stava guardando con gli occhi grigi preoccupati.
"Daisy" le disse, in tono urgente "ti sta sanguinando il naso"
Lei si sentiva la testa pulsare, ma si portò lo stesso le dita al naso e quando le ritrasse, le vide macchiate di rosso.
"Cosa succede qui?" la voce autoritaria di Rebecca li raggiunse "Stephen! Come hai fatto a trovare la stanza? Oh mio Dio, Daisy!"
"Sto bene" disse lei.
Cercò di rialzarsi in piedi ma non ci riuscì.
"A me non sembra" ribattè Stephen.
Quando cercò di prenderla in braccio, lei lo bloccò subito.
"Non ci provare" disse, con un filo di voce "non sono una damigella in pericolo"
Rebecca nel frattempo le si era ingonocchiata accanto e le stava tamponando il naso con un fazzoletto.
"Come mai ti sta sanguinando il naso, Daisy?" domandò "Sei caduta?"
Daisy scosse la testa.
Alla fine acconsentì che Stephen e sua madre l'aiutassero ad alzarsi, mettendo le proprie braccia intorno alle spalle dei due.
Giunsero nella zona della biblioteca più confortevole, con alcune poltrone bordeaux imbottite ed estremamente comode.
Daisy sprofondò su una di quelle e chiuse gli occhi per un istante.
Perchè le era uscito il sangue dal naso?
Non aveva fatto nulla di strano.
A meno che...
"Il Vuoto" mormorò "è perchè sono stata nel Vuoto"
"Come è possibile?" domandò Rebecca, mentre Stephen chiedeva nello stesso momento "Il che cosa?"
Lei si mise dritta a sedere, ricevendo un'occhiata di ammonimento dalla madre che si preoccupava fin troppo.
"Devo dirti la verità, Stephen" disse.
Rebecca li osservò un istante, poi tornò a guardare la figlia.
"Vado a prenderti qualcosa di zuccherrato, come del cioccolato" disse "starai subito meglio, vedrai"
E sparì dietro una porta.
"Finalmente la verità" disse Stephen, anche se sembrava ancora preoccupato.
Daisy sentì una fitta di calore avvolgerle il petto, ma durò solo un istante.
Si tolse la pelliccia da Anna Karenina, perchè aveva iniziato ad avere caldo.
"Avevi ragione" iniziò e quelle parole le costarono "ho tradotto male di proposito quelle parole in latino. Quella formula è ciò che bisogna dire per tornare indietro"
"Indietro da dove?"
"Il mondo dei libri"
Si prese l'anello tra le dita e iniziò a giocherellarci.
"Non è un caso che la nostra biblioteca sia situata qui a Brooklyn da secoli" continuò "la sala in cui mi hai vista sparire è l'accesso al mondo dei libri. Ogni libro è caratterizzato da simboli di riconoscimento che solo la famiglia che possiede questo anello conosce e, disegnandoli ai lati della circonferenza che circonda la stanza e dicendo determinate parole in latino, si può entrare nel libro scelto. È un segreto che la mia famiglia custodisce da secoli. Questo anello passa di generazione in generazione al primogenito, a meno che non succeda una tragedia, e permette di non perdersi nel Vuoto"
Stephen la stava guardando a bocca aperta.
Daisy si aspettava che ribattesse fosse una cosa impossibile, sebbene l'avesse vista scomparire proprio davanti ai suoi occhi, si aspettava scappasse via dandole della pazza.
Invece tutto ciò che le disse fu: "Posso venire con te?".
Lei si ritrovò a sorridere, ma fu svelta a nasconderlo.
"E che cos'è il Vuoto?" chiese poi.
"Una specie di limbo tra il nostro mondo e quello dei libri, che si chiama Portalia"
"Come fai a conoscere quel termine?"
Daisy si voltò e vide che sua madre si era bloccata a metà strada, con una barretta di cioccolato fondente ancora in mano.
"Nel Vuoto non ero sola" raccontò "c'era un uomo di nome Ignatius. Ha detto di essere il custode di Portalia e mi ha raccontato una storia"
Le raccontò la storia che Ignatius aveva narrato e vide che, più andava avanti, più il viso di Rebecca si scuriva.
"Ne sapevi quaclosa?" concluse Daisy, osservandola attentamente.
Lei si umidificò le labbra e appoggiò il pezzo di cioccolato avvolto nella carta sul tavolino che aveva davanti, con estrema calma come se volesse prendere tempo.
"Lo sapevo" ammise alla fine "ma io e tuo padre abbiamo scelto di non dirti niente"
"E Jesse lo sapeva?"
"È una cosa diversa"
"No che non lo è e lo sai"
Daisy si alzò per fronteggiare la madre.
"L'anello apparteneva a lui e poi è passato a me" continuò.
Vide con la coda dell'occhio Stephen lanciarle un'occhiata.
Questo anello passa di generazione in generazione al primogenito, a meno che non succeda una tragedia.
"Ora è il momento di smetterla con le bugie, mamma" concluse "siamo solo io e te, ormai. Dimmi la verità. Dimmi tutto quello che sai sulla famiglia d'inchiostro"
"Si chiamano Blake" rispose Rebecca dopo qualche istante, rassegnata "ma non si hanno notizie di loro da anni. Tuo padre conosceva questa storia, come ogni Dickens, ma è passato troppo tempo per sapere con esattezza se ciò che gli avevano raccontato fosse vero. Eppure la storia che conoscevo io e che lui aveva raccontato è molto simile a quella che conosci tu"
"Allora è vero" commentò Daisy "esiste un altro anello e noi dobbiamo trovarlo"
"Non mi sembra una grande idea quella di fidarsi di un uomo conosciuto in una dimensione magica" s'intromise Stephen "non ti ha fatto nemmeno vedere il corpo di questo misterioso uomo malvagio, come puoi credergli senza prove?"
Daisy rimase in silenzio.
Non sapeva nemmeno lei perchè fosse così convinta delle parole di Ignatius, ma non poteva fare a meno di credergli.
"E se invece avesse ragione e io non facessi niente, portando alla distruzione di Portalia?"
"Ci sono poche informazioni su questo uomo" disse Rebecca, con la fronte aggrottata "come se qualcuno avesse cercato di insabbiare tutto"
"I nostri antenati" rispose Daisy, rivelando l'ultima parte della storia "e si sono affidati ad un'altra famiglia"
Si voltò verso Stephen e lo guardò.
"La tua" disse.
Lui spalancò gli occhi.
"Cosa?"
"Gli Stewart erano un specie di messaggeri" spiegò Daisy "come degli intermediari tra i Dickens e i Blake. La mia famiglia si è affidata alla tua per nascondere l'anello dei Blake, ma secondo Ignatius qualche tuo antenato deve aver lasciato degli indizi per ritrovarlo in caso di bisogno"
Fece una pausa.
"Stai pensando quello che sto pensando io?"
Stephen annuì immediatamente e Daisy poteva quasi vedere le rotelle del suo cervello macchinare furiosamente.
"Il diario che ho trovato" rispose lui "quell'indovinello è l'indizio di cui parli"
Lei annuì.
"Vedi che avevo ragione? Non erano i deliri di un pazzo!" non riuscì a trattenersi Stephen, con gli occhi grigi che brillavano.
Daisy alzò gli occhi al cielo.
"Questa storia non mi piace" commentò Rebecca, con gli occhi castani scuriti "e non mi piace ciò che ti è successo dopo essere tornata indietro"
"Sarà stato solo un caso"
"Io non credo nelle coincidenze, Daisy"
Rebecca si inginocchiò davanti alla figlia, in modo da avere gli occhi alla stessa altezza.
"Non voglio che provi più a tornare nel Vuoto, chiaro?" ordinò.
Daisy scosse subito la testa.
"Devo" ribattè "devo portare l'anello ad Ignatius"
"Ho detto di no"
"Mamma!"
"Sono d'accordo sul trovare l'anello dei Blake, ma solo per custodirlo al sicuro qui nella biblioteca sotto il nostro diretto controllo. Non mi fido di Ignatius e non voglio che tu lo riveda"
"Allora non pensi che l'anello sia più al sicuro dov'è ora piuttosto che qui nel mondo reale?"
"Se l'anello è nel mondo dei libri significa che è fin troppo vicino al Blake malvagio, perciò penso proprio che starà più al sicuro qui. Almeno finchè non capiremo cosa farne"
Rebecca si alzò in piedi e guardò la figlia.
"Mi dispiace, ma ormai la decisione è presa" concluse "non mi esalta nemmeno l'idea di mandarti da sola in questa caccia al tesoro, ma sei tu l'unica che può entrare dentro Portalia"
"Non sarà da sola" s'intromise Stephen "voglio venire con te, Daisy"
"Temo che non sia possibile, Stephen" rispose la donna "sei molto gentile, ma non sappiamo se l'anello possa trasportare più di una persona"
"Sono uno Stewart" ribattè lui "parte di questa storia fin dal principio e penso che l'anello lo capisca"
Rebecca alla fine annuì.
"Sarei più tranquilla sapendo che non sarai da sola" ammise "ma hai capito, Daisy? Non devi più vedere Ignatius nè tornare nel Vuoto"
Daisy serrò la mascella, mentre fissava negli occhi sua madre.
"D'accordo" acconsentì.
Rebecca la guardò per un istante di troppo, poi sembrò sospirare senza darlo a vedere.
"Dovresti riposare" disse solo, lasciando la stanza.
Daisy inspirò, stringendo le mani a pugno.
"Va tutto bene?" chiese Stephen.
Lei si voltò verso di lui.
"Devo prendere aria" disse "andiamo da qualche parte"

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