Quando Daisy aprì la porta di casa, vi entrò e se la richiuse con un sospiro alle spalle.
Si appoggiò per un istante ad essa, chiudendo gli occhi.
Dire che dentro di lei si stesse scatenando una tempesta sarebbe stato un eufemismo.
Era agitata per tutta la situazione con Chris, era scombussolata per il bacio sulla guancia di Stephen ed era frustrata per il quasi bacio che, ormai non poteva più negarlo, aveva desiderato in quel momento e continuava a desiderare.
Quand'era avvenuto quel cambiamento dentro di lei?
Quando Stephen per lei era diventato più che un amico?
Quando aveva desiderato lo diventasse?
Si sforzò di andare indietro con la memoria, ma non riusciva a trovare nulla.
Eppure un momento doveva esserci stato.
Forse quando l'aveva abbracciata dopo che gli aveva raccontato la verità su Jesse e su Cory, forse quando a Natale le aveva regalato il braccialetto o forse quando in Peter Pan era andato a salvarla.
Ma perché non se n'era accorta?
Aveva paura di dire quelle parole ad alta voce, però.
Quelle che avrebbero reso tutto reale.
Sospirò e poi aprì di nuovo gli occhi.
E sobbalzò, quando vide sua madre che la guardava, seduta sul divano avvolta in una coperta, con un tazza di tè tra le mani.
"Sei stata tutto il tempo ad aspettarmi?" domandò.
Rebecca non le rispose nemmeno.
"Com'è andato l'appuntamento?" chiese a sua volta.
"Mamma" stancamente, Daisy si staccò dalla porta e sprofondò sul divano accanto a lei "non era un appuntamento"
"Lo è diventato nel corso della serata?"
Daisy pensò a Stephen che si chinava su di lei e lei che chiudeva gli occhi.
"No" borbottò, arrossendo.
Per fortuna il salotto era illuminato solo da una lampada abat-jour, perciò era improbabile che sua madre l'avesse notato.
Rebecca la fissò.
"Se vuoi parlare con qualcuno, di qualsiasi cosa, lo sai che io sono qui, vero?" bisbigliò.
Daisy si voltò a guardarla.
"Lo so" rispose "io e Stephen abbiamo scoperto in che libro dovremo andare per i prossimi due oggetti: l'Iliade e l'Odissea"
"Che cosa?!"
La donna scattò a sedere con la schiena dritta come una freccia.
"Assolutamente no" continuò, in fretta "questo è davvero troppo pericoloso"
"Non abbiamo altra scelta"
"Hai idea di quali rischi correrete? Stai parlando di ritrovarti in un accampamento di soldati armati fino ai denti, con divinità che agiscono senza alcun problema e la condizione femminile indietro di due millenni"
"Però ci sarà Patroclo"
"Non mi interessa se ci sarà Patroclo! Le cose non sono belle e tenere come nella Canzone di Achille, Daisy. L'Iliade vera e propria è sangue, morte e terrore"
"Mamma, non sono nata ieri. So che questa volta, più delle altre, la mia missione sarà più difficile e pericolosa. Ma non sarò da sola"
"Dubito che Stephen sappia tirare di spada"
"Su questo in realtà potremmo anche sbagliarci"
Prese le mani di Rebecca tra le sue.
"Conosco l'Iliade bene come le mie tasche, mamma. So quali sono i punti più salienti della storia e se la situazione si fa pericolosa, non esiterò a tornare subito qui anche a costo di perdere l'oggetto che cerchiamo"
"Non mi piace lo stesso"
"Allora tornerò nel Vuoto e chiederò ad Ignatius un altro modo per trovare l'anello dei Blake"
Rebecca la guardò male.
"Non tornerai là" impose.
"Quindi siamo d'accordo che la mia unica altra possibilità sia diventare la migliore amica di Achille"
La donna sospirò, passandosi una mano sul viso.
"Non dovrai allontanarti da Stephen nemmeno per un istante, capito?" disse.
"Te lo prometto"
Il pensiero le piaceva più del previsto e Daisy si impose di pensare subito ad altro.
"Sono stanca" disse alla fine "penso che andrò a dormire"
Rebecca si sporse in avanti e le diede un bacio sulla fronte.
"Buonanotte, tesoro" disse.
Daisy andò in camera sua e chiuse la porta.
Si sedette sul bordo del letto, al buio, quando sentì il suo cellulare vibrare.
Chinò lo sguardo e vide che il display era illuminato.
Era un messaggio di Stephen.
"Non credere di aver scampato il tuo regalo di compleanno, chiaro?" scriveva "Diciotto anni si compiono una volta sola!"
"Sei proprio incorreggibile, lo sai?" gli rispose lei.
La sua risposta fu immediata.
"Scommetto che è la parte di me che ti piace di più"
Daisy alzò gli occhi al cielo.
"Buonanotte, Quarterback"
"Buonanotte, Shakespeare"
Daisy si ritrovò a sorridere al buio.
E poi, come trasportata da fili invisibili, come se fosse un automa, si alzò e si sedette alla scrivania.
Sembrava fosse qualcun altro a guidare i suoi movimenti mentre accendeva la lampada che illuminò il tavolo e prese il quaderno celeste che era stato l'ultimo regalo di Jesse.
Mentre la sua mano prendeva una penna nera e iniziava a comporre una poesia.
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Wonderland
Fantasy"Ci proteggiamo a vicenda, ricordi?" Daisy Dickens potrebbe sembrare una ragazza come le altre: certo, è particolarmente solitaria, il più delle volte quando apre bocca è per dare una risposta tagliente e ha costruito intorno a sè un'armatura inscal...