Capitolo 17

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MIKU'S POV

Continuavo a correre mentre la luce del sole che sorgeva faceva capolino dalla cresta di montagne che circondava tutto il Grande Tempio, il villaggio e anche buona parte di prato e di bosco. La mia mente era totalmente altrove e non riuscivo a smettere di pensare alle parole di Luna.

"Sarai la causa di un grande dolore"

L'idea che qualcuno potesse stare male o soffrire per colpa mia, mi era insopportabile, specialmente dopo le visioni che avevo avuto. Forse sarebbe stato meglio se me ne fossi andata via, lontano da ogni cosa.
A un certo punto non mi accorsi di una radice che spuntava dal terreno e inciampai, finendo a mollo in una pozza d'acqua limpida circondata dagli ultimi alberi in fiore. Finii in acqua bagnandomi tutti i vestiti d'allenamento, ma non me ne curai, anzi. Mi girai col viso rivolto al cielo e fissai la prima luce dell'alba rimanendo a mollo. Non avevo più voglia di rialzarmi. Fino ad ora avevo combattuto, alla Città - Studio per tornare a casa, alla Cross Academy per conoscere la verità e ora?
Avevo sofferto per nulla? Tutti i miei sforzi di essere buona, giusta erano diventati inutili? Sarei stata la cattiva in un modo e nell'altro?

Voglio solo... trovare mia madre. Perchè non posso essere felice?

Chiusi gli occhi e provai a rilassarmi, ma invano. Sentivo la leggera brezza autunnale che faceva cadere i petali sopra di me nel laghetto e quindi anche sul mio viso.
Se le cose stavano così a quale scopo ero diventata cavaliere?
Cercai di sgomberare la testa da tutti i miei pensieri, ma provavo solo una profonda angoscia.
All'improvviso sentii un rumore venire dal gruppo di alberi lì vicino.
"Ehi va tutto bene? Ho sentito-"
Non mi voltai neanche, non volevo alzarmi e andarmene in quel momento.
"Miku sei tu. Cosa ci fai lì? Sei fradicia esci subito!"
Sentii chiaramente qualcuno che mi chiamava, ma mi sembrava tanto distante e lontano. Stavo così bene nell'acqua che mi cullava, potevo sentire il profumo dei fiori che la leggera brezza faceva cadere e le cicale strinire. Potevo dimenticare tutto, volevo dimenticare tutto. La spada di Damocle sopra la mia testa aveva deciso di volersi manifestare e io non l'avrei combattuta, non ne avevo più la forza.
Ora sentivo dei passi nell'acqua, qualcuno si stava avvicinando.

Ho combattuto alla Città - Studio, alla villa dei miei genitori e ora qui. Perchè non può essere tutto più semplice?
Ogni volta è toccato a me lottare e l'ho fatto, per riportarci a casa, per salvare mia sorella e ora per trovare nostra madre. Allora perchè mi sta succedendo questo? Non mi merito forse un po' di tregua, un po' di felicità? Dovrò sempre sacrificarmi per salvare gli altri e alla fine essere la causa della loro rovina?

Mi sembrava di affondare, stavo andando sempre più a fondo e non riuscivo più a sfiorare la luce che a malapena riuscivo a scorgere di fuori dell'acqua. Poi una mano afferrò la mia, tirandomi fuori dal laghetto e sentii il freddo del vento d'inizio autunno sulla pelle. Qualcuno mi accompagnò fino alla riva quasi tenendomi in braccio e io mi lasciai guidare obbediente, senza guardare chi fosse. Solo quando mi fece sedere sul terreno coperto da foglie secche e fiori caduti alzai il viso per guardarlo in faccia. Rimasi confusa e fissare gli occhi blu di Ikki, perplessi quanto i miei.
"Ikki...?" sussurrai sorpresa.
"Miku. Che ci facevi lì?"
"Niente, sono solo inciampata."
Mi girai dall'altra parte, al momento non avevo voglia di aprirmi con nessuno, anche se il peso sul mio cuore diventava sempre più grande.
"Non è un po' presto per venire a fare una passeggiata?"
"E allora tu perchè sei in giro?"
"Stavo andando ad allenarmi. Ti conviene tornare alla casa dei Gemelli, ultimamente fa freddo, ti potresti ammalare."
Mi porse la giacca che indossava, in effetti iniziavo ad avere freddo.
"Non ho bisogno di aiuto, tienila pure."
"Se Kanon mi vede tornare con te in questo stato mi ucciderà, meglio se la prendi."
"Ti ho detto che non ne ho bisogno!"
"Come vuoi, però ora torni indietro."
"Non se ne parla, lasciami sola! Non ti dovevi allenare?"
Iniziavo ad arrabbiarmi sul serio.
"Anche se non posso vedere il tuo viso so cosa stai provando. È meglio se torni dove hai degli amici."
Era così ovvio che stavo male? In ogni caso lui che ne sapeva?
"Ti ho detto che sto bene! Ora vattene per favore!"
"Solo se torni indietro."
Mi venne un dubbio.
"Non è che hai visto Kenshin sulla strada vero?"
La sua espressione lo tradì all'istante, ma questo mi irritò solo di più.
"Ovviamente ti ha detto tutto, bene. Davvero fantastico. Credevo fossimo amici..."
Mi alzai di scatto, incamminandomi arrabbiata nella direzione opposta al Grande Tempio.
"Miku aspetta! È vero mi ha raccontato quello che è successo, ma era solo preoccupato per te. Capisco come ti senti, ma ascoltami devi tornare indietro."
"Lasciami in pace!"
"Smettila di essere testarda, lo sai che è meglio se torni."
Non riuscii più a trattenermi e mi voltai urlandogli praticamente addosso.
"E tu che ne sai?! Qualcuno ha mai fatto una stupida profezia su di te? No! Perciò stai zitto! A quanto pare sarò la prossima catastrofe globale o qualcosa del genere e non credo che tu abbia la minima idea di come ci senta! Di cosa si provi a sapere di essere la causa del dolore altrui e non poter sfuggire al destino, di sapere che tutti i tuoi sforzi sono inutili! Perciò smettila di dire che mi capisci!"
Avevo il petto scosso dai singhiozzi e la gola che mi doleva, ma avevo detto quello che volevo, ora se ne sarebbe andato. Con mio grande stupore invece lo vidi avvicinarsi e mettermi una mano sulla spalla.
"Fidati, lo so perfettamente invece."
Mi fissava dritto negli occhi, e il suo sguardo non aveva la minima esitazione, ma potevo intravedere una traccia della sua sofferenza.
"Ho ucciso la ragazza che amavo con le mie stesse mani, ho tradito Atena e cercato di uccidere i miei compagni e il mio unico fratello. Ma nonostante tutto sono stato perdonato e ora sono qui. Perciò ti capisco. Io ho sbagliato e mi sono perso lungo la strada perchè credevo di non avere nessuno al mio fianco, ma tu non sei così. Lascia perdere quella stupida profezia, sei tu che scegli il tuo destino, Miku. Anche il tuo nome lo dice, perciò non piangere, perchè hai tante persone che ti sono vicine."
Lo fissai senza dire niente. Per la prima volta non sapevo cosa dire, riuscivo solo a guardarlo. A un certo punto abbassai la testa e la appoggiai sul suo petto.
"Mi dispiace... non riesco a fermare le lacrime..."
Dopo un attimo di esitazione, lo sentii accarezzarmi piano la testa e mi parve un gesto pieno di affetto.
Mi sembrò di poter dimenticare tutto quello che era accaduto e poter rimanere così per sempre, perchè finalmente mi sentivo in pace.

Un uomo camminava tranquillo nell'ampia sala di un antico tempio greco e i suoi passi risuonavano nell'ambiente circostante. Aveva una bellezza rara, ma i suoi occhi tradivano l'oscurità che si celava nel suo animo antico. Uscì su una balconata che offriva una vista su tutto ciò che lo circondava e sorrise guardando la costruzione che si estendeva all'orizzonte.
"Presto sarai mia."

Ehi!
Sì, sono viva, è un miracolo. Scusatemi davvero se non ho aggiornato per tutto questo tempo, ma non stata molto bene e avevo un po' il blocco della scrittrice. Detto ciò spero che il capitolo vi piaccia^^

Il viaggio di Akane e Miku - FinaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora