Capitolo 19

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MIKU'S POV

Fissai scioccata la donna che avevo accidentalmente fatto cadere a terra.

Ragiona Miku, non può essere lei. La mente ti sta tirando solo un brutto scherzo, dopotutto è stata una giornata difficile.

Mi alzai e le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi.
"Mi scusi tanto, non l'avevo vista..."
Lei accettò l'aiuto e si alzò spolverandosi l'elegante, ma semplice vestito. Notai che in mano teneva un cesto con dei viveri.
"Non preoccuparti, sto bene."
Sorrise gentilmente e il suo volto si illuminò ancora di più. La donna fece per voltarsi e continuare sulla sua strada, ma non riuscii a trattenermi.
"Mi scusi, ma lei come si chiama? Mi sembra di conoscerla..."
Mi guardò stupita. Ovviamente con la maschera addosso, non poteva vedere il mio viso.
"Il mio nome è Fumiko, ma non credo di averti mai vista. Non mi sembra di conoscere nessun cavaliere di Atena."
"H-ha detto Fumiko?"
"Sì, però forse mi hai scambiata con qualcun altro."

Non credo che esistano altre Fumiko come lei. Però, forse mi sto sbagliando.

"Potrei parlarle un momento? In un posto un po' più discreto magari."
Intorno a noi la gente iniziava a fissarci curiosa.
"Se insisti, io stavo tornando a casa mia. Puoi seguirmi lì se vuoi."
"Grazie."
Percoremmo la strada principale ancora per un po', finchè non ci trovammo di fronte a un negozio di fiori chiuso. Fumiko tirò fuori una chiave e mi fece entrare. L'interno era piuttosto carino, l'arredo era di semplice legno e si sentiva l'aroma dei fiori contenuti in molti vasi. Salii le scale che portavano al piano di sopra dove c'era un'ampia cucina e due porte che probabilmente portavano alla camera da letto e forse al bagno. Appoggiò il cesto sul tavolo e mi invitò a sedermi.
"Se aspetti un attimo preparo un tè, nella credenza dovrebbero esserci anche dei biscotti se vuoi."
In silenzio tirai fuori un vassoio di biscotti con forme diverse e lo misi al centro del tavolo.
Mi sedetti e poco dopo avevo di fronte una tazza fumante di tè dall'odore promettente.
"Allora cosa posso fare per un cavaliere della nobile Atena?"
"In realtà potrei averla davvero confusa con qualcun altro, è che ho davvero passato una pessima giornata..."
"Mi dispiace, posso chiedere come mai?"
Di solito non raccontavo i fatti miei agli sconosciuti, ma quella donna poteva essere mia madre perciò decisi di fare un'eccezione.
"Ho litigato col mio maestro e il mio migliore amico, ma cosa peggiore ho litigato con mia sorella e credo di aver combinato un po' un disastro."
"Mi dispiace, ma se sono persone a cui tieni e che ti vogliono bene di sicuro ti perdoneranno. Credo che dovresti tornare da loro."
"Non sono sicura, forse non voglio neanche tornare. Mia sorella... avevamo una promessa tra di noi e lei l'ha infranta. In una situazione normale l'avrei perdonata, ma aveva già commesso un errore in passato e non è finita bene, io mi preoccupo solo per lei. Perchè non si è fidata di me?! Davvero non capisco." replicai amaramente.
Fumiko intinse un biscotto nel tè e lo mangiò con calma prima di rispondermi. In tutti i suoi gesti c'era qualcosa di particolare, che le dava un'aria da aristocratica quasi.
"Io avevo due figlie che ora dovrebbero avere più o meno la tua età, cavaliere. Se dovessi dar loro un consiglio su quello che mi stai dicendo, gli direi che dovrebbero cercare di chiarirsi. Se è tua sorella, sa che le vuoi bene, di sicuro ora si sentirà in colpa per non averti detto la verità, dovresti parlarle ora."
"Ha detto 'aveva'? Che fine hanno fatto?" se quella donna era davvero mia madre, sapevo quale sarebbe stata la risposta.
Il viso di Fumiko si rabbuiò e abbassò lo sguardo.
"Le ho perdute molto tempo fa, sono più di dieci anni ormai. Siamo state separate in un tragico incidente."
Era la prova che cercavo. Cercai di trattenere l'emozione per articolare un discorso sensato.
"Vi siete separate quando avevano cinque anni, fuggendo da una battaglia vero?"
Fumiko sussultò e concentrò i suoi occhi sulla mia maschera senza espressione.
"Come fai a...?"
"Le sue figlie si chiamavano Miku e Akane ed erano gemelle giusto?"
Questa volta sentii chiaramente la sedia raschiare il pavimento.
"Credo che tu debba andartene, non so dove hai preso quelle informazioni, ma non conosco nessuno con questi nomi. Se sei qui per minacciarmi io-"
"Avevi promesso che saremmo state insieme, lo avevi promesso e quando ho ricominciato a ricordare non ho fatto altro che cercarti. Non ti ho mai trovata, fin'ora almeno."
Il viso della donna era un susseguirsi di emozioni, confusione, paura, dolore, sospetto e infine incredulità.
Appoggiai la maschera sul tavolo e la guardai con gli occhi pieni di lacrime.
"Sono io mamma, sono Miku. Io... non sai quanto ti ho cercato..."
Non riuscii ad articolare nient'altro perchè scoppiai a piangere disperata e caddi in ginocchio sul pavimento, tenendomi le mani sul viso. Dopo qualche secondo sentii Fumiko chinarsi su di me e stringermi in un abbraccio, appoggiandomi gentilmente la testa sul suo petto. Io la strinsi a me, continuando a singhiozzare come una bambina, mentre lei mi accarezzava piano la testa. Desiderai di poter bloccare il tempo in quel preciso istante, con l'odore floreale dei suoi vestiti e i suoi capelli che mi solleticavano il viso; perchè in quel momento non c'era nessuna profezia, nessuna catastrofe imminente, solo io e mia madre. Finalmente riunite dopo tanto tempo.
Rimanemmo così per molto, finchè non mi staccai gentilmente per guardarla. Era identica a come l'avevo vista nei miei frammenti di ricordi.
"Sei davvero cresciuta Miku, non sei più una bambina di cinque anni."
La sua voce era gentile e piena di emozione.
"Ora ne ho diciotto, sono passati tredici anni. Mi sembra un'eternità."
"È un'eternità. Quindi la sorella con cui hai litigato è Akane."
"Sì, ma hai ragione. Devo parlarle, è solo che è complicato. Oggi ho fatto davvero un casino, ma ti porterò da lei così saremo di nuovo noi tre."
"Non vedo l'ora. Ma prima devo dirti che..."
Mi fissò con gli occhi lucidi e lo sguardo distrutto.
"Mi dispiace! Mi dispiace che per colpa mia siamo dovute rimanere separate così a lungo! Se solo vi avessi strette più forte quel giorno, non ci saremmo mai divise!"
"Non è colpa tua mamma, non ho più tutti i miei ricordi, ma so che non l'hai fatto apposta."
"Che intendi col fatto che non hai più i tuoi ricordi?"
"La mia memoria inizia da quando io e Akane siamo arrivate in orfanotrofio, tutto ciò che c'era prima è scomparso. Ho solo dei ricordi vaghi e confusi."
"In orfanotrofio?! Non immagino cos'abbiate passato, devi raccontarmi tutto."
"Certo."
Ci sedemmo al tavolo e cominciai a raccontare la mia storia.

Il viaggio di Akane e Miku - FinaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora