Capitolo 7

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AKANE'S POV

Lasciai che Miku si allontanasse con Castalia e mi avviai verso la casa dell'Acquario. Arrivata davanti alla porta non potevo fare a meno di essere nervosa, ma feci un respiro profondo e bussai tre volte. A quanto pare non ce ne fu bisogno perchè le ante si aprirono da sole ed entrai. Dentro mi accolse un freddo quasi invernale, il pavimento sembrava ghiaccio e davanti a me c'era il mosaico dorato dell'armatura dell'Acquario, il resto dell'ampia sala dove mi trovavo era limitato da colonne che davano accesso a corridoi e stanze chiuse. C'era anche qualche statuetta di marmo.
"Ehm, c'è nessuno?"
Il mio flebile sussurro risuonò tra le pareti ghiacciate, poi una voce mi fece voltare. Seduto contro una colonna c'era Camus, intento a leggere qualcosa.
"Sei tu la nuova allieva?"
"S-sì."
"Castalia mi ha già spiegato tutto, come saprai io sono Camus. Benvenuta."
"Grazie, io sono Akane."
"Lo so."
Si alzò con il libro sottobraccio avvicinandosi, ma rimanendo sempre un po' distante.
"Visto che rimarrai qui per un bel po' di tempo ti dico subito le cose più importanti. La tua camera è in fondo a destra, l'addestramento con me inizia all'alba e alcuni giorni andrai a lezione con le altre Saintia. Ah, può capitare che a volte ti addestri con Hyoga, il mio vecchio allievo, dovrebbe avere più o meno la tua età, verrà qui qualche volta."
"Certo, va bene."
Il cavaliere dovette notare che continuavo a strofinarmi le braccia e a rabbrividire.
"Cerca di abituarti al freddo, per cavalieri con il Cosmo legato al ghiaccio è essenziale."
"Va bene."
"Se vuoi mangiare, in cucina dev'essere rimasto qualcosa, i pasti bisogna prepararli da sè, okay?"
"Sì."
"Puoi andare, cominciamo domani mattina."
Detto questo, si voltò e sparì dietro una fila di colonne. Io mi ritirai nella mia nuova stanza, di arredamento semplice. Mentre pianificavo come modificarla, mi resi conto che non avevo per niente fame e che il freddo si era abbassato un po'. I miei pensieri caddero su mia sorella e rimpiansi che non avesse più la telepatia per comunicare velocemente. Mentre chiusi gli occhi per addormentarmi desiderai poter trovare mia madre il più in fretta possibile.

"Mamma cosa fai?"
"Niente di importante piccola, io e tuo padre stavamo discutendo di una cosa..."
Il volto preoccupato di una bella vampira occupò il campo visivo di una bambina dalla chioma rosata.
"Allora puoi giocare con me? Miku ultimamente è sempre con Cugino."
Il borbottio della piccola fece sorridere la donna che si chinò per guardarla meglio.
"È un lupo tesoro, è normale che giochi con chi è come lei. Ma sono sicura che se glielo chiedi verrà da te a giocare."
"Non voglio! Perchè non può venire e basta?"
"Ma come fa a saperlo se non glielo dici?"
"Tua madre ha ragione, cara."
Un uomo molto bello si sporse dalla sedia su cui poggiava per sorriderle. Era Padre. Akane rimaneva sempre stupita dalla bellezza di Padre e Madre, desiderava passare più tempo con loro, ma ultimamente erano sempre con Zio. Zio era il padre di Cugino con cui Miku passava molto tempo. La bambina sapeva che qualcosa non andava e sapeva che Miku sapeva, perché una volta l'aveva sorpresa a guardare il pavimento con aria vuota dopo aver sentito parlare Madre. Il fatto è che non sapeva cosa non andava e forse, in fondo, non voleva saperlo.

Mi svegliai giusto in tempo per sentire Camus che bussava alla mia porta e mi chiamava per iniziare l'addestramento.
"Arrivo!"
Mentre mi cambiavo pensai a quello che avevo sognato, non mi capitava quasi mai di vedere ricordi della mia infanzia, di solito succedeva a Miku visto che i suoi poteri mentali l'aiutavano in questo. Ci avrei pensato dopo. Uscii dalla camera e raggiunsi il cavaliere d'oro fuori dalla casa.
"Eccoti. Seguimi, ci servirà un passaggio."
"Un passaggio per dove?"
"Vedrai."
Superammo tutte le altre case fino ad arrivare a quella dell'Ariete, durante la discesa vidi di sfuggita qualcuno che correva lungo le scalinate e sperai vivamente che Camus non me lo facesse fare. Quel poveretto doveva essere esausto, anche se era mattino presto faceva caldo.
Arrivati davanti all'entrata Camus entrò senza troppe cerimonie, facendomi cenno di seguirlo. Mi limitai a trotterellargli dietro, visto che un suo passo equivaleva a due dei miei.
"Ehi! Chi entra senza permes- "
"Io, Kiki."
"Oh, ehm, non sapevo di una visita improvvisa..."
Un bambino con corti capelli arancioni e i segni blu del Jamir sulla fronte si grattava la testa imbarazzato.
Era Kiki, il fratello minore di Mur, già capace di usare la telecinesi con abilità.
"Devo vedere Mur, è qui?"
"Sì, sono qui."
Il cavaliere d'oro dell'Ariete si avvicinò fissandomi curioso.
"Sei sicuro?"
"Certo, è così che ho addestrato Hyoga."
L'altro sospirò preoccupato, mentre io non ci stavo capendo un accidente. Che intendeva? Dovevo correre anch'io per tutto il Grande Tempio, come il tizio di prima?
"Se sei sicuro... buona fortuna ragazza."
Non feci in tempo a capire per cosa avessi bisogno di fortuna, le mani di Mur si illuminarono e mi sentii scuotere dalla testa ai piedi e persi l'equilibrio cadendo a terra, non era per niente piacevole. Quando mi rialzai la prima cosa che mi colpì fu il gelo che mi circondava e mi resi conto di essere seduta sulla neve. Mi rialzai confusa, ma Camus di fianco a me non batté ciglio.
"D-dove siamo?" chiesi battendo i denti per il freddo.
"In Siberia, vicino al mare."
"I-in S-Siberia?!"
"Esatto, cerca di abituarti al freddo, come ti ho detto per te deve diventare naturale."
In quel momento capii la mia triste sorte, Camus aveva chiesto a Mur di spedirci in Siberia con gli orsi polari per allenarmi. Già mi mancava il caldo della Grecia.
"C-cosa dovrei f-fare?"
"Per smettere di tremare devi arrenderti al freddo. Il tuo potere si basa su questo, perciò cerca di entrarci in sintonia."
Finito di parlare andò a sedersi ai piedi di una montagna di ghiaccio coperta di neve e mi osservò.

Perciò in sostanza che devo fare?

"Per oggi prova a usare il ghiaccio per creare forme, oggetti, quello che vuoi. Sempre se riesci a resistere al freddo."
"A-anche Hyoga l'ha f-fatto?"
"Sì, ma la prima volta era un bambino di dieci anni. Continuava a svenire, vediamo se riesci a fare di meglio."

Facile per lui, se ne sta lì come se fosse seduto su un prato fiorito!

Ma sapevo che non potevo mollare così, di sicuro mia sorella si stava impegnando e non volevo essere da meno. Ignorando il gelo allungai la mano e provai a creare dei cristalli di ghiaccio.

Il viaggio di Akane e Miku - FinaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora