Capitolo 6

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MIKU'S POV

Rimasi nella mia nuova camera per un po', finchè non sentii delle voci all'esterno e socchiusi la porta per vedere chi fosse. La fila di colonne non permetteva agli altri di vedermi, ma a me sì. Kanon stava parlando con Saga, che a quanto pare era tornato e vicino a lui c'era un ragazzo che non riuscivo a vedere bene. Immaginai fosse il suo allievo. In quel momento però, Kanon indicò la mia direzione e mi affrettai a chiudere la porta, non volevo essere beccata ad origliare. Il mio tentativo fu inutile perchè qualche secondo dopo sentii bussare e fui costretta ad aprire.
Davanti a me c'era il ragazzo che ora vedevo bene e che mi sorrideva raggiante. Era abbastanza alto, aveva i capelli ramati lunghi e sopra al fisico magro, ma muscoloso indossava una divisa da allenamento simile alla mia.
"Oh, allora è vero!"
"Ehm, cosa?"
"Che Kanon allenarà un cavaliere donna! Allora siamo compagni di addestramento, finalmente qualcuno con cui parlare!"
"Che?"
Saga si era avvicinato e lo guardava torvo.
"Ehm, senza offesa maestro, era solo così per dire!"
Il ragazzo si affrettò a negare e poi tornò a guardarmi interessato.
"Io sono Kenshin, è un piacere conoscerti! Tu sei?"
"Miku."
Mi astenni dal commentare che il suo nome era identico a quello di mio padre.
"Spero che diventeremo amici, Miku! È vero che hai una storia tutta strana alle spalle?"
"Ehm, credo di sì."
"Kanon non ha detto niente di che, ma sembra piuttosto interessante. Ti va di raccontarmela? Magari durante la cena!"
"Ah, va bene."
"Ottimo!"
Mentre lo seguivo in cucina, mi ricordai che per mangiare avrei dovuto togliermi la maschera e non potevo. Troppo tardi, Kenshin mi aveva già tirato dentro la cucina e stava cercando qualcosa dentro un mobile di legno, ma fece una smorfia.
"Meastro, il cibo è quasi finito!"
"Vai a prenderlo domani." gli rispose Saga dal corridoio.
"Uff, va bene. Ti va di accompagnarmi allora, Miku?"
"Sì, se posso certo."
Cominciavo ad abituarmi alla personalità estroversa di Kenshin, lui prese una ciotola e poi mi invitò a seguirlo in camera sua. Quando entrai vidi che era esattamente come la mia, ma c'erano anche dei libri e del materiale per disegnare e scrivere.
"Siediti pure."
Intanto lui chiuse la porta e si accomodò sul letto, rivelando il contenuto della ciotola, un'insalata di frutta. Mi porse un cucchiaio che aveva preso in cucina.
"Ne vuoi?"
"Non posso, dovrei togliermi la maschera."
"Ah giusto, te ne lascio un po' per dopo allora."
"Grazie."
"Figurati, visto che dovrai passare praticamente il tuo tempo qui è meglio se inizi a familiarizzare con tutto. Come vedi il cibo te lo devi preparare tu, ma per andare al paese a comprarlo devi chiedere il permesso al tuo maestro mi sa."
"Ah ok, grazie."
"Figurati, quindi dimmi tutto. Vieni da un altro mondo?"
Passai il resto della serata a parlare a Kenshin della mia vita e mi sorpresi di sapere che in realtà dietro alla sua solarità, celava anche un carattere serio e attento, infatti non si perdeva una parola. Terminai parlando del nostro arrivo qui.
"Quindi stai cercando tua madre?"
"Sì, deve essere per forza qui o io e Akane non ci saremmo finite."
"Capisco, forte!"
"Tu invece?"
"La mia storia non è così interessante. Sono orfano e da piccolo vagavo per le strade, finchè non sono arrivato qui. Ho dimostrato una buona predisposizione per il Cosmo e sono stato affidato a Saga come allievo."
"Oh, tutto qui?"
"Sì, te l'ho detto, la mi storia è noiosa. Sai già per quanto rimarrai qui?"
"Fino a che non conquisterò l'armatura e intendo farlo il prima possibile."
"Ti avverto, Saga non è uno che ci va piano e nemmeno suo fratello mi sa. Ma in fondo non sono così cattivi come alcuni ti possono dire, anche se ci sono ancora dei dissapori relativi agli eventi passati."
"Tu sai già quale costellazione avrai?"
"No, non ho ancora dimostrato nessun Cosmo particolare. Tu?"
"Nemmeno. Sai..."
"Sì?"
"Pensavo fossi solo un tipo assillante e appiccicoso, ma in fondo sei simpatico."
Lui scoppiò a ridere.
"Ahahah, grazie per esserti ricreduta. Sarebbe interessante combattere una volta."
"Senz'altro!"
Il resto del tempo scherzammo e ridemmo, ero contenta di aver trovato un amico. Poi Kenshin mi consigliò di andare a riposare, in vista dell'addestramento di domani. Lo salutai e presi il resto della macedonia per mangiarla in camera per conto mio, poco dopo mi addormentai.

Mi svegliai di soprassalto al suono di qualcosa che batteva sulla porta e mi resi conto che era Kanon.
"Ci sei? Dobbiamo iniziare."
"Sì, arrivo!"
Mi misi la maschera e mi cambiai in fretta.
"Eccomi, ma... è l'alba!!!"
"Sì certo, inizia pure col fare il giro di tutte le dodici case di corsa. Da qui vai alla casa dell'Ariete fino a quella dei Pesci, poi ritorna."
"CHE?! Di corsa?"
"Certo, dai su, che è già tardi."
Lo seguii esterrefatta all'esterno della casa dei Gemelli e lui si sedette tranquillamente sui gradini.
"Io rimango qui, tu inizia pure. O forse non ce la fai?"
Punta nell'orgoglio lo guardai con durezza, anche se probabilmente non se ne accorse per via della maschera.
"Certo che ce la faccio! Riesco a fartene anche dieci di giri!"
"Ottimo, allora fanne dieci, nel meno tempo possibile. Se torni viva, avrai la colazione."
"Io... certo! Vedrai!"
Lo lasciai lì e mi diressi di corsa verso la casa dell'Ariete. Non avevo la minima intenzione di dargliela vinta, avrei guadagnato la mia armatura e trovato mia madre nel meno tempo possibile. Dopo la casa del Toro vidi Kenshin e Saga che si allontanavano e lui mi salutò sorridendo. Avrei voluto fermarmi, ma non avevo tempo. Terminato  primo giro, mi resi conto di quanto sarebbe stato difficile, le case erano tutte in salita e le rampe di gradini mi sembravano infinite. Al quarto giro il mio stomaco cominciò a brontolare e al sesto mi mancava il fiato. A metà dell'ottavo inciampai sulle scale e caddi a terra di fronte alla casa della Vergine, mi rialzai ansimando e mi rimisi a correre.

Mancano solo due giri, forza!

Al nono giro non mi sentivo più le gambe e faticavo a metterle anche solo una davanti all'altra, mentre con una mano mi tenevo il fianco che mi doleva terribilmente. All'ultimo giro credevo di non farcela, ero alla casa dell'Ariete e dovevo tornare a quella dei Gemelli, ma caddi di nuovo. Sentivo la nausea farsi strada nel mio corpo e mi trascinai in avanti strisciando con le braccia.

Dai forza! Non posso mollare ora...

Mi rialzai e corsi l'ultimo tratto fino alla scalinata dei Gemelli, dove Kanon stava mangiando allegramente una mela. Arrivata lì avevo voglia di vomitare e prenderlo a pugni, ma mi limitai a crollare a terra fissandolo orgogliosa.
"Ce l'ho... fatta!"
"Ci hai messo quasi due ore, è troppo tempo."
La voglia di picchiarlo ora era più forte.
"Ma come inizio può andare. Tieni."
Mi lanciò una mela e poi si alzò allontanandosi in modo da non guardarmi.
"Mangia pure, poi continuiamo."
"A fare che?"
"Questo è solo l'inizio Miku, tra dieci minuti si riprende."
Mentre mangiavo la mela pensai che probabilmente era pazzo e che non avevo la più pallida idea di come avrei fatto a sopravvivere a quell'addestramento.

Il viaggio di Akane e Miku - FinaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora