prologue

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Erano ormai tredici lunghi anni che Mattia si limitava ad osservare il suo migliore amico, un'abitudine che aveva sviluppato nel tempo e l'aveva resa quasi un ossessione verso quello splendido ragazzo dagli occhi scuri.
Non riusciva farne a meno, succedeva spesso che il biondo si sedesse al suo fianco e l'unica cosa di cui era in grado di fare era osservarlo nei migliori dei modi. Addirittura riusciva ad individuare la perfetta collocazione dei nei, le macchie dei brufoli passati e di quelle meravigliose cicatrici formate lungo il loro percorso di amicizia. Il gioco preferito di Mattia però, era contare le lentiggini sul viso del più grande. Sapeva il numero a memoria che saliva in grandezza di anno in anno.

Il più piccolo non riusciva a rendersi conto della sua mania dato che per lui era del tutto normale nonostante i suoi amici si ostinassero da anni a sostenere che fosse completamente innamorato di Christian, cosa più che vera, doveva solo metabolizzarlo e accettarlo.

Come d'abitudine, anche quella fredda sera di novembre, Mattia non aveva fatto altro che guardarlo per ore, ore, ore e ore intere, come un infinito loop straziante e gratificante allo stesso modo.

"Matti, mi stai ascoltando?" il biondo sembrò svegliarsi da quello stato di trance, capitava spesso che si perdesse in pensieri del tutto lontani da quelli iniziali.
"Scusami, sono con la testa tra le nuvole. Puoi ripetere?" il moro rise, fece uscire dai polmoni il fumo della fine di sigaretta incastrata tra le sue labbra e Mattia, ancora una volta, trattenne il fiato per quella visione stupefacente.

Erano seduti entrambi, l'uno al fianco dell'altro sul davanzale della finestra della camera di Mattia, dove si affacciava il tetto. Il biondo stava tramando ma cercava di non farsi sentire dal suo migliore amico, lo avrebbe seguito ovunque, anche in questi casi. Non poteva permettersi di sprecare del tempo prezioso.

Christian portò la birra quasi finita alle labbra, leccandole successivamente per rimuovere il residuo di quella strana bevanda che a Mattia proprio non piaceva.
"Dovresti provarla matti, non sai cosa ti perdi" allungò la bottiglia di vetro vicino al viso del biondo che rifiutò per la millesima volta con educazione.
"Solo l'odore mi fa salire la nausea lo sai"
"Lo so, sei più un tipo da vino" aveva ragione.

Finita la birra, arrivò una ventata di aria fredda nella loro direzione e la prima idea che venne a Christian fu quella di avvicinare il proprio corpo a quello del suo amico, stringendosi il più possibile a lui per togliere quel brivido che aveva preso padronanza sulla sua pelle ma il corpo di Mattia con quel gesto reagì in modo differente, rabbrividendo se fosse possibile ancora di più. Il freddo non aveva paragone con la scossa elettrica che gli provocava il corpo di Christian vicino al suo.

Il moro rimase per minuti indeterminabili avvolto dal braccio del più piccolo e come alla mezzanotte di cenerentola, Mattia scattò in piedi. Si rese conto che non era normale sentirsi all'apice della felicità eterna solo con la vicinanza del suo amico.

Christian lo guardò confuso, non capendo l'azione appena compiuta dal biondo ma non disse nulla. Rimase sul davanzale della finestra a pensare come suo solito mentre Mattia rientrò in casa andando nel suo letto a dormire, sapendo però che poco dopo lo avrebbe raggiunto il più grande.

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora