nine

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Passò così novembre, tra una serata sul davanzale e l'altra. Mattia trascorse le giornate con i suoi amici con più serenità adesso che aveva finalmente confessato a se stesso l'amore che provava per Christian. Per quest'ultimo fu il contrario, quando Mattia era nei dintorni non aveva problemi nel stare con le persone ma quando per qualsiasi motivo rimaneva da solo, tutto diventava improvvisamente silenzioso tranne il suo respiro fin troppo accentuato. Spesso la sua mente tendeva ad offuscarsi così tanto che arrivava addirittura a dimenticare i nomi dei suoi amici o il motivo per cui si trovasse in quel posto. Carola si era accorta del suo comportamento, anche lei era una considerevole osservatrice ed era immensamente preoccupata per il moro. Nonostante parlassero poco, la ballerina di classico gli voleva bene e ci teneva alla sua saluta, mentale o fisica che fosse. Lo capiva, capiva la sua ansia morbosa perché in qualche modo si collegava al suo essere costantemente perfettina. Aveva provato a parlarne con mattia per sapere come stesse, non voleva chiederlo direttamente a Christian, lo avrebbe solo messo in imbarazzo e non era sicuramente quello il metodo efficace per aiutarlo. Mattia però, le disse di non preoccuparsi, si stava occupando lui di tutto.

La sicurezza del biondo però, cessò rapidamente quando vide christian correre verso la sua stanza dopo aver sentito le urla dei loro amici che cantavano la famosa cantilena per il suo compleanno. Il biondo aveva ripetuto migliaia di volte che fosse una stronzata  l'idea della festa ma nessuno lo ascoltò, dando per scontato che a tutti piacessero le feste, soprattutto quelle a sorpresa.

Il minore sapeva che l'unico modo per farlo stare bene e per fargli staccare la spina fosse portarlo con un piccolo anticipo nel loro posto felice, la casa sul lago del più grande. Trascorrevano le vacanze di natale ogni anno in quel posto magico, solitamente partivano tutti insieme, inclusi i genitori, verso il 23 dicembre, così che Mattia potesse concludere a pieno il circolo scolastico. Ma alla vista dello stato di Christian, Mattia decise di mandare a puttane lo studio e portare il suo amico nella tranquillità.

Fin da bambini avevano l'abitudine di svegliarsi all'alba nonostante la stanchezza di entrambi, soprattutto di Christian che faceva fatica a tenere gli occhi aperti ma non avrebbe mai rinunciato a quel momento magico.

Il freddo invernale combaciava alla perfezione con il calore familiare del sole, i raggi sfioravano la pelle bianca del biondo accentuando il colore azzurro dei suoi occhi e Christian non poteva fare altro che ammirarlo come se fosse l'essere più bello sulla terra.

Continuavano a guardarsi innocentemente a vicenda prestando attenzione che nessuno dei due scoprisse l'altro.

"Ti ricordi quando hai insistito così tanto per farmi fare il bagno pochi giorni prima di natale?" chiese Christian sul ciglio del ponte. Come poteva dimenticarlo? era stata l'ultima volta che lo vide in costume, aveva provato così tante sensazioni strane e nuove che il piccolo si fece prendere dal panico buttandosi insieme a lui nel lago per rimuovere quel calore interno, ovviamente non andò via, nonostante ci fosse l'acqua gelida a smorzarlo.

"Ancora non capisco perché non l'abbiamo più fatto, è stata una delle esperienze più belle della mia vita" Mattia invece, sapeva benissimo perché si fosse rifiutato negli anni ma doveva ammettere che quella giornata era impressa nella sua mente più marcata rispetto ad altre. Ricorda alla perfezione i sorrisi sinceri del moro, la risata più cristallina dell'acqua e soprattutto l'abbraccio dato sott'acqua per rimuovere il freddo nelle loro ossa. Mattia sentiva ancora la sensazione del corpo seminudo di christian incollato al suo, difficile da far andare via sebbene fossero passati quattro anni.

Il minore rise senza però replicare, non avrebbe mai potuto dirgli il vero motivo dei suoi molteplici rifiuti.

Rimasero sulla riva del ponticino ad osservare l'acqua sotto di loro. C'erano pochi centimetri a separarli, la loro pelle scottava per quanto si desiderassero a vicenda ma nessuno dei due cambiò posizione.

Mattia aveva un idea nella testa fin dalla mattina precedente, voleva a tutti costi liberarsi da quel peso asfissiante e forse per la serenità intorno a loro che decise finalmente di far uscire un masso che presiedeva nel suo cuore da fin troppo tempo.
"Sono gay" pronunciò il biondo lasciando un sospiro gratificante. Non sapeva il motivo per quella improvvisa esigenza di dover esternare la sua sessualità, sapeva solo che ne aveva bisogno, aveva bisogno di farlo sapere a Christian dopo tutti quegli anni di amicizia. Non sapeva bene come sentirsi a riguardo ma era tranquillo e sereno.

Si girò verso christian che di rimando gli sorrise.

"Lo so" disse semplicemente. Mattia lo guardò confuso, lo sapeva? aveva passato anni a torturarsi perché non sapeva come dirglielo e lui in realtà lo sapeva?

"Non c'è stato nemmeno bisogno di scoprirlo, lo sapevo e basta. Ti conosco abbastanza per sapere che le ragazze non sono mai state nella tua ottica" Mattia sorrise per quanto lo conoscesse il suo migliore amico nonostante lui non avesse mai dato segnali per farlo realmente capire. Oramai non aveva più il terrore che Christian scoprisse della sua cotta per lui. Non sapeva se il moro avesse intuito qualcosa ma di certo non aveva più importanza. Era stanco di fingere, voleva solo assaporare con tutto se stesso fino all'ultimo il brivido che gli provocava lungo la schiena.

Il più grande si fece avanti per avvolgerlo nelle sue braccia e in automatico mattia si fece piccolo sotto al suo tocco.

"Sono felice che l'hai ammesso, stavo solo aspettando che fossi pronto per dirmelo. E poi era stressante puntualizzare il femminile quando si parlava di relazioni" scherzò Christian, senza sapere che Mattia non si era nemmeno mai reso conto del pronome che usasse in quelle occasioni, anzi, l'unica cosa che riusciva a pensare era; coglione sei te che voglio, ma questi erano miseri dettagli.

"Non ne parlare neanche di un ipotetico fidanzato" azzardò. Lo sguardo confuso di Christian non tardò ad arrivare."Perché?" chiese sperando in una risposta approfondita ma così non fu. "Lo so che lo sai Chri" sussurrò il biondo.

"Io non so nulla Matti, non so nulla se tu non vuoi farmelo sapere" dopo di che, gli prese la mano per riprendere un contatto con il minore, d'altronde, mettendo da parte le incomprensioni, una cosa la sapevano; non riuscivano a stare lontani l'uno dall'altro.

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora