twenty

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La luna calante, il cielo scuro tempestato di stelle, il vento che attraversava i fiori viola, il freddo a tratti caloroso sul loro corpo ed infine le due labbra incollate tra di loro.

Se di fronte a loro ci fosse stato un pittore, avrebbe sicuramente creato uno dei quadri più belli e raffinati mai esistito.

Non sapevano precisamente come fossero finiti a baciarsi, soprattutto dopo la richiesta di Mattia che gli aveva chiesto esplicitamente di smetterla di baciarlo. Era l'unica cosa che gli aveva chiesto ed era l'unica cosa il moro non era riuscito a compiere.

Christian aveva bisogno di Mattia, aveva bisogno di stringerlo a se per stare bene e il piccolo purtroppo era troppo innamorato per riuscire a respingerlo.

La sua testa urlava basta, smettila ma il suo cuore voleva tutt'altro. Il suo cuore voleva avvolgersi insieme a quello del moro, le sue emozioni volevano allinearsi alle sue e il suo corpo non ragionava nemmeno più.

Era leggermente scivolato su di lui senza nemmeno rendersene conto, lo stava baciando con una foga che fece tremare il moro sotto di lui.

Avevano entrambi bisogno dell'altro in modo inspiegabile, nessuno avrebbe mai capito il desiderio che scorreva ad entrambi nelle vene e neanche loro erano in grado di capire cosa li legasse in modo così ossessivo e vitale.

Christian fece scorrere lentamente la mano sulla schiena del biondo con il corpo ricoperto di brividi che proprio non volevano lasciarlo.

C'era solo il rumore della notte ad invadere il loro udito, insieme ai loro respiri che aumentavano lungo il corso del tempo.

Mattia continuò a spingere il suo corpo contro quello del moro che talvolta continuava a restituirgli le spinte verso l'alto.

Non riuscivano a fermarsi, d'altronde era quello il loro problema, sapevano quando iniziavano ma non quando finivano e ogni volta che uno dei due si distaccava per un frazionato secondo era involontario per loro sentirsi vuoti e incompleti.

"Avrei voluto che fossi stato tu il mio primo bacio" confessò il moro tra un bacio limpido e l'altro.

Mattia sorrise tra le sue labbra, il ricordo del primo bacio di Christian era tatuato nei suoi ricordi più bui.

L'unica cosa positiva fu che quando glielo raccontò, sottolineò per svariate volte quanto non gli fosse piaciuto e quanto disgusto avesse provato nel baciare quella povera ragazza lasciata in modo sgradevole.

"Non ti dimenticare che tu sei il mio primo bacio, non trattarmi come hai trattato lei" sussurrò guardandolo negli occhi. Era serio e non stava scherzando, voleva fargli veramente capire che non doveva più giocare con i suoi sentimenti.

"Tu non sei lei matti, sei così fragile che ho quasi paura a toccarti. Non ti ferirei mai di proposito"

Un bacio sulla fronte.

"Vorrei averti sempre al mio fianco"

Un battito mancato e un bacio sul naso.

"Vorrei baciarti fino a perdere il respiro"

Il cuore accelerato e un bacio sulla guancia.

"Vorrei perdermi tra il blu limpido dei tuoi occhi"

Un bacio sulle labbra, familiare, come se fossero abituati ormai a quel contatto.

Mattia nascose volontariamente la nuca tra la spalla e il collo di Christian, quest'ultimo lo accarezzo ancor di più continuando a tenerlo fermo sul suo corpo quasi addormentato.

Era sera e faceva freddo, un freddo che avrebbe ucciso qualsiasi essere umano ma non loro. Erano troppo accaldati dall'eccitazione e dall'amore che provavano l'uno per l'altro per rendersi conto dei pochi gradi che circolavano tra il campo glaciale.

"Ho sonno Chri, andiamo a casa?" annuì per poi prenderlo in braccio avendo percepito alla perfezione la sonnolenza che lo stava assalendo.

In macchina non c'era un silenzio imbarazzante e nemmeno un chiasso lancinante. C'era solo spensieratezza ricavata da una giornata di benessere, c'era stanchezza per i troppo baci e c'era felicità, un sentimento astratto che riuscivano a concretizzare solo al momento in cui i loro occhi si incontravano per formare un colore particolare.

Il moro si soffermò troppo nel guardarlo, nonostante i tredici anni di amicizia, non riusciva ancora a spiegarsi come Mattia potesse essere così bello.

Aveva una bellezza rara mai vista, era capace di farlo incantare per ore intere senza fare o dire nulla.

"Dovresti fare il modello" suggerì a quel punto dopo minuti di riflessione. Mattia scoppiò a ridere per quell'assurdità uscita dalle labbra del suo migliore amico.

"Non sto scherzando! tutti dovrebbero conoscere la tua bellezza" il piccolo lo guardò per poi sbuffare.

"non sono così bello" a quella affermazione al moro gli si gelò quasi il sangue, lo stava prendendo in giro vero?

"Stai delirando Mattia, sei una fottuta opera d'arte, tua madre deve averti dipinto perché non c'è altra spiegazione" il biondo arrossì, non era un leggero rosa ma un vero e proprio rosso fuoco ad inondargli le guance.

Smisero di parlare perché di parole ne erano state dette abbastanza, si ricordarono entrambi all'improvviso però che avevano parlato di qualunque cosa tranne del tipo di relazione che stavano covando.

Christian nel giro di poche ore l'aveva indirettamente rifiutato per poi aggrapparsi alle sue labbra come se non riuscisse a vivere senza.

Sapeva che doveva risolvere quel casino interiore che aveva ma era bloccato dai troppi pensieri per riuscire a fare la cosa giusta.

Doveva confessargli della sua ipotetica partenza per Parigi, doveva scoprire se stesso, doveva risolvere i suoi problemi di ansia, doveva proteggere Mattia da tutti e perfino lui stesso e infine doveva capire cosa provasse per lui.

Tutto però, in qualche modo si ricollegava a quel piccolo ragazzo rannicchiato sul sedile della sua auto.

Aveva paura di muoversi, di fare qualsiasi mossa perché sapeva che il minimo passo sbagliato avrebbe distrutto Mattia più di quanto già lo fosse. Aveva costantemente la testa sull'orlo dell'esplosione ma non avrebbe mai permesso che il suo stato mentale fosse rischioso anche per la persona che amava.

"Risolveremo ogni cosa Chri, ci sono io qui con te" sussurrò Mattia che in qualche modo aveva interpretato lo sguardo concentrato di Christian.

E come per magia si rilassò alle parole del suo amico, poteva smettere per qualche minuto di pensare e godersi quel calore immenso che gli provocava la mano di Mattia sulla sua coscia.

Continuò a guidare verso casa, libero finalmente, anche se per poco, dai mostri che vivevano all'interno del suo conscio da anni.

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora