nineteen

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Come se nulla fosse accaduto.

Mattia e Christian si comportavano come se non si fossero mai baciati, come se il biondo non gli avesse confessato il suo amore maniacale e soprattutto come se non si fossero urlati addosso.

Stavano ingnorando l'accaduto e ci stavano riuscendo alla perfezione.

La mattina dopo si erano svegliati e si erano comportati come se la sera precedente non fosse esistita.

Come se avessero dimenticato ogni cosa.

Avevano riso e scherzato insieme da soli e perfino con tutti i componenti della famiglia che felici quel giorno avevano deciso di ritornare in città per comprare i regali di natale.

Alexia ne aveva approfittato per stare qualche giorno con il suo ragazzo, quindi in casa erano rimasti i due migliori amici.

Salutarono tutti sul ciglio della porta promettendo di non distruggere casa e Alexia preoccupata si avvicinò a suo fratello sussurrandogli di non ferire ne lui ne Mattia.

La ragazza non sapeva nulla, non sapeva cosa fosse successo tra di loro ma era molto intuitiva, al contrario del fratello quindi capì al volo che ci fosse tensione da vendere per un motivo ben preciso.

Christian le sussurrò di rimando che non doveva preoccuparsi e che non doveva mettersi in mezzo perché aveva tutto sotto controllo, anche se sotto controllo non aveva nulla.

"Finalmente soli" sospirò il moro chiudendo la porta lasciandosi alle spalle i suoi genitori che continuavano ad essere preoccupati per lo stato che avrà la casa al loro ritorno. La madre di Mattia invece era preoccupata per suo figlio che in vita sua non l'aveva mai visto così cupo e spento.

Il biondo sorrise, non riusciva a fare nient'altro in realtà.

Dal momento in cui la casa era piena di rumori e risate era completamente diverso relazionarsi con Christian, ma adesso erano soli, soli tra il loro silenzio con il respiro dei due a fare da sfondo.

All'improvviso a Christian venne un'idea, un'idea decisamente folle in realtà ma non aveva altra scelta.

Non aveva alcuna intenzione di rimanere li, tra le mura soffocanti e con Mattia che continuava a guardarlo di nascosto.

"E se andassimo al campo viola?" suggerì.

A Mattia gli si illuminarono gli occhi, il campo viola non era nient'altro che un prato colmo di viole ma i due ragazzi quando erano più piccoli per capirsi al volo lo nominarono in quel modo.

Erano affezionati a quel meraviglioso posto, rappresentava la loro amicizia come del resto qualunque cosa li circondasse.

Ma quel campo aveva qualcosa in più, avevano l'abitudine di rifugiarsi tra quei fiori quando erano tristi o stressati e principalmente ogni singola volta ritornavano felici e spensierati.

Ma mattia amava quel posto anche per un altro motivo, tra i fiori viola aveva capito per la prima volta che fosse innamorato del suo migliore amico.

Si ricordava bene come l'aveva guardato tra i raggi di sole lucenti e il viola attorno a lui. Ricorda alla perfezione la pelle nitida che faceva da contrasto all'azzurro del cielo come i suoi occhi.

Tutto perfettamente collegato.

E purtroppo ricorda ancora la stupida frase di Christian che ancora dopo anni non era riuscito a decifrare; "non mi guardare così che poi finisco per innamorarmi di te"

Christian come sempre stava scherzando, perché lui era così. Dava troppa importanza alle parole ma non sapeva dosarle con Mattia, proprio con lui che avrebbe dovuto analizzarle una ad una per non ferirlo.

Mattia ci pensò per giorni, per mesi e per anni a quella frase che per il moro doveva essere stata insignificante, ma per il piccolo era stato l'inizio delle sue paranoie e dei suoi pianti notturni perché non poteva confessare i suoi sentimenti al mondo.

Quindi non ci pensò due volte a rispondergli di si, entusiasta per la giornata sicuramente indimenticabile che avrebbero trascorso. Sì dimenticò addirittura del reale motivo per cui stesse male, si dimenticò che quel ragazzo di fronte a lui lo aveva ferito o meglio, lo aveva distrutto.

Non presero nulla, solo le chiavi della macchina e finalmente partirono verso il campo leggermente lontano da casa.

Lo avevano trovato per caso, erano solo dei ragazzini quando camminarono per ore sotto il sole parlando e fu un miraggio per loro vedere tutto quel colore sommerso.

In macchina quel pomeriggio non c'era silenzio, ma c'era vita, ossigeno e amore. Cantavano spensierati tra le note delle loro canzoni preferite, l'unica cosa che li accumunava. Erano diversi, diversi da morire ma con la musica avevano gli stessi gusti, stessi artisti preferiti e perfino stesse canzoni del cuore.

Erano cresciuti insieme ascoltando le stesse canzoni quindi fu naturale per loro covare un amore unico e solidale per lo stesso genere.

"Arrivati" comunicò Christian.

Mattia sorrise per la millesima volta quel giorno per poi uscire dalla macchina e dirigersi verso il prato.

Si stese sopra ai fiori senza nemmeno curarsi di guardare se ci fossero insetti e lo stesso fece Christian che si mise al suo fianco.

"Assurdo non credi?" chiese il moro.

Mattia girò il capo verso di lui, per osservarlo meglio e per capire cosa volesse dirgli.

Gli mancò un battito nel riconoscere la stessa luce negli occhi che aveva anni fa.

"Che cosa?"

"Prima eri l'unica cosa stabile nella mia vita e adesso sei tutto ciò che provoca delle turbolenze"

Il biondo sospirò ma aveva solo che ragione. Avevano sempre avuto un equilibrio da invidiare, mentre adesso non si capivano più e nell'ultimo periodo l'ansia di Christian era aumentata a dismisura proprio per quel motivo.

"Avrei voluto essere il tuo punto fermo per sempre ma non ce la facevo più, avevo bisogno di dirtelo se no sarei esploso" la sincerità nelle sue parole fece capire a Christian quanto Mattia avesse resistito tutti quegli anni solo per tenere in piedi la loro pura amicizia.

"Piccolo, ho pensato tanto sta notte.." Mattia rise, una risata divertita perché aveva immaginato che il moro avesse trascorso tutta la notte a pensare. "Io non niente, non so cosa siamo, non so cosa sono io e non so nemmeno perché è nata tutta questa situazione. So solo che ti voglio nella mia vita, ho bisogno di te e delle tue abitudini strane"

"Christian va bene, non sono arrabbiato e il nostro rapporto non cambierà. Ne ho avuto la conferma sta mattina quando al risveglio ci siamo comportati come se nulla fosse accaduto" il moro rise per il parallelismo della loro vita.

"Smettila di baciarmi però, non illudermi di nuovo" sussurrò a voce stanca, si stava addormentando tra il profumo dei fiori e tra il calore del sole che gli provocava sonnolenza.

"Sono confuso su ogni cosa, ma non ti ho illuso Matti e di questo ne ho la certezza"

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora