sixteen

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Il terrore negli occhi di Christian quando sua sorella gli comunicò che dovevano prepararsi per la loro solita cena di famiglia non poteva essere paragonato veramente a nulla.

Mattia e Christian amavano e odiavano andare a cena fuori con la famiglia riunita, all'inizio l'idea di dover stare tutti insieme annoiava i due ma appena poi si ritrovavano al tavolo finivano con il divertirsi.

In quell'occasione però era tutto diverso.

I due ragazzi non si rivolgevano la parola e sarebbe stato al quanto strano ritorvarsi al tavolo mentre attivavano entrambi il mutismo selettivo. Non volevano nemmeno essere tempestati di domande quindi si sarebbe adattati alla situazione fingendo che andasse tutto bene, Mattia però aveva scordato che lui non sapesse mentire.

"Allora ragazzi, cosa avete fatto in nostra assenza?" chiese il padre di Mattia versando del dolce vino bianco a sua moglie.

Il biondo si strozzo ricevendo un calcio nella gamba da parte di Christian, non riuscivano proprio a rimanere seri, nemmeno ad una cena di famiglia in cui avrebbero dovuto far finta di essere sereni.

"Le solite cose papà, nulla di nuovo" lo liquidò in quel modo e finalmente il povero padre capì che fosse arrivato il momento di non fare più domande e lasciar stare i ragazzi nei loro problemi adolescenziali.

Mattia nel mentre rubò la bottiglia sotto gli occhi di tutti per poi versarsene una considerevole quantità. Il moro lo fucilò con lo sguardo, sapeva quanto l'alcol potesse influire sul comportamentismo del più piccolo ma non disse nulla per fermarlo d'altronde chi era lui per comandare? e poi sapeva quanto il biondo amasse il gusto del vino bianco quindi non fece altro che guardarlo mentre finiva la bottiglia, si intenerì perfino alla vista delle sue guance arrossate. Era un particolare che amava di lui, gli bastavano poche gocce di vino per ricavare quella sfumatura sul suo viso.

Proprio in quel momento, quando si accorse di soffermarsi troppo sui dettagli di Mattia, il moro prese di forza il suo bicchiere ancora colmo per poi buttarlo giù nella gola come se fosse acqua naturale. Christian reggeva alla perfezione l'alcol, per questo non si fece problemi nel riempire nuovamente il bicchiere cristallino schivando senza ritegno lo sguardo di Mattia che con supplica gli chiedeva se potesse riempire anche il suo. "per questa sera basta così" sussurrò al suo orecchio.

Nonostante ci fossero i brividi a bruciarlo dentro, il minore si alterò prendendo con forza la bottiglia dalle sue mani.

Non si fece condizionare dalla voce limpida di Christian che continuava ad attraversargli il corpo, anzi, cercò di respingerla il più possibile aumentando sempre di più la quantità di vino. Tutto ciò ad insaputa dei genitori che senbravano chiacchierare tra di loro allegramente, mentre Alexia rideva con se stessa per la scena a cui stava assistendo.

"Piccolo stai esagerando" sussurrò Christian nuovamente.

Fu naturale per lui appoggiare la mano sulla coscia agitata di Mattia che straordinariamente sbattette con una forza disumana la forchetta sul tavolo per il contatto improvviso con il moro.

I familiari si girarono spaventati verso i due ragazzi che cordialmente chiesero scusa, inventando una scusa sul momento per quello scatto rumoroso.

"È meglio se vado in bagno, torno subito" comunicò Mattia alla tavolata gioiosa come loro solito.

Corse verso il bagno sperando di trovarlo vuoto, aveva bisogno di restare da solo per pensare ad un modo per non cedere in quel modo imbarazzante alle provocazioni di Christian.

Possibile che per una mano sulla sua coscia doveva creare tutto quel baccano? ma Mattia pensò bene di dare la colpa all'eccessiva assunzione di alcol mettendo da parte tutte le paranoie create precedentemente.

Si bagnò tutto il viso numerose volte, forse per far scivolare via quella confusione che non lo faceva nemmeno respirare. Si guardò altrettante volte allo specchio osservando quanto Christian lo distruggesse ma anche quanto riuscisse a farlo sentire vivo e spensierato.

Una droga, una dipendenza.

Mattia aveva sempre paragonato il moro ad una droga, senza i lati negativi ovviamente.

Christian riusciva a farlo sentire all'apice della felicità con un solo gesto, un solo sguardo o anche con il suono della sua voce.

Si era ritrovato tante volte a perdersi mentre parlava, era consapevole che non fosse una cosa normale tra amici ma proprio non riusciva a non volare sulle nuvole all'ascolto di quella voce magnifica e angelica.

Non riusciva farne a meno.

Non voleva farne a meno.

Era così concentrato a pensare a lui che non si accorse nemmeno che qualcuno fosse entrato al bagno, richiamandolo un milione di volte, senza ricevere risposta.

"Mattia stai bene? parlami!"

Finalmente il piccolo riuscì a riconnettersi alla realtà scuotendo la testa per i troppi pensieri.

Si girò con ancora il viso colmo di acqua fredda scontrandosi volontariamente con la sua dipendenza.

"Non sto bene Christian, non sto bene" aveva iniziato a biascicare, brutto segno che il vino avesse fatto effetto.

E il moro non resistette più a quella vista clamorosa, aveva davanti il ragazzo più bello che esistesse, con il viso arrossato e aveva una voglia pazza di baciare quelle fottute labbra rovinate dai troppi morsi che si dava il piccolo quando voleva zittirsi.

Per ciò, lo fece.

Mattia sussultò a quel contatto che sembrava quasi diventare familiare nel tempo.

Il moro gli strinse i fianchi portandolo con se all'interno di uno dei tre bagni singoli. Chiuse la porta per quanto fosse possibile per poi lasciarsi completamente andare al corpo di Mattia. Quest'ultimo giurò che i loro corpi si sarebbero potuti fondere insieme per quanto fossero scottanti e bollenti.

Forse per l'alcol, ma fu proprio lui il primo a far scivolare la lingua nelle labbra dell'altro aumentando all'improvviso il respiro che sembrò andare completamente via.

C'erano solo loro due in quel momento, cric e croc, i due migliori amici inseparabili che stavano unendo le loro bocche all'interno di un ristorante troppo raffinato per i loro gusti.

Christian non capì più nulla, mordendo improvvisamente il labbro inferiore di mattia facendolo gemere di dolore e eccitazione allo stesso tempo. Si staccarono solo per qualche secondo per riprendere fiato e forse per ricavare e metabolizzare tutti i pensieri che avevano cercato di nascondere per tutto l'arco del tempo.

"Sai di vino bianco" sussurrò il più grande a pochi centimetri dalle sue labbra incandescenti.

"Tu sai di birra"

E risero, risero perché loro erano Mattia e Christian, erano una persona sola, erano migliori amici, erano gatto e cane, erano il cioccolato bianco e fondente ma nonostante questo, si amavano.

Dovevano solo accettare che due diversità assieme potevano diventare qualcosa di troppo grande e straordinario.

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora