eighteen

3.3K 191 69
                                    

"Cristo, perché non mi permetti nemmeno di spiegarti?" urlò Christian a pochi metri dalla sua macchina che li avrebbe dovuti condurre a casa.

Mattia si fermò improvvisamente mettendosi di fronte a lui, a pochi millimetri dal suo viso.

"spiegati, ti sto ascoltando"

Il vuoto.

Christian si rese conto che non sapeva cosa dire, non sapeva come giustificarsi.

Non si aspettava che il biondo si fermasse per ascoltarlo quindi dimenticò improvvisamente tutto ciò che aveva da dirgli.

Mattia iniziò a piangere, era sopraffatto.

Sopraffatto da quel ragazzo.

"Vaffanculo Christian, lo vuoi capire che per me non è un gioco? non è la solita esperienza adolescenziale che tutti voglio provare. Sono fottutamente innamorato di te da quando eravamo due nani che si picchiavano per le stupidaggini. Desidero baciarti da quando a 9 anni mi hai spiegato che si baciano le persone che si amano. Perché credevi che odiassi Sara? Volevo esserci io al suo posto, ero geloso. Sono completamente pazzo di te, pazzo dei tuoi occhi, delle tue stupide lentiggini e delle tue mani delicate" lo spinse per la rabbia ma il moro non si mosse di un millimetro.

"Sono innamorato della tua gentilezza, del tuo sarcasmo che mi ha ferito tante volte. Tu mi hai fatto scoprire lo schifo che c'è dietro all'amore ma ho anche scoperto quanto mi piace amarti. Ho aspettato anni per uno stupido bacio e va bene se per te è un gioco, veramente. Sarei stato capace di dimenticare tutto pur di farti stare bene ma io ti ho avvisato, cazzo ti ho avvisato che se non fossi stato pronto non ti saresti dovuto nemmeno avvicinare" Il respiro si prosciugò.

Mattia si strozzò tra le sue stesse parole, gli scoppiava la testa, aveva paura che potesse seriamente svenire da un momento all'altro.

Christian continuava a guardarlo imbambolato.

Non sapeva cosa dire, non si aspettava di certo una dichiarazione.

Credeva fosse solo attrazione, non riusciva a credere che il piccolo soffrisse così tanto per lui e invece aveva passato anni a trafiggergli il cuore senza averne la completa conoscenza.

Loro erano migliori amici.

Loro erano cric e croc.

"Dì qualcosa per favore" le lacrime lo stavano letteralmente distruggendo, non riusciva nemmeno a capire se il dolore al cuore fosse reale o fosse dovuto dallo sguardo spiazzato di Christian.

Avrebbe preferito che gli urlasse qualsiasi cosa, anche se brutta e invece il moro stette zitto.

Stava metabolizzando le frasi di Mattia una ad una, le stava analizzando ripercorrendo gli anni passati e finalmente ricollegò troppe cose che prima erano incertezze.

"Perché credi ti avessi baciato Chri? per divertimento?" Mattia rise tra se e se per quanto stupido potesse essere il suo migliore amico certe volte, una risata amara.

"Tu perché mi hai baciato invece?" chiese con la più pura e completa amarezza nelle sue parole, non riusciva nemmeno a riconoscere il suo tono di voce per quanto fosse modificato dalla delusione.

Il nulla più assoluto, il moro continuava a rimanere con la bocca sigillata.

"Portami a casa per favore" Christian annuì, aprendo di scatto la porta ma Mattia lo fermò nuovamente.

"Non questa casa, voglio andare a casa mia"

Christian lo guardò terrorizzato, voleva veramente ritornare in città? avrebbe veramente preferito passare il natale da solo piuttosto che trascorrerlo con il moro? voleva seriamente interrompere 13 anni di natali e festività passati insieme?

"Piccolo ti prometto che ti spiegherò, ma torniamo a casa insieme" Christian lo supplicò per la millesima volta nell'ultimo periodo.

Non era in grado di esprimersi e Mattia lo sapeva, per questo acconsentì alla sua richiesta. Sapeva che Christian avesse bisogno dei suoi tempi per pensare e poi parlare quindi tirò un sospiro per poi entrare nella macchina senza dilungarsi ulteriormente.

Nonostante avesse il cuore lacerato, non sarebbe mai stato in grado di lasciarlo solo a torturarsi e rimurginare fino ad arrivare ad una conclusione sbagliata ma per niente affrettata.

Nell'auto circolava il più limpido silenzio mai esistito, il biondo si era accasciato alla portiera e si addormentò tra la dolce guida del moro. Quest'ultimo non poteva fare altro se non guardarlo e pensare a ciò che gli avesse confessato.

Non era ingenuo, sapeva che ci fosse qualcosa che andasse oltre l'amicizia ma non credeva di certo che il biondo fosse innamorato di lui da sempre. Si sentì perfino in colpa al pensiero che si fosse dovuto subire la sua stupida ragazza delle medie, anche se la loro relazione era durata veramente poco.

Ripensò alle parole della ragazza quella sera sulla spiaggia: "allora, vi siete messi insieme?" lui aveva riso a quella domanda, pensava stesse scherzando e che si riferisse al fatto che trascorrevano la loro vita in simbiosi senza mai allontanarsi.

Finalmente riuscì a decifrare quello sguardo sconfortato quando gli raccontò a Mattia quella che doveva essere una cosa divertente, riuscì perfino a capire tutti gli sguardi rubati, le fugaci uscite quando il moro doveva cambiarsi, l'improvviso distaccamento quando Christian lo toccava o lo abbracciava.

Continuò a guardare quel ragazzo distrutto al suo fianco, distrutto da lui, dalla sua ingenuità.

Aveva distrutto completamente la meravigliosa creatura che era.

Gli accarezzò la guancia morbida e liscia come la seta mentre provava a svegliarlo, erano finalmente giunti a casa ma Mattia sembrava impassibile, era esausto.

Christian non ci pensò una seconda volta a prenderlo in braccio, lo aveva sempre fatto, aveva sempre portato lui Mattia in casa quando si addormentava durante il tragitto.

Il piccolo nel sentire la presa possente del moro, passò ad uno stato si dormi veglia ma non si mosse, aveva bisogno di stare attaccato a lui.

Non era in grado di stargli lontano, nonostante avesse paura di rompersi da un momento all'altro non riusciva ad interrompere quel morboso contatto.

Christian lo posò sul letto, stava per andarsene, stava per chiudere la porta ma il lamento di Mattia lo fermò.

"Resta qui, non voglio che ti torturi da solo"

Il moro sorrise per avergli letto nel pensiero, aveva il terrore di restare da solo perché non sapeva cosa la sua testa potesse elaborare, aveva paura dei suoi stessi pensieri.

Si mise al suo fianco, avvolgendo il piccolo tra le sue braccia.

Si rese conto in quell'istante quanto fosse fortunato ad avere una persona del genere nella sua vita. Lui era tutto ciò che poteva desiderare, aveva ogni particolare che lui aveva sempre amato.

Negli anni aveva sempre ricercato persone con il suo stesso carattere, con i suoi capelli, i suoi occhi blu, la sua pelle candida, la sua dolcezza, la sua simpatia e perfino il suo essere egocentrico.

Rise ripensando a quando a sedici anni gli aveva detto; "mi dovrei fidanzare con te per essere finalmente felice" stava scherzando ma Mattia non lo capì e pianse per giorni. Infondo all'epoca era solo un ragazzino di quattordici anni, era fragile ed era normale avere quel tipo di reazione.

Ma il moro si sentì nuovamente in colpa, cercò di cacciare via i pensieri perché sapeva che avrebbe potuto continuare tutta la notte a rimurginare vecchi ricordi che sicuramente avevano tormentato Mattia per una vita intera.

Si addormentò tra il profumo del più piccolo, cullato dalla dolce melodia del suo respiro.

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora