thirteen

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L'arrivo della madre fu una ventata di aria fresca per i due ragazzi. Si rilassarono alla dolce carezza materna ma ovviamente il loro ego smisurato non avrebbe mai ammesso che in realtà quella visita serviva e non poco.

A Christian era miracolosamente andata via la febbre dopo il metodo naturale di sua nonna, la casa era ritornata un gioiello come prima dell'arrivo dei ragazzi e Mattia era riuscito persino a dimenticare che il moro volesse baciarlo a tutti i costi.

"Allora, gliel'hai detto Chri?" quest'ultimo sbuffò roteando gli occhi per la millesima volta negli ultimi due giorni.
"No mamma, mancano ancora otto mesi perché dovrei dirglielo adesso?" chiese infastidito. Era già difficile per lui comunicargli una cosa del genere, era felice della notizia ma non voleva distruggere la loro bolla sotto forma di amore creata, soprattutto nell'ultimo periodo.

"Non riuscite a stare lontani per più di due minuti, come puoi pretendere che possa andare bene dirglielo addirittura tra otto mesi?" Sua madre si stava alterando e Christian sapeva quanto avesse ragione. Aveva paura di dirglielo, non solo per la sua reazione ma anche perché nemmeno lui aveva metabolizzato la notizia e non era del tutto convinto della scelta da prendere.

"Non ho ancora deciso se andarci o meno" disse infine sedendosi al fianco della madre attonita dalla risposta del figlio. Ma d'altronde lo capiva, sapeva che Christian piuttosto che allontanarsi da Mattia, sarebbe rimasto con lui per sempre mettendo in discussione la sua vita.

"Ascoltami Chri, c'è di mezzo il tuo futuro. So quanto sei legato a lui ma so anche quanto sei innamorato della danza. La scelta è tua, pensa a ciò che potrà renderti felice" disse calcando l'ultima frase per farla risaltare. Christian l'abbracciò e fu inevitabile non piangere tra le braccia confortevoli della donna più importante della sua vita.

"Mamma, la mia felicità dipende tutta da lui" sussurrò tra una lacrima e l'altra non accorgendosi nemmeno dell'entrata del riccio.

Mattia non disse nulla, si sentì un intruso e addirittura uno sconosciuto ad interrompere quella commovente scena.

Non riusciva ad immaginare il reale motivo per cui il suo migliore amico piangesse e fu proprio la madre a lasciarli soli sperando che il figlio gli dicesse tutto.

Al piccolo gli si strinse il cuore nel vedere i goccioloni d'acqua attraversare le lentiggini del più grande, lo aveva visto piangere poche volte nella sua vita al contrario suo che piangeva più del dovuto.

Proprio per quel motivo si preoccupò abbondantemente continuando a baciargli il rossore su tutto il viso senza sapere che quello sarebbe stato l'inizio di un orribile periodo.

"Chri va tutto bene" sussurrò prendendogli il viso tra le mani. Continuava a tremare tra un respiro affannoso e l'altro, stava avendo un attacco di panico per la troppa pressione e la cosa peggiore era che non aveva una motivazione valida da dare al riccio, l'alternativa era dirgli la verità ma si sarebbe arrampicato a qualunque specchio pur di tenerglielo nascosto il più possibile.

Si sentiva in colpa a nascondergli da mesi la possibilità di andarsene via finalmente da quella piccola cittadina che lo accompagnava da tutta la vita. Il suo maestro di danza aveva contattato il responsabile di una delle accademie più famose di Parigi per fargli notare qualcuno dei suoi ragazzi e il destino ha voluto che l'occhio gli cadesse sulle straordinarie doti del moro, proponendogli poco dopo di trasferirsi all'accademia per ampliare le sue conoscenze nel mondo della danza.

Era una di quelle opportunità che capitano una sola volta nella vita e non poteva gettarla al vento senza nemmeno prenderla in considerazione.

L'unico problema era mattia, problema enorme a dire il vero. Gli mancava l'aria al solo pensiero di allontanarsi da lui ma non poteva rinunciare al suo sogno. Erano anni che desiderava andarsene via e finalmente poteva farlo, poteva lasciare la città che l'aveva sempre schiacciato portandosi via un pezzo di lui ma d'altro canto, in quella città maledetta aveva conosciuto la sua anima gemella.

"Bravo, respira" ripetette Mattia, ma il moro si agitò ancor di più mandando a puttane il suo sistema respiratorio.

Non riusciva nemmeno ad individuare dove fosse, vedeva sfocato e si dimenticò persino il motivo di quella improvvisa confusione nella sua testa. Voleva solo che il mostro che gli annebbiava la vista smettesse di rubargli i pensieri, si stava distruggendo da solo e Mattia sapeva benissimo cosa stesse accadendo. Lo percepiva dai suoi occhi, così scuri ma così limpidi di emozioni e proprio quando capì che tipo di emozioni giravano per la sua testa che il minore decise di affondare le labbra umide alle sue.

Fu così che il respiro di Christian si regolò, rilassando ogni parte del corpo. Si calmò sentendo la morbidezza del piccolo avvolgergli le labbra.

Stava finalmente baciando il suo migliore amico dopo giorni di discussione e tormento.

Mattia salì sul suo corpo fragile facendo attenzione a non fargli male, si mise sul suo grembo approfondendo l'unico bacio che avesse mai dato.

Il biondo mugolò quanto più possibile, non riusciva a smettere di muoversi sulle sue gambe mentre Christian continuava a sopprimere l'eccitazione nel suo corpo.

Quando il piccolo si abituò al contatto, Christian capì che poteva far scivolare la lingua nella sua bocca e fu semplicemente magia. Mattia circondò il collo del più grande con le mani colme di anelli facendolo sussultare per il contatto freddo mentre muovevano le lingue tra di loro all'unisono. Il tocco delicato fece andare fuori di testa entrambi soprattutto Mattia che avrebbe voluto urlare dalla gioia per quanto gli scoppiasse il cuore.

Continuarono a baciarsi fino a terminare l'ossigeno, volevano riprendere quel contatto morboso ma il minore era esausto e lo stesso poteva dire Christian che continuava ad annaspare non riuscendo a riprendersi del tutto

C'era così tanta tensione e felicità attorno a loro che il profumo di entrambi pensò a far penetrare del respiro nei loro polmoni calmandoli poco dopo.

"Ho fatto bene a consigliarti di guardare teen wolf" sussurrò Christian unendo la sua fronte a quella del più piccolo. Quest'ultimo non capì aggrottando le sopracciglia, il moro rise e Mattia sembrò finalmente capire che si riferisse alla scena tra Lydia e Stiles.

"hai visto che sono riuscito a baciarti anche con mia madre in casa piccolo?" continuò Christian. Incredibile che riuscisse a mantenere quel tono provocatorio anche dopo un bacio del genere. "coglione, ti ho baciato io"

Risero per minuti indeterminabili, persino la madre di Christian rise tirando un sospiro di sollievo nel sentire fin dalla cucina a porte chiuse le due risate unite che formavano una straordinaria canzone d'amore.

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora