"Christian sbrigati! mamma è già infuriata perché non hai apparecchiato" urlò Alexia dal piano di sotto trapassando completamente i timpani del moro.
I due ragazzi si stavano preparando per la cena di capodanno con i loro genitori e poi insieme ai loro amici che sarebbero dovuti arrivare da li a poco.
Li avevano invitati per trascorrere qualche giorno insieme nell'abitazione di Christian, era uno dei punti fondamentali prestabiliti per avviare un percorso curativo e sano.
Avrebbero passato il giorno di capodanno insieme e poi come ogni anno, Mattia e Christian sarebbero scappati senza farsi vedere nel ponticino sul lago, quello era il piano.
"Mattia dobbiamo scendere, mia madre sta impazzendo" urlò a sua volta il moro al più piccolo che come rituale, si era rinchiuso nel bagno per cambiare i suoi vestiti. Non gli rispose e nonostante volesse rispettare i suoi spazi e non metterlo a disagio decise di bussare nuovamente alla porta.
Nessuna risposta.
"Piccolo tutto bene?" chiese avvicinando l'orecchio il più possibile per percepire il minimo movimento.
Ma nulla, il vuoto assoluto.
Inclinò delicatamente la maniglia della porta sperando che il piccolo facesse un accenno così da non dover entrare ma così non fu, perciò aprì la porta ritrovandosi Mattia semi nudo con le cuffie mentre si guardava allo specchio continuando di tanto in tanto a toccarsi la pelle e i fianchi morbidi, come se fossero un problema da togliere.
A christian mancò il fiato, osservò ogni piccolo lembo di pelle arrivando a memorizzarlo come se fosse stampato e archiviato nella sua testa. "Chri! mi hai spaventato" si spaventò alla vista del suo migliore amico che era rimasto incantato dal suo corpo, dalla sua bellezza, dai suoi occhi rossi da un pianto appena finito. "Hai pianto?" sussurrò avanzando di qualche metro, proprio di fronte a lui osservando attentamente i capillari rotti all'interno della sclera.
Il piccolo balbettò parole indecifrabili che fecero cadere ogni suo sostegno di credibilità. Decise di arrendersi e non mentire, era consapevole del fatto che non sapesse farlo, soprattutto con lui.
"Guarda i miei fianchi" balbettò nuovamente con un susseguirsi di singhiozzi strozzati e graffiati.
Il moro portò le mani sul punto indicato e odiato dal biondo e senza nemmeno metabolizzare una frase sensata gli disse semplicemente ciò che pensasse senza troppi filtri, d'altronde non ce n'erano bisogno con loro due, erano le persone più limpide e genuine che potessero esistere.
"Li guardo e potrei solo dirti che sono perfetti, come ogni particolare di te" sussurrò passando nuovamente le mani sui fianchi per poi farle scorrere sulla pancia. "La tua pancia perfetta" fece salire le mani sulle braccia attraversandole dalla spalla fino ai polsi con un dito, posò nuovamente lo sguardo sui suoi occhi per poi portare le mani sulle guance bianche latte con qualche sfumatura di un rosa mai visto.
Continuò il suo percorso fino ad arrivare alle labbra, sfiorandole delicatamente. "Devo continuare? perché ho paura che potrei non fermarmi più" disse ad un passo dal suo viso, altrettanto perfetto ai suoi occhi e agli occhi di chiunque.
Nonostante conoscesse alla perfezione le insicurezze di Mattia, non riusciva ancora a crederci che una tale bellezza simile potesse avere delle cadute sul suo aspetto.
Mattia lo guardò e capì per la millesima volta perché fosse così innamorato di quel ragazzo che riusciva a portarlo in una dimensione inspiegabile, dimenticava perfino che fosse sul pianeta terra. Il dolore allo stomacò confermò l'amore incondizionato che certe volte arrivava a distruggerlo ma non si spaventò, era un dolore piacevole, una sensazione di vuoto nello stomaco che avrebbe voluto sentire per il resto della sua vita.
Tremò per quell'accumulo di emozioni che sarebbero trapelate da un momento all'altro se Christian non si fosse spostato all'istante e soprattutto se non avesse smesso immediatamente di sfiorarlo come se fosse un fiore delicato da non rovinare.
"Comunque, potresti anche smetterla di scappare quando dobbiamo cambiarci i vestiti" disse infine prendendolo per mano portandolo in camera da letto. Il biondo arrossì ma sapeva che fosse arrivato il momento di attraversare quella barriera inutile costruita nel tempo quindi annuì rassicurandolo che adesso poteva davvero farlo.
Finirono di prepararsi dopo il millesimo richiamo della madre esaurita per la cena e finalmente si sedettero tutti alla tavolata colma di cibo e sorrisi gioiosi.
"Mi raccomando non distruggetemi la casa mentre siamo via, torniamo fra tre giorni" comunicò il padre di Christian. Avevano deciso di passare la mezzanotte in città e per non ritornare indietro, avrebbero dormito a casa loro, così da lasciare spazio a tutti gli amici dei loro figli.
"Non preoccuparti papà, lo sai che siamo due angioletti" scherzò il moro abbracciando con la spalla il biondo al suo fianco improvvisando un finto sorriso.
"Si proprio due angioletti" sussurrò Alexia ricevendo l'ennesimo schiaffo dietro la nuca da parte di suo fratello.
Finirono così di cenare ridendo e scherzando, con qualche frecciatina da parte dei participanti e soprattutto da parte di Alexia sul rapporto diverso ricavato nell'ultimo periodo dai due ma non ci fecero molto caso, troppo impegnati a perdersi tra i loro occhi.
Finalmente i genitori lasciarono l'abitazione lasciando spazio all'entrata clamorosa dei loro amici.
Serena si precipitò su Mattia che felice, quasi con le lacrime agli occhi l'abbracciò, le mancava così tanto. "Io e te dobbiamo parlare" sussurrò all'orecchio del piccolo che con convinzione annuì.
Si diressero al piano superiore per non far sentire la loro conversazione agli altri e soprattutto al moro che nel mentre cercava di integrarsi nei discorsi senza cadere in un baratro oscuro e spaventoso circondato dai mostri che lo avevano sempre emarginato dalla società.
"In questi giorni è successo altro?" chiese improvvisamente senza aspettare nemmeno che il piccolo chiudesse la porta, proprio per quello rise per la curiosità della sua migliore amica.
"Ci siamo baciati altre volte" sussurrò per paura che potesse sentirlo nonostante ci fosse un piano intero a separarli, inclusa la musica alta e frastornata.
Serena esultò, battendo le mani come se fosse una bambina.
Era davvero contenta per la situazione creata, aveva
aspettato anni per quel momento e nessuno avrebbe potuto rovinarlo. "Non esultare, continua a baciarmi e poi si comporta come se mi avesse dato una pacca sulla spalla" Non sapeva cosa stesse succedendo effettivamente tra di loro, aveva dato del tempo a Christian per metabolizzare e analizzare la situazione ma si erano anche ripromessi che in questo spazio non si sarebbero dovuti baciare tanto meno sfiorare e invece caso vuole che finivano sempre per strusciarsi tra di loro come se fossero in astinenza."Lo sai meglio di me che Christian si fionda a capofitto ma poi tende a fare venti passi indietro ma posso assicurarsi che è innamorato di te, dal primo giorno che vi siete visti" lo confortò abbracciandolo nuovamente.
Mattia sorrise, era tutto così paradossale.
Nemmeno in un altro universo si sarebbe aspettato che Christian potesse essere attratto da lui. Nelle ultime settimane nonostante i momenti sofferenti aveva vissuto come se fosse in viaggio di nozze e non avrebbe potuto chiedere di meglio.
"Raggiungiamo gli altri adesso e rilassati un po'" suggerì Serena riferendosi alle bottiglie piene d'alcol che li attendevano.
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Battiti sincronizzati - Matian
FanficEntrambi avevano sempre vissuto grazie all'aiuto dell'altro. Mattia viveva di ricordi, impronte nella sua mente indelebili come chiazze d'inchiostro, Christian invece viveva l'attimo fuggente ripercorrendo quando serviva i ricordi che prendevano pad...