thirty-seven

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"Dove credi di scappare?" Christian si girò nel sentire la voce acuta di sua sorella dietro alla porta semi aperta e sorrise nel percepire nell'aria il dolce profumo dei suoi biscotti alla cannella cucinati al piano di sotto.

Chiuse il borsone guardandosi intorno, assicurandosi di non aver dimenticato nulla nonostante sapesse che avrebbe portato tutto il biondo che era solito scrivere lunghe liste nel quale indicava ogni vestito e accessorio necessario per la vacanza incluse creme e cosmetici vari.

"Vado a prendere Mattia a scuola, partiamo per un po'. Non sappiamo ancora l'itinerario e nemmeno il luogo esatto ma non credo di tornare tanto presto" Alexia lo guardò dilatando notevolmente le pupille, non riuscirà mai ad abituarsi alle improvvise scelte di suo fratello.

"Non preoccuparti, entro la partenza per Parigi sarò qui per trascorrere del tempo insieme a voi" concluse credendo di rassicurarla ma al contrario, si preoccupò maggiormente.

Ormai era giugno, il mese più bello per un semplice studente che aveva sudato sodo per terminare l'anno nel migliore dei modi o per chi sognava da tempo di potersi godere il sole e il mare per tre mesi paradisiaci, ma non per Christian, infatti, la sua palestra sarebbe stata chiusa per l'intera stagione estiva e il solo pensiero lo faceva impazzire. Trovava sempre il modo per allenarsi e ballare senza mai fermarsi ma non era sicuramente la stessa cosa di quando si trovava tra gli specchi e il pavimento adatto.

"Quando pensavi di dircelo esattamente?" il moro sbuffò andando freneticamente da un angolo all'altro della stanza per l'agitazione e soprattutto perché era già in ritardo e non era nemmeno partito da casa.

"Ve lo avrei detto prima di partire, ho quasi vent'anni" cercò di giustificarsi enfatizzando la sua maggiore età sapendo che in realtà non era una giusta scusa da scaricare a sua sorella che era addirittura più grande di lui.

"I genitori di Mattia lo sanno?" continuò a chiedere pentendosene poco dopo nel notare i continui sbuffi da parte di Christian.

"Perché tutte queste domande? non lo so!" Alexia a quel punto capì che la sua agitazione non derivava dall'evidente ritardo ma dal pensiero di dover trascorrere chissà quante settimane insieme al suo migliore amico in un posto ancora ignoto. Perciò lo afferrò per le spalle costringendolo con forza a sedersi sul letto da poco messo in ordine.

"Non voglio stressarti Chri, hai ragione, hai vent'anni ma adesso dimmi cosa ti preoccupa realmente" Christian sospirò iniziando a mangiarsi la poca pelle rimasta attorno alle dita muovendo in simbiosi le gambe magre tremanti. "Questi mesi sono stati così strani, voglio solo divertirmi insieme a lui dimenticando che tra quasi tre mesi partirò e chissà per quanto tempo non lo rivedrò " Christian si spaventò nuovamente nel ricordare come avessero vissuto nell'ultimo periodo.

Non avevano più parlato di quella sera nella tenda, Christian si limitava ad allenarsi fino allo sfinimento per migliorare la sua tecnica affinché risultasse sempre più bravo agli occhi del direttore dell'accademia. Finalmente aveva deciso di partire, era stato proprio Mattia a scrivere l'email di accettazione con il moro che continuava a chiedergli scusa per la sua scelta futura di vita ma il biondo non lo ascoltava nemmeno, troppo impegnato a scrivere qualcosa che fosse all'altezza di essere letto da persone di un certo livello.

Mattia invece, studiava allo sfinimento, senza mai fermarsi. Voleva portare al termine gli studi in modo lodevole alzando i suoi voti in maniera 'eccessiva' a detta di christian che al contrario, quando andava lui a scuola, si limitava alla sufficienza eccellendo solo nelle materie linguistiche e sportive.

Il grande sforzo scolastico gli ritagliava poco tempo libero, tempo che usufruiva per stare unicamente con lui e qualche volta insieme ai loro amici. Aveva scelto finalmente, quale fosse la sua scelta universitaria, ovvero intraprendere una laurea in psicologia nonostante mancasse ancora un anno di duro e sodo lavoro era abbastanza sicuro di volersi iscrivere a tale facoltà.

Christian era così fiero della sua scelta che quando gliela disse quasi lo baciò per poi fermarsi e riflettere, gli aveva promesso che avrebbe risolto i suoi problemi interni e poi avrebbe fatto i conti con la loro 'relazione' ed è ciò che fece. Continuò ad andare dalla sua psicologa con cui aveva instaurato un rapporto di fiducia e lealtà e le cose andavano sicuramente meglio da quando aveva iniziato ad aprirsi esponendole tutto ciò che avesse dentro. Quasi tutto, aveva ancora il terrore che lo prendesse per pazzo anche se sapeva benissimo che la donna sulla quarantina non l'avrebbe mai giudicato ma solo ascoltato e aiutato.

Erano quindi finalmente arrivati al termine di quel torrido inverno e di quella pesante primavera dando spazio alla graziosa ma anche odiosa estate.

La sera prima si erano visti dopo una giornata a piangere sui libri per Mattia e una giornata a combattere contro i dolori muscolari per Christian. Era stato semplicemente appagante ritrovarsi tra quella sensazione divina, come quando sei stanco e tocchi con la punta delle ginocchia il letto morbido e profumato. Erano esausti e il solo pensiero di potersi rilassare tra i loro occhi smaglianti li fece riprendere trovando la forza di ritornare sul davanzale della camera di Mattia con la solita sigaretta e la birra obbligata ad essere divisa. Christian lo aveva osservato nei movimenti pronunciando un flebile "ti ricordi quando ti ho proposto di partire senza sapere dove andare?" Mattia annuì ricordando bene quanto gli fosse battuto forte il cuore a quella proposta assurda fatta mesi prima. "partiamo, domani?" e il piccolo non poteva fare altro che acconsentire perchè aspettava quella vacanza dall'inverno e non voleva fare altro che lasciarsi alle spalle lo studio stressante per potersi rilassare con lui.

"Godetevi queste vacanza, divertitevi come se fosse l'ultima volta nonostante non lo sia" cercò di incoraggiarlo Alexia.

Christian le diede un ultimo abbraccio ricevendo un sonoro sussurro all'orecchio: "non combinare cazzate" non poteva prometterglielo e d'altro canto lei non si aspettava che andasse tutto rosa e fiori conoscendo il considerevole scalpore che sapevano ricreare quando stavano assieme.

"Avvisali tu mamma e papà, se dovessero andare di matto di' pure che è stata una decisione improvvisa. Mamma capirà" le disse infine marcando il fatto che sua madre avrebbe sicuramente capito quanto fosse stata frenetica e affrettata la scelta di partire con Mattia e sapeva anche che non si sarebbe mai arrabbiata tenuto conto di quanto avessero bisogno entrambi di quella vacanza.

Dopo di che si incamminò verso la macchina cercando di fare il più in fretta possibile prevedendo che il viaggio sarà lungo e assonnante. Come aveva pensato, Mattia era seduto su un piccolo gradino poco distante dall'entrata della scuola, aveva già preparato il borsone la sera prima quindi non ci fu bisogno nemmeno di passare da casa sua. Il più piccolo Corse felice e spensierato aprendo di scatto la portiera buttandosi a capofitto verso le braccia di Christian che con gioia ricambiò affondando, come da manuale, il viso tra i ricci profumati, più profumati del solito.

"Felice che sia finita?" chiese facendo cenno con il capo verso l'istituto triste e cupo, simile ad un carcere. Mattia annuì battendo forte le mani come un bambino.

"Quindi dove vogliamo andare?" continuò accarezzandogli per un'ultima volta i capelli. Il piccolo lo guardò pensante, aveva passato la maggior pare di quegli ultimi mesi a decidere quale sarebbe stato il posto perfetto, aveva miliardi di idee contrastanti ma non sapeva quale fosse la migliore. Non sapeva se volesse rimanere in italia, nonostante ci fossero tantissimi posti paradisiaci lui era completamente affascinato e ammaliato dalla bellezza dei luoghi freddi ma ricchi di arte e cultura.

"Una piccola idea ce l'avrei, inizia a partire"

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora