twenty-nine

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Si erano ritrovati di nuovo in quell'opprimente locale, Christian non ci metteva piede da quando Mattia era scappato lasciandolo da solo con i suoi amici e si trovava nuovamente lì proprio per il compleanno del suo migliore amico anche se avrebbe preferito festeggiare altrove senza la pressione di tutti.

Serena aveva insistito per il montaggio di una festa perché sicuramente il biondo sarebbe stato felicissimo e infatti, fu proprio così.

Spalancò le labbra nel vedere tutti i suoi amici raggruppati nel bar addobbato unicamente per lui, avevano perfino invitato i suoi compagni di classe che nessuno a parte lui, conosceva. La vista di Mattia però, si focalizzò su una sola persona, ci mise qualche secondo a spostare lo sguardo su ogni centimetro della stanza trovando Christian nell'angolo buio e insolito, seduto con un sorriso forzato.

Era felice di trovarsi alla festa, aveva impiego un po' di tempo ad andarci, accompagnato rigorosamente da Carola che si presentò abbastanza socievole con il moro e nonostante non si sentisse a suo agio, per Mattia avrebbe fatto qualunque cosa per vederlo felice, anche se avesse messo a rischio la sua salute mentale.

Aveva diciotto anni adesso e per molte persone potrebbe risultare un passaggio insignificante ma non per Christian. Aveva avuto la stessa sensazione alla mezzanotte del suo diciottesimo ma non si aspettava di certo di sentire quel brivido anche per il più piccolo. Significava che stavano crescendo, voleva dire che Christian doveva distaccarsi dal pensiero che Mattia fosse da proteggere, doveva smetterla di tenerlo sotto la sua ala come se fosse un cucciolo impaurito. Era un coinvolgimento involontario, per lui Mattia era ancora quel bambino che veniva deriso all'asilo e non era mentalmente pronto a capire che stesse realmente crescendo e ormai avrebbe potuto fare a meno della sua protezione.

Mattia si avvicinò al ragazzo con la testa chinata mentre continuava a torturarsi le mani facendo fuoriuscire qualche sottile goccia di sangue quasi invisibile. Sussurrò il suo nome, per fargli capire che fosse vicino a lui e che non ci fosse bisogno di rovinarsi la pelle, proprio per quello gli posò le mani sul tremolio per farlo smettere.

Il calore di un sonoro bacio sulla guancia lo fece calmare.

Gli faceva quell'effetto Mattia, bastava un sussurro o una carezza per farlo ritornare alla realtà distaccandosi finalmente dopo ore di mal di testa dai suoi mostri inesistenti.

Christian si ricompose alzandosi dalla vecchia sedia rimasta in quell'angolo probabilmente per anni per poi abbracciare con ogni forza corporea il minore. "Auguri piccolo" sussurrò al suo orecchio, Mattia rabbrividì nel sentire il calore che emanava il respiro del moro sul suo collo ma non si fece prendere dal panico, ormai riusciva a mantenere stabili le sue emozioni nonostante lo rendessero fragile. "Non sono più tanto piccolo adesso" rise stringendo le braccia alla sua vita, per sentirlo più vicino, più vicino al suo cuore.

Christian si distaccò guardandolo nuovamente negli occhi, l'azzurro di Mattia quella sera aveva una tonalità diversa, non era il suo solito azzurro, era un blu chiaro ricoperto da un luccichio probabilmente manifestato dall'emozione per la festa o dalla vicinanza di Christian. "Rimarrai per sempre più piccolo di me" sorrisero entrambi per il loro comportarsi costantemente da bambini nonostante ormai avessero raggiunto entrambi la maggiore età. Mattia gli afferrò le mani cercando un contatto più ravvicinato con lui, non potevano baciarsi ma almeno voleva stargli vicino e per quanto assurdo possa sembrare, quel timido semplice contatto tra di loro li metteva più a nudo di qualsiasi bacio approfondito. Al biondo bastava quello, gli bastava lo sfioramento delle loro mani, gli bastava sentire i loro brividi a contatto perché era l'unico modo per sapere che la sua vicinanza permetteva a Christian di vacillare e di sentirsi vulnerabile. Voleva solamente percepire il battito cardiaco accelerato allineato con quello di Christian, nonostante fossero entrambi irregolari, erano connessi.

"Matti! vieni qui" urlò Luca afferrandolo bruscamente per la spalla scoppiando la bolla invisibile creata appositamente per i due. D'altronde era la sua festa e i suoi amici avrebbero voluto che ballasse e che si divertisse e lo voleva anche Christian quindi gli sorrise rassicurandolo che andasse tutto bene e che dopo l'avrebbe raggiunto, aveva solo bisogno di qualche minuto per ricomporsi. Lo vide allontanarsi con uno schiocco di dita e quasi si emozionò nel vederlo così felice e spensierato, finalmente dopo tutte quelle settimane a piangere era riuscito a vederlo sorridere influenzando di rimando la sua gioia.

"Chri, non vieni?" il moro distolse lo guardo da Mattia cercando di capire di chi fosse quella voce delicata, girandosi scoprì che la ballerina di danza classica stava cercando di comunicare con lui. Non avevano mai parlato, solo nell'ultimo periodo Carola gli aveva chiesto come stesse preoccupandosi per lui fin troppo. Gli parve strano quel gesto amichevole, non era abituato a socializzare a meno che non si trattasse di Mattia e qualche volta di Dario.

Cercò di sorriderle per poi dirle che preferiva stare seduto, privando a tutti gli invitati delle sue doti straordinarie nel ballo che in pochi conoscevano. Credeva che Carola ritornasse in pista, invece si sedette al suo fianco, proprio nella sedia vuota accanto alla sua mettendo a disagio il moro che in poco tempo si agitò muovendo con più violenza la gamba già tremante in partenza.

"Come sta andando con Luigi?" Carola sorrise per quella domanda improvvisa dal moro, era consapevole che facesse fatica a conversare quindi era importante che fosse stato lui il primo ad aprire un discorso e sarebbe stato compito della ragazza ampliarlo. "Bene! non abbiamo ufficializzato ma credo che ne parleremo presto" era felice che almeno qualcuno del loro gruppo avesse trovato la sua metà, ed è proprio di fronte a Carola che gli venne lo sprono di chiedere consiglio, non aveva mai chiesto l'aiuto di nessuno, nemmeno per le situazioni peggiori eppure gli venne naturare chiederle se potesse dargli una mano a capire cosa gli stesse succedendo. "Posso chiederti una cosa?" sussurrò girandosi verso di lei, fu istantaneo sorridere alla vista radiosa della ballerina che gli poneva con molta gentilezza la sua più totale attenzione.

"Voi due siete amici da tanto, come hai capito che ti piacesse?" più che una domanda sembrava una richiesta indiretta verso qualcun'altro e per fortuna Carola sapeva osservare e sapeva che a Christian non fregasse nulla di come si fosse innamorata di Luigi. "Stiamo parlando di me o di te?" il moro arrossì per quanto fosse sfacciata la sua domanda ma non lo metteva a disagio, non era preoccupato e non sentiva il suo solito dolore allo stomaco che gli provocava la vicinanza che gli metteva inquietudine. Tutt'altro, si sentiva abbastanza sereno tra quella chiacchierata insolita, era così tranquillo che non si preoccupò di spostare violentemente lo sguardo su Mattia che muoveva il corpo longilineo insieme ai suoi amici.

"So come ti senti" gli disse accompagnando il moro a guardare il piccolo scatenarsi in mezzo alla sala. "Ti senti soffocare, non sai cosa sta succedendo intorno a te, ti sembra che il mondo stia andando avanti mentre tu rimani sempre al solito punto fermo e soprattutto pensi che tutti si siano messi d'accordo per schiacciarti sotto terra. Vorresti lasciarti andare ma non l'hai mai fatto, non è un tuo comportamento solito quindi ti senti altrettanto soffocato dall'idea di doverti spostare leggermente dalle regole severe che ti sei imposto durante la tua vita. Quindi ti riduci ad azzardare, provi a buttarti perché ti aggrappi all'impulsività per non morire dentro l'ansia e finisci pentendoti di tutto stando ancora più male ma Chri, te lo dico perché ti voglio bene, tutto ciò non è sano ne per te ne per lui" concluse sporgendo leggermente il capo verso Mattia, per fargli capire che stesse parlando di lui anche se era scontato.

Il moro la guardò sussultando, non si aspettava che una persona come Carola, la stessa Carola con cui non aveva mai parlato, fosse stata così attenta da capire esattamente come si sentisse anche se, dietro a quel piccolo discorso, c'erano altre mille insicurezze e paure che forse era meglio non nominare perché nessuno avrebbe mai capito l'uragano che avesse dentro Christian. "Non voglio fargli del male" sussurrò riprendendo a torturarsi le mani.

"Gli stai facendo del male stando lontano da lui"

Battiti sincronizzati - MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora