America x Germania x Italia - request

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Proposto da: Me200699999999999999
Ship: America x Germania x Italia
Rating: verde
Gender: boy x boy x boy
Punto di vista: 1^ persona (Italia)
Idea: Germania e America si sfidano per potersi mettere con il loro segretario, Italia, ma in realtà lui ha una cotta per entrambi

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Erano ormai quasi otto mesi che lavoravo come segretario nell'ufficio di due dei più importanti avvocati della città e mi trovavo molto bene, anche se a volte era molto impegnativo come impiego. Avevo fatto in breve amicizia con gli altri assistenti e con alcuni associati appena usciti dall'Università di Legge e, visto che passavo diverso tempo con loro per aiutarli a preparare le cause e portargli i caffè, avevo cominciato a chiacchierare anche con i signori Berlin e Washington, i due soci dell'agenzia.
Il signor Berlin era gentile e serio, con lui si parlava poco ma di cose piacevoli e mi dava la strana sensazione di essere al sicuro.
Il signor Washington, invece, era divertente e aveva sempre qualche storia interessante da raccontare, seduti accanto a lui non ci si annoiava mai.
Erano così diversi ma fantastici che in poco mi ero preso una cotta per entrambi, quando ero da solo con loro le mie guance diventavano tutte rosse e le mie mani iniziavano a sudare.
Peccato che di sicuro non avrei mai avuto una possibilità con nessuno dei due, figurarsi con entrambi.
La mia migliore amica, Slovenia, mi prendeva sempre in giro a causa di questo e io ogni volta, da bravo migliore amico, le ricordavo le notti che aveva passato a singhiozzare sulla mia spalla perché le piaceva una ragazza che lavorava con lei come commessa in un negozio di vestiti e non aveva il coraggio di chiederle di uscire.
Ma poi, avevo notato che da qualche giorno il signor Berlin e il signor Washington si comportavano in maniera strana. Infatti, non appena si trovavano vicini nella stessa stanza o anche solo si incrociavano in un corridoio, si guardavano malissimo e si ignoravano ostinatamente, come se tra di loro ci fosse una specie di conflitto in corso.
Tutto sembrava essere cominciato dopo una riunione. Ero entrato in bagno, visto che era l'ora della mia pausa, e li avevo trovati a litigare davanti ai lavandini. Non appena mi avevano notato si erano zittiti e se n'erano andati quasi imbarazzati, senza rivolgermi la parola. Quasi sicuramente avevo interrotto qualcosa di importante.
Però, tutta quella storia mi passò di mente quando, una mattina che ero appena arrivato in ufficio, il signor Berlin si avvicinò a me e chiese con il suo solito tono pacato e gentile - Italia? Ti andrebbe di venire a fare colazione con me? -
Per poco non mi cadde il giubbotto sulla scrivania insieme a tutte le chiavi affondate nelle tasche e socchiusi la bocca per la sorpresa, mentre le mie guance diventavano rosse - D-dice a me, signore? -
Il signor Berlin si limitò ad annuire alzando le spalle. Mi osservò qualche secondo, affondando le mani nelle tasche del suo cappotto, e aggiunse piano - Sempre se vuoi -
- Certo che voglio! - esclamai con un po' troppo entusiasmo, riprendendo il mio zainetto e schiarendomi appena la voce imbarazzato - Volevo dire... non ci sono problemi -
Mi portò in silenzio all'interno di un delizioso bar pieno di tavolini tondi in legno chiaro e ci sedemmo in un posto in disparte, uno di fronte all'altro. Ancora non riuscivo a capire se era un semplice incontro di lavoro o, come speravo, qualcosa in più, ma l'unico modo che avevo per scoprirlo era aspettare e vedere cosa succedeva.
Gli rivolsi qualche veloce occhiata mentre leggeva il menù e non appena arrivò il cameriere gli fece un piccolo cenno con la testa per farlo ordinare prima di me.
- Un espresso - mormorò piano il signor Berlin - E una fetta di crostata, per favore. Tu cosa vuoi? Offro io - si rivolse a me e subito si sciolse in uno di quei piccoli sorrisi timidi che tanto adoravo.
- Oh! - esclamai arrossendo sorpreso - Vorrei una brioche alla marmellata... ma posso pagare io per la mia parte, signore -
- Germania - disse piano abbassando subito gli occhi sui propri piedi con un leggero rossore sulle guance - Puoi chiamarmi... così -
Il cameriere si allontanò con il suo ordine e sul nostro tavolo calò un silenzio imbarazzato.
Riprendemmo a parlare solo quando ci portarono la nostra colazione e per cercare di calmarmi mi misi a chiacchierare sul tempo mentre mangiucchiavo la mia brioche.
Il signor Berlin (forse dovevo davvero cominciare a pensare a lui come Germania) si limitava ad annuire ascoltando attentamente ogni frivolezza che usciva dalla mia bocca, ma ad un certo punto si fermò appoggiando la tazza nel piattino e disse - Tu mi piaci, vuoi uscire ancora con me? -
Io mi bloccai e lui si rese conto di quello che aveva detto, infatti divenne viola e iniziò a sistemarsi gli occhiali con la mano che tremava leggermente - Cioè... non... nel senso... se... vuoi... non... io... -
- Mi farebbe molto piacere! - esclamai io di riflesso, stritolando il tovagliolino che avevo tra le mani - Signo... Germania! Certo che voglio! -
- B-bene! - rispose lui annuendo e agitandosi sulla sedia - Allora... cena? Io e te? -
- Sicuro! Ora vado! - conclusi afferrando il mio giubbotto con il viso che bruciava e scappando in ufficio.
Il mio cuore che batteva a mille, una delle mie cotte mi aveva appena chiesto di uscire insieme!
Certo, un po' mi dispiaceva per il signor Washington, ma Germania era così dolce e impacciato che ero contento già così.
Ma le sorprese di quella giornata non erano ancora finite, infatti, accanto alla mia scrivania, mi stava aspettando proprio il signor Washington, intento a leggere alcuni documenti.
- Salve! - esclamai ancora affannato abbandonando tutte le mie cose sulla sedia e sorridendo di riflesso - Le serve qualcosa? -
- In effetti sì - ammise appoggiando le mani sulla scrivania e piegando appena la testa per osservarmi con i suoi impressionanti occhi blu - Stasera hai da fare? Ti va di venire fuori a cena con me? -
Rimasi a fissarlo a bocca aperta, era per forza un sogno ad occhi aperti. Tutti e due i ragazzi che mi piacevano mi avevano chiesto di uscire?! Era fantastico.
Ma... ormai avevo già accettato l'invito di Germania... e nessuno dei due sembrava favorevole ad una relazione poliamorosa, quindi non potevo uscire con entrambi.
Perciò sospirai e abbassai gli occhi - Mi farebbe un sacco piacere, ma... Germania mi ha già chiesto di uscire con lui poco fa e ho accettato... scusa -
- Cosa?! - esclamò colto di sorpresa e non appena si accorse del signor Berlin che rientrava gli andò contro puntandogli un dito al petto.
- Bastardo - ringhiò piano - Avevamo deciso che nessuno ci avrebbe provato con lui! -
Germania lo osservò impassibile e poi si sporse per analizzare me e la mia espressione - Tu l'hai appena fatto a quanto pare -
- Sì, ma tu l'hai fatto per primo! Fai tutto l'onesto, ma poi non mantieni le tue promesse - sibilò ancora il signor Washington.
Io feci qualche passo avanti sentendomi chiamato in causa, più che altro perché sembravano sul punto di picchiarsi ed era l'ultima cosa che volevo. Mentre i due continuavano a litigare io cominciai ad entrare sempre di più nel panico e alla fine strinsi i pugni urlando - Mi piacete entrambi! Ma per favore, smettetela! -
Sia Germania che il signor Washington si girarono a fissarmi a bocca aperta, per poi tornare a guardarsi tra di loro.
Almeno non avevano fatto una faccia schifata, era già un inizio.
- È questa la verità, mi piacete entrambi! - continuai abbassando la testa con il labbro inferiore che tremava - F-forse è meglio se non esco con nessuno dei due, Germania... perché tutto quello che vorrei è stare con entrambi e so che non è possibile... e uscire con uno solo sarebbe ingiusto nei suoi confronti dato che non sarebbe l'unico ragazzo nei miei pensieri! Ecco... scusatemi, spero non vogliate licenziarmi - aggiunsi in un sussurro, quel lavoro mi serviva davvero per riuscire a pagare il cibo e le bollette.
I due uomini continuarono a guardarsi tra di loro in uno scioccato silenzio, sembrava quasi che stessero comunicando con lo sguardo.
Dopo infiniti minuti il signor Washington fece un piccolo cenno a Germania e si avvicinò a me, prendendomi una mano nella sua - Direi che... possiamo provarci, no? -
Germania annuì piano e strinse la mia mano libera - Esatto... possiamo provare ad avere una relazione a tre e vedere come va... se tu sei ancora interessato - aggiunse, gentile come sempre, rivolto a me.
Deglutii con il cuore che di nuovo sembrava volermi uscire dal petto e annuii freneticamente. Finalmente il mio sogno si era avverato.
- E poi non sarebbe la prima volta che io e GerGer scopiamo -
- America! E che cazzo! -
Non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.

[Stavo pensando di riaprire le richieste quando avrò finito quelle vecchie che mi rimangono (e tutte quante verranno scritte con MOOOOLTA CALMA) ma ho intenzione di cambiare qualcosa già da subito, quindi vi consiglio di leggere il primo capitolo quando verrà ripubblicato >:3 poi vi farò sapere quando fare le nuove richieste]

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