Italia x Giappone - request

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Proposto da: Skytra_Hi
Ship: Italia x Giappone
Rating: verde
Gender: boy x girl
Punto di vista: 3^ persona
Idea: Giappone viene rapita da America e Italia la salva (AU in cui hanno dei superpoteri)

~~~

Ci fu un attimo di silenzio, poi America sorrise e mormorò - Lo sai che ti amo, vero? -
Gli occhi di Giappone si riempirono di lacrime e abbassò la testa annuendo lentamente - Sì... lo so... t-ti amo anch'io -
Erano quasi due anni che quella storia andava avanti e la ragazza cominciava a non farcela più. Tutto era iniziato subito dopo la caduta delle bombe atomiche. America l'aveva portata via, si era guadagnato la sua fiducia, dicendole che doveva stare al sicuro per un po' se voleva tornare alla normalità, che era stato tutto necessario perché suo padre aveva fatto cose orribili.
Ed era vero.
Ma poi qualcosa in lui era cambiato, i suoi occhi erano diventati più scuri e più freddi giorno dopo giorno e aveva cominciato a farle paura. La sua voce sembrava miele da quanto era dolce, ma le cose che le diceva erano orribili, le facevano male alla testa, come se stesse perdendo anche lei il controllo di sé stessa.
Dopo tutti gli insulti e le minacce, i loro incontri finivano sempre nello stesso modo: America si sedeva sulla sedia davanti a quella della ragazza, sospirava e diceva - La vita è difficile micia, lo sai? A volte... non credo di potercela fare... - poi sorrideva, un sorriso disarmante e bellissimo, e diceva quelle esatte parole, tutte le volte - Lo sai che ti amo, vero? -
E nonostante il fatto che Giappone stesse male, volesse tornare a casa, da suo fratello, dai suoi amici, non riusciva a non dirgli che lo amava anche lei. Il legame che si era creato tra loro all'inizio era ancora troppo forte per permetterle di liberarsi, ormai era un giocattolo nelle sue mani.
Perciò, giorno dopo giorno, ascoltava la lingua tagliente di America che diceva cose cattive e rimaneva lì, nella sua piccola stanzetta male illuminata, legata ad una sedia e minacciata costantemente da una guardia armata di pistola per impedirle di usare i suoi poteri e liberarsi.
Ma, per fortuna, qualcuno voleva trovarla e liberarla e non si sarebbe mai arreso senza riuscirci.

***

Italia appoggiò le valigie sul pavimento del suo nuovo appartamento a Washington DC e con un'espressione seria si dedicò alla preparazione della stanza più importante: attaccò su una parete una gigantesca lavagna di sughero e iniziò a riempirla di foto, pezzi di giornale, biglietti scritti a mano, collegando tutto con delle punte e dei fili di lana colorati. Quando ebbe completato il suo lavoro fece qualche passo indietro e osservò il risultato con le mani sui fianchi. Ogni informazione che era riuscito a recuperare su Giappone dal '45 era stata appesa lì, nella speranza che se avesse messo tutto insieme avrebbe trovato un collegamento, qualcosa che gli dava l'indizio giusto per trovarla, ormai data per dispersa da quasi due anni.
Sospirò scuotendo la testa e per il momento lasciò perdere, tornando in salotto per sistemare il resto delle sue cose. Si era trasferito da poco dalla casa di sua zia e quindi doveva ancora imparare diverse cose, ma era stato necessario; aveva l'impressione che sua zia gli nascondeva sempre qualcosa, che fosse sempre in combutta per non fargli ritrovare la ragazza (erano sì amici dall'infanzia, ma Italia provava qualcosa in più per lei e sentirla lontana, chissà dove e con chissà chi, gli stava sbriciolando il cuore).
In un paio di giorni era tutto sistemato e il ragazzo poté dedicarsi alle sue ricerche. Si mise a girare per le strade, cercando un qualunque indizio, ma dopo tre giorni aveva guardato un po' ovunque e non sembrava esserci traccia della ragazza.
Poi, proprio quando stava per perdere le speranze, notò uno strano esserino che zampettava nel parco della Casa Bianca. Sembrava una pallina con le orecchie da gatto, ma la cosa che dava di più nell'occhio era il fatto che fosse composto d'acqua. Era uno degli animaletti che Giappone creava e non appena la creaturina notò Italia si mise a saltellargli intorno squittendo felice.
Il ragazzo sorrise e si abbassò per raccoglierla in una mano - Ma ciao piccina... sai dov'è la mamma? - passò con delicatezza un dito su un'orecchietta e il piccolo slime d'acqua si espanse contento, per poi saltare giù dalla sua mano e guidarlo dentro al parco, fino ad una porticina in legno che sembrava in tutto e per tutto la botola d'ingresso di un rifugio anti-tornado.
Italia non esitò un secondo di più, stava finalmente per ritrovare la ragazza che amava, e scese le piccole scale in pietra con l'esserino alle calcagna.
Attraversò uno stretto e buio corridoio, fino ad arrivare ad una stanzetta dalla porta aperta. Italia sbirciò dentro, rimanendo nascosto dietro lo stipite.
C'era una sedia in mezzo alla camera, ma la persona seduta sopra era coperta da una guardia armata di pistola.
Il ragazzo si ritrasse, prese un respiro profondo, e si sporse di nuovo, agitando lentamente un dito per far crescere dei viticci sotto i piedi del soldato, che dopo pochi secondi venne stretto nelle piante e sbattuto contro un muro fino a farlo svenire.
Subito Italia corse dentro e quando riconobbe Giappone si sciolse in un sorriso e si mise a liberarla dalle corse che la tenevano bloccata - Grazie al cielo stai bene, ti ho cercata ovunque! Adesso ti porto via, così mi dici cosa ti è successo con calma - porse una mano alla ragazza, ma lei scosse la testa terrorizzata ed esclamò - Lui sta arrivando, ti ucciderà! Devi andartene subito! -
Italia la guardò confuso, sembrava diversa dal solito, ma ribatté - Non può entrare nessuno dalla porta senza che noi ce ne accorgiamo, c'è a guardia uno dei tuoi slime -
- Ma lui non ha bisogno delle porte! - squittì per poi abbassare le orecchie e fissare un punto alle spalle del ragazzo - Oh no... -
- Guarda guarda cosa abbiamo qua... - mormorò America, finendo di uscire dall'ombra proiettata dall'armadio sul muro, le braccia incrociate - Mister pollice verde è arrivato a salvare la sua gattina... peccato che - dalla sua schiena si spalancarono due maestose ali d'aquila - Non ho intenzione di lasciarla andare -
- Sei stato tu! Lo sapevo! - esclamò Italia stringendo i pugni furioso - Lei si fidava di te, bastardo! -
- Secondo te perché è stato così facile? - rispose con un sorrisetto - Ora levati - scosse appena le ali e creò una folata di vento che spinse Italia contro la parete - Sei un bambino a mio confronto, come pensi di potermi battere? È già tanto che sei arrivato qua... e in questo temo che c'entri te, vero? - si girò verso Giappone, che si rannicchiò subito sulla sua sedia trattenendo il fiato.
- Come immaginavo, tsk - alzò gli occhi al cielo infastidito - Non appena mi sarò occupato del giardiniere qua te la farò pagare micia - andò da Italia, ancora stordito dal colpo, e lo sollevò tenendolo per il collo con una mano, quindi lo lanciò in aria e con un altro colpo d'ali lo spedì nel corridoio, fino alle piccole scalette.
Il ragazzo si tirò su a fatica, tossendo, ma non si arrese e tornò subito indietro per affrontare di nuovo America. C'era la ragazza che amava in palio, sarebbe morto pur di proteggerla.
L'uomo sorrise appena e sparì dalla sua vista, risucchiato da un'ombra, comparì alle sue spalle e gli tirò un colpo in mezzo alla schiena, per poi teletrasportarsi di nuovo davanti a lui attraversando le ombre e dargli un altro pugno nello stomaco.
Italia riprese fiato, cercando di fermarlo, e riuscì a far crescere dal terreno dei viticci che subito si strinsero intorno alle ali di America, tenendolo fermo dove si trovava e iniziando a stringersi anche intorno al suo collo. Ma lui rimase impassibile e chiuse gli occhi per un istante, usando di nuovo i suoi poteri e facendo diventare cenere le piante.
- Debole - commentò scrollandosi di dosso la polvere scura - Veramente debole -
- Smettila! Io non sono debole, tu lo sei! Non hai la più pallida idea di cosa voglia dire amare sul serio qualcuno! - sbottò furioso attaccandolo ancora con i suoi viticci, ma vennero tutti respinti, mentre gli occhi di America si facevano più scuri a quelle parole - Tu non sai niente di me! - esclamò furioso sbattendo le ali e investendolo con una raffica di vento - Non provare mai più a dire una cosa del genere! - scattò in avanti, pronto a colpirlo e fargli fare la fine delle sue piante, ma il piccolo slime di Giappone si staccò dal suo nascondiglio dietro la porta e gli saltò in faccia, avvolgendogli la testa con una bolla piena d'acqua.
L'uomo si ritrasse, non riuscendo a respirare, e Italia poté riprendere fiato. Stava per alzarsi e riprendere a combattere, quando la mano di Giappone si piantò sulla sua spalla e la ragazza disse - Lascia fare a me - si avvicinò ad America e con un gesto della mano fece staccare l'esserino, per poi lanciare contro il suo carceriere un getto d'acqua bollente che lo fece finire contro il muro mentre cercava di ripararsi con le ali. Ma Giappone era troppo forte, troppo arrabbiata, e in poco lo ridusse allo stremo.
- N-non puoi farmi questo! - tossì America cercando di tirarsi in piedi - Io ti amo! -
- Non è vero - rispose lei impassibile, alzandogli il viso con una mano - Cerca di metterti il cuore in pace - gli tirò un pugno in faccia, facendolo svenire.
Italia si avvicinò timidamente, un po' spaventato dal comportamento della ragazza - Stai... stai bene? -
Giappone si girò verso di lui e si sciolse in un sorriso, correndo ad abbracciarlo e saltandogli praticamente in braccio - Sì... ora sì! Grazie a te - fece le fusa chiudendo gli occhi e rimasero attaccati per molto tempo, si erano finalmente ritrovati. Avrebbero avuto ancora molto tempo per amarsi, al momento bastava soltanto essere di nuovo insieme.

[Ho dovuto tagliare un po' di dettagli se no diventava un papiro, ma spero davvero che ti sia piaciuta lo stesso QwQ (e che io abbia azzeccato tutto quello che mi avevi chiesto)]

Countryhumans One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora