Proposto da: evucciagang
Ship: Cina x North Korea
Rating: verde
Gender: boy x boy
Punto di vista: 1^ persona (Cina)
Idea: Cina salva North dall'esercito americano durante la guerra di Corea e cerca di fare amicizia con lui~~~
Avevo litigato molto con America per riuscire a convincerlo ad andarsene e a quanto pareva ero stato davvero molto convincente con il mio bluff.
"Tu non sai niente di questo posto, rischi di far impantanare le tue truppe!" avevo detto, quando neanch'io avevo idea di come fosse il territorio coreano e mi basassi solamente su quello che avevo letto in libri vecchi di almeno mille anni.
"Ussr si sta già organizzando per venire", un'altra bugia. Ad Ussr non interessava niente di come andava quella guerra, ma pretendeva che venisse vinta.
"E se non indietreggi oltre i tuoi confini ti attaccherò con il mio esercito" avevo concluso, inventando sul momento. Ero riuscito a mettere insieme il mio popolo per formare una nazione da poco tempo e non avevo ancora un'economia, figurarsi un esercito in grando di fronteggiare il suo!
Ma mio padre mi aveva insegnato bene l'arte del parlare e le bugie erano uscite dalla mia bocca con sicurezza. Perciò, America se n'era andato, lasciandomi in custodia la base dove si trovava dopo averla svuotata completamente.
O almeno così credevo.
Per questo rimasi sorpreso quando i miei uomini, dopo aver ispezionato le celle, mi portarono North.
"È una bestia" fu la prima cosa che pensai vedendolo, non capendo immediatamente chi fosse nonostante lo avessi già incontrato altre volte (rimanendogli sempre lontano per non farmi notare, come aveva ordinato Ussr).
Indossava una divisa militare sporca e strappata e una toppa di garza incerottata al suo viso gli copriva completamente l'occhio destro.
I suoi capelli erano tagliati molto corti, com'era consuetudine tra i soldati, e il suo corpo era coperto di tagli e botte.
Ma non era stato il suo aspetto a farmi venire in mente quella considerazione, era stato il suo comportamento.
Nonostante fosse stato rinchiuso per mesi, visto il pallore della sua pelle, e non mangiasse un pasto degno di questo nome da altrettanto tempo, si agitava con la stessa rabbia di una tigre messa all'angolo.
Ringhiava, scalciava, cercava perfino di mordere, costringendo gli uomini che lo portavano a tenergli le braccia dietro la schiena e a legargli intorno alla bocca uno straccio arrotolato.
Cercava di fare paura, di far male a qualcuno, ma io provavo solo pietà per lui. Ero stato in una situazione simile e sapevo benissimo che quella furia serviva solo a nascondere il terrore.
Tornai a guardare la mappa stesa sul tavolo di fronte a me e agitai appena una mano - Lasciatelo andare? -
- Ma signore, è senza controllo! - esclamò uno dei soldati, abbassando a forza la testa di North per bloccarlo meglio.
- Lo so, lasciatelo -
Controvoglia obbedirono e North, dopo essersi liberato la bocca, si voltò con l'intenzione di tirare un pugno all'uomo più vicino a lui sibilando, un - Figlio di puttana! -
- North - lo richiamai prima che potesse farlo, con tono calmo ma sicuro, il più convincente che avevo - Siamo alleati. Sono amico di Ussr -
Alzai lo sguardo per vedere se mi stava ascoltando e lo trovai che mi fissava. Non pensavo che si sarebbe fermato davvero, ma tanto valeva approfittare di quel momento di calma, perciò mossi una mano per farlo avvicinare - Vieni qua per favore. Quali sono i confini del tuo territorio? -
North si guardò intorno brontolando un - Coglioni - rivolto ai soldati, quindi si spostò al mio fianco con passi lenti e guardinghi.
Si fermò accanto a me e per un attimo mi sembrò che trattenesse il respiro, quindi tracciò con il dito una linea sulla cartina - Qua -
Mi voltai verso di lui e per un attimo incrociai il suo unico occhio, che mi scrutava con un misto di curiosità, timore e ammirazione.
Conquistare la sua fiducia era stato più facile di quello che avevo previsto e la cosa mi faceva provare ancora più pena per lui.
- Grazie. Ora puoi andare, lavati e mangia qualcosa. E magari prima passa a farti visitare -
- Sto bene, non ho bisogno del dottore - rispose North di riflesso, allontanandosi di nuovo. Per fortuna sembrava conoscere la base abbastanza da sapere dove andare, probabilmente prima che America si stazionasse lì era di sua proprietà.
Sospirai piano e lo lasciai andare, lo aveva già strapazzato abbastanza e non me la sentivo di insistere.
Quando ebbi finito di organizzare e dare ordini mi staccai da quel tavolo e andai a cercare North, che era seduto ad un tavolo con i capelli umidi e dei vestiti puliti addosso. L'unica cosa che non aveva cambiato era la benda sull'occhio.
Vederlo lì, rannicchiato su una sedia e tutto concentrato sul piatto di cibo di fronte a lui, mi fece ricordare della prima volta che l'avevo visto.
Era seduto dentro una stanza, avvolto in un giaccone troppo grande per lui, e stava osservando una radio appoggiata sulle sue gambe. Continuava a cambiare frequenza, come se stesse cercando di capire come funzionasse.
Io ed Ussr eravamo in piedi fuori dalla camera e lo stavamo osservando attraverso una parete di vetro.
- Come mai hai scelto lui? - avevo chiesto senza spostare lo sguardo - Suo fratello sembrava più sveglio ed obbediente -
- Appunto - mi aveva risposto Ussr, girandosi verso di me con un sorriso soddisfatto - Lui è senza controllo e pieno di rabbia. Manipolarlo sarà facilissimo e non appena sarà pronto lo userò contro America -
Era rimasto un attimo in silenzio e poi aveva concluso dicendo - Sarà il nostro capolavroo, il mastino del mondo comunista -
Io avevo sospirato, non molto convinto. L'idea mi era sembrata interessante, ma troppo spietata e quindi avevo cercato di farglielo presente - Ussr, è solo un bambino... -
- Non lo sarà ancora per molto. Ora andiamo, per oggi lo lascerò riposare. Da domani cominceranno i suoi addestramenti. Ah, una cosa importante. Nessuno di voi deve parlargli o anche solo farsi vedere da lui. Per far funzionare tutto deve essere solo, sempre -
Ovviamente avevo annuito e obbedito a quell'ordine per anni, ma ormai non aveva più molto senso, perciò rimasi accanto a North e gli feci un piccolo cenno, facendo per parlare.
- Tu sei Cina, vero? Ussr ti ha nominato qualche volta - mi precedette continuando a mangiare - Perché sei venuto qua? -
- Ho saputo che eri in difficoltà - risposi calmo - Come ti senti? Ti serve qualcos'altro? -
- Non ho bisogno di niente - disse svuotando il bicchiere d'acqua che aveva davanti, ma questa volta non lasciai correre e appoggiai una mano sulla sua schiena - Almeno resta con noi. Non sei da solo, noi siamo dalla tua parte. Che ne dici? -
Mi guardò non molto convinto, stringendo la presa sulla forchetta che teneva in mano e per un attimo mi sembrò che stesse arrossendo - Penso... penso che passare un pochino di tempo con te non sarà male... ma non farmi incazzare -
Lo aveva detto con un tono talmente serio che mi misi a ridere - D'accordo, d'accordo, starò attento a non infastidirti. Quando ti sarai ripreso e avremo sistemato questa storia del conflitto riuscirai a tornare alla tua vita normale, lascia che io ti aiuti. Vedrai che non te ne pentirai -
Mi guardò ancora appoggiando la guancia sulla mano e poi abbassò la testa con un piccolo sorriso in faccia, mormorando a bassa voce - No, non credo che me ne pentirò... -[Adoro questi due :3]
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Countryhumans One-shot
Short Story[RICHIESTE CHIUSE] Cosa troverete nel libro: → REQUEST: one-shot chieste da voi UwU → PRIVATE: one-shot che nessuno ha chiesto ma che mi piacevano abbastanza da pubblicarle