[Rusame corta perché sono impegnata :D ma ci tenevo a scriverla
L'idea mi è venuta da un comic che ho visto su Instagram e che teoricamente era sulla Rusmex, ma... nahhhh, preferisco Rusame, Messico mi sta sul cazzo -w-]- Che state facendo? - chiesi avvicinandomi un po' intimorito al tavolino.
Mio padre mi rivolse un'occhiataccia, quindi tornò a concentrarsi - Russia, non dovevi fare i compiti? Comunque, stiamo facendo un gioco per grandi. Si chiama scacchi - afferrò la statuina di un cavallo bianco e la mosse in avanti, annunciando trionfalmente - Scacco -
America, seduto di fronte a lui, rimase impassibile per qualche secondo, poi colpì il cavallo con uno dei suoi pezzi neri e ghignò - Scacco matto -
Papà si mise a brontolare infastidito - Com'è possibile?! -
- Sei bravo, ma non sei il migliore, come negli affari - ribatté ridendo.
- Ma fammi il favore... - ringhiò alzandosi e andandosene, non era mai stato bravo a perdere, ma io non lo stavo più calcolando: vedere quell'espressione vittoriosa sul volto di America aveva fatto alzare tremendamente la mia temperatura corporea e stavo lottando con me stesso per mantenere la calma.
- Stai bene, ragazzino? -
- C-certo... mi insegni a giocare? -
La sua bocca si aprì appena in un'espressione sorpresa, ma poi mi sorrise dolcemente - Quanti anni hai? -
- Quindici -
- Sei abbastanza grande, siediti pure -***
Osservai attentamente la scacchiera, poi non riuscii più a trattenermi e alzai lo sguardo su America. Era seduto di traverso sulla sedia con le gambe accavallate e teneva un braccio dietro allo schienale. Ma, soprattutto, si era tolto gli occhiali (dopo avermi fatto promettere di mantenere il segreto) e mi stava fissando con i suoi occhi neri.
- Concentrati sul gioco - mi rimproverò e subito tornai a scrutare i miei pezzi - Lo sto facendo - mossi un alfiere.
- Ma non dire cazzate, mi stavi spogliando con gli occhi - rispose approfittando della mia mossa per mangiarmi una torre.
- Non è vero - appoggiai il viso sulla mano.
America alzò gli occhi al cielo - Non invidio per niente la tua futura ragazza, fai pure schifo a mentire -***
America sgranò gli occhi e mise una mano sul mio petto - Questa non me la ricordavo... -
- Ci credo - scoppiai a ridere - Sono passati sette anni e ad una certa età la memoria comincia a perdere colpi -
Mi guardò male e sollevò il lenzuolo per potersi sedere sulla mia pancia - Smettila di prendermi in giro, ragazzino -
- Altrimenti? - ghignai mettendo le mani sui suoi fianchi, già pronto per un secondo round mattutino.
Prima che potesse rispondere il suo telefono iniziò a suonare.
- Pronto? - sbuffò, mentre io abbassavo la testa e iniziavo a baciargli il collo, ottenendo un - Russia! - di rimprovero.
Quando mise giù sospirò - Grazie della bella storia, ma ora devo andare al lavoro - si alzò e si rivestì, per poi tornare da me e lasciarmi un dolce bacio a stampo - Vedi di fare il bravo. Ti amo, a stase... ra... - si bloccò con la mano sulla maniglia della porta e si girò, puro terrore sul suo viso.
Io deglutii sorpreso. America era più grande di me di dieci anni, era un uomo d'affari famoso e ricco, quindi avevo accettato di essere solo una cotta passeggera o un semplice partner sessuale con cui scaricare la tensione. E invece, avevo appena scoperto che per lui ero molto di più.
Sorrisi e mi alzai, avvolgendomi un lenzuolo intorno ai fianchi. Gli presi delicatamente il viso tra le mani e gli baciai la fronte - Ti amo anch'io, ma ora vai -
Sorrise anche lui rilassandosi - Va bene... ci vediamo stasera - mi intimò.
- Sissignore - feci il saluto militare, riuscendo a strappargli anche una risata.
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Countryhumans One-shot
Short Story[RICHIESTE CHIUSE] Cosa troverete nel libro: → REQUEST: one-shot chieste da voi UwU → PRIVATE: one-shot che nessuno ha chiesto ma che mi piacevano abbastanza da pubblicarle