Proposto da: Me200699999999999999
Ship: Italia x Germania
Rating: verde
Gender: boy x boy
Punto di vista: 3^ persona
Idea: per proteggere il nipote durante la guerra, Third Reich assume come guardia del corpo il figlio del suo alleato, Italia~~~
Germania si era sentito a disagio molte volte nella sua vita, ma mai come in quel momento.
Il suo era un carattere tranquillo, timido, spesso facilmente impressionabile, adatto insomma a passare il tempo chiuso nella sua camera a leggere, non di certo a stare seduto su un divanetto del salotto tra suo zio e un ragazzo che sembrava altrettanto serio e insensibile. Magari Germania sarebbe riuscito a farsi un'idea più precisa del suo carattere se avesse potuto vederlo in faccia, ma ogni volta che sbirciava nella sua direzione quel ragazzo guardava fisso davanti a sé, seduto tutto impettito, e non lo notava.
Dopo l'ennesimo tentativo andato a vuoto Germania decise di lasciar perdere e cercò di concentrarsi sull'infinito discorso infervorato che suo zio stava portano avanti da diversi minuti. Era un qualcosa che aveva a che fare con la sua scuola, ma ormai si era perso l'inizio e non riuscì a capire dove volesse andare a parare. Perciò, non appena ricevuto il permesso, se ne andò a dormire ignaro e quasi si dimenticò di quello strano incontro con il taciturno ragazzo.
Ma, il mattino dopo, mentre usciva di casa per andare a scuola, tutto ciò che era successo il giorno precedente cominciò ad avere un senso.
Infatti, fermo sul marciapiede davanti alla porta d'ingresso, c'era quel ragazzo e lo stava pure fissando. Germania si immobilizzò come un cerbiatto spaventato e spostò il peso da un piede all'altro per poi sussurrare un saluto e avviarsi lungo la strada.
Non fece in tempo a fare neanche tre passi che il ragazzo si mise al suo fianco, continuando a guardarlo, e Germania si sentì sull'orlo delle lacrime visto che non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Strinse tra le mani le spalline della sua sacchetta piena di libri e con voce flebile chiese - Ti serve qualcosa? -
Il ragazzo gli rivolse un'occhiataccia come se avesse fatto una domanda sciocca e rispose con tono quasi seccato - Non hai ascoltato quello che ha detto ieri tuo padre? -
- Non è mio padre, è mio zio. E se te l'ho chiesto evidentemente no... - brontolò piano, un pochino offeso da quella accusa (specialmente perché non aveva ascoltato per davvero).
L'altro ragazzo sospirò annoiato e si infilò le mani in tasca iniziando a spiegare - Mi chiamo Italia, anche se non credo ti importi. Non sono qua per fare amicizia. Tuo padre... ah no, giusto, tuo zio... mi ha assunto per tenerti d'occhio in caso ti succeda qualcosa. Quindi devo seguirti, fine della storia e non voglio sentire lamentele. Tu fai finta che io non esista -
- Assunto? Ma non hai la mia stessa età, scusa? -
- E allora? Tuo zio e mio padre sono amici, quindi sono una persona di cui si può fidare ciecamente -
- Va bene... -
Germania non ci mise molto a rendersi conto che la parte del "fai finta che io non esista" era impossibile da realizzare. Anche solo spiegare ai professori chi fosse quel ragazzo che, presa una sedia, si era piantato al suo fianco e lo seguiva perfino nei bagni era stato così difficile da cominciare a logorare i suoi poveri nervi, già tesi dalla mattina. Per non parlare del fatto che Italia continuava a sbagliare e si riferiva a Third Reich come se fosse suo padre e non suo zio.
Questo fatto lo stava stressando talmente tanto che mentre tornavano a casa piantò i piedi a terra e tirò una pacca sulla spalla della sua guardia del corpo.
Tutta la sua rabbia si sgonfiò come un palloncino quando Italia si girò verso di lui impassibile, come se avesse sentito a malapena il colpo, e si sostituì con un misto di rassegnazione e delusione.
Perciò, quando il ragazzo gli chiese cosa volesse, invece dell'ordine perentorio che si era preparato mentalmente da dire, dalla bocca gli uscì un debole e quasi piagnucoloso - Non è mio padre, è mio zio... -
Italia rimase in silenzio qualche secondo, poi chiese - Perché ci tieni così tanto a questa differenza? Tutti danno per scontato che tu sia suo figlio, non è più comodo dargli ragione? -
- Sì, sarebbe più comodo. Ma non voglio - rispose Germania, riprendendo a camminare con lo sguardo fisso sul marciapiede - Il mio papà era una brava persona, non voglio sostituirlo. E l'ultima cosa che avrebbe voluto è che io andassi a vivere con... lo zio... anche se erano fratelli non andavano molto d'accordo, ecco -
- Che cos'è successo a tuo padre? - mormorò Italia rimanendo al suo passo.
- Si è suicidato - disse subito Germania, voleva chiudere quel discorso il prima possibile - Lo zio lo stava costringendo a fare come voleva lui, ma a papà non piacevano le sue idee. Ha fatto l'unica cosa possibile per sfuggirgli, insomma. Vorrei avere il coraggio di farlo anch'io -
- Secondo me non è stata una cosa coraggiosa. Ti ha abbandonato. Se fosse stato ancora vivo avrebbe potuto proteggerti da tuo zio -
Dopo quel commento Germania guardò malissimo l'altro ragazzo, ma non ribatté. Si era appena reso conto che quei ragionamenti non erano sbagliati, anzi erano perfettamente sensati.
Stava per aprire bocca e dirglielo quando sentì uno strano botto, simile a quello dei fucili che si usavano durante le partite di caccia autunnali, e si ritrovò schiacciato contro l'asfalto da Italia. Cercò di tirarsi su confuso, ma una mano lo spinse di nuovo giù, facendogli sbattere la testa talmente forte che in pochi istanti perse conoscenza.***
Il botto sconosciuto era stato causato dallo sparo di una rivoltella.
Qualcuno aveva attentato alle loro vite.
Italia aveva spinto Germania a terra per evitare che venisse colpito dal proiettile, quindi aveva disarmato l'uomo che li aveva attaccati e lo aveva fatto arrestare da alcuni soldati che erano sopraggiunti in quel momento.
A quel punto, Germania era stato riportato a casa sua in braccio a due militari ed era stato chiuso in camera per lasciarlo riprendere dalla botta, dopo che un medico si era assicurato che non si fosse fatto male.
Tutto questo, il ragazzo lo aveva scoperto sentendo la sgridata che suo zio stava facendo a Italia al piano di sotto, a voce talmente tanta che riusciva a sentire chiaramente ogni parola seduto contro la porta della sua stanza, le ginocchia strette al petto e una bella fasciatura dove aveva sbattuto.
Certo, alla fine ne erano usciti entrambi illesi, ma Germania non poteva fare a meno di sentirsi in colpa, dato che era stato completamente inutile e aveva lasciato a Italia il compito di salvare entrambi.
Perciò, quando Italia bussò piano alla porta ed entrò nella camera per controllare se si era svegliato, Germania lo abbracciò fortissimo e subito esclamò - Mi dispiace! La prossima volta rimarrò sveglio e cercherò di aiutarti! -
L'altro ragazzo fece un verso sorpreso e anche un po' confuso prima di ricambiare la stretta - Cosa intendi? Il modo migliore per aiutarmi è startene lontano dai guai e fare il bravo -
- Ma! Hai dovuto fare tutto da solo! -
- È il mio lavoro, genio. Sembri tanto intelligente ma se non si parla di libri non sei tanto sveglio -
- Ma ehi! - esclamò offeso staccandosi per guardarlo male, ma subito si coprì la bocca con le mani preoccupato quando notò il livido sulla sua guancia - Ma cosa ti è successo? Non pensavo che ti avesse colpito quell'uomo... -
- Cosa? Questo? Oh no, mica me l'ha fatto quell'incapace - rispose subito Italia con una smorfia - Tuo zio mi ha tirato uno schiaffo prima -
- Perché?! Siamo entrambi vivi, è una vittoria! Cosa gli è preso?! Perché deve sempre fare così?! -
- Rilassati Ger, non stressarti troppo che ti viene un'altra crisi di nervi. Ha fatto bene a farlo, perché è lui il mio datore di lavoro e io non ho eseguito i suoi ordini. Mi aveva detto di uccidere chi provava ad attentare alla tua vita, invece ho lasciato andare quel tizio in prigione -
Il ragazzo sospirò e si sistemò gli occhiali sul naso per poi prendere Italia per le spalle e guardarlo dritto negli occhi - E sarei io quello scemo? Non puoi uccidere le persone senza un processo equo e in ogni caso la pena di morte non è più in vigore se non per leggere marziale dal... -
- Risparmiami la lezione di storia, ti prego. E lo sai com'è fatto tuo zio meglio di me, quindi non devo neanche stare qua a spiegarti perché voglia quelle persone morte piuttosto che incarcerate. Ha qualcosa che non va nella testa -
Germania sospirò ma annuì e accompagnò Italia per al proprio letto per farlo sedere - Senti, non so se ti senti anche tu in colpa per aver sbagliato o cose simili, ma... sono io quello che devi proteggere -
Italia si sporse verso di lui come se aspettasse qualcos'altro, poi vedendo che rimaneva in silenzio alzò le spalle confuso - E quindi? Cosa c'entra adesso questo? -
- Se è mia la vita che devi difendere allora sono io che decido le condizioni in cui farlo, no? Tecnicamente sono io il tuo datore di lavoro. Perciò - incrociò le braccia per darsi un'aria importante e alzò il viso orgoglioso - Io decido che da ora tu non dovrai uccidere nessuno. E smettila di sembrare tutto serio e cattivo, mi metti solo a disagio -
Italia cercò di trattenersi, ma scoppiò in poco a ridere e nascose il viso tra le mani - Va bene, va bene! Come sei pignolo. E devo ringraziarti, non ce la facevo più a fare la persona rispettabile, non fa per me. Che ne dici se ora ricominciamo da capo, boss? -
Germania sorrise e gli strinse una mano come a suggellare un patto - Molto volentieri. Domattina ti faccio trovare un contratto stampato che potrai firmare -
- Stai scherzando? -
- Ti sembra che io voglia scherzare quando parlo di contratti stampati? -
- Oh mamma mia... -[Lentamente (molto lentamente) sto andando avanti con le richieste :D]
STAI LEGGENDO
Countryhumans One-shot
Cerita Pendek[RICHIESTE CHIUSE] Cosa troverete nel libro: → REQUEST: one-shot chieste da voi UwU → PRIVATE: one-shot che nessuno ha chiesto ma che mi piacevano abbastanza da pubblicarle