Impero Giapponese x Italia Fascista - request

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Proposto da: Stratagemmahh
Ship: Impero Giapponese x Italia Fascista
Rating: rosso
Gender: boy x boy
Punto di vista: 1^ persona (Italia Fascista)
Idea: Italia Fascista e Impero Giapponese chiacchierano durante una serata di riposo

~~~

Chiusi silenziosamente la porta della cameretta alle mie spalle e scesi le scale, incontrando proprio Third mentre saliva nella sua stanza con dei documenti in mano e un'espressione così furiosa in volto che lasciai perdere fin da subito l'idea di salutarlo. A quanto pare quei fogli non contenevano buone notizie sulla guerra.
Arrivai in salotto e, dopo un attimo di esitazione, decisi di andare dall'ultimo membro della nostra squadra, sperando che almeno lui fosse dell'umore giusto per chiacchierare. Anche perché, per quanto venerassi il boss, Impero Giapponese era quello con cui si potevano fare le conversazioni più tranquille (le uniche cose che attiravano l'attenzione di Third erano: discorsi su razzismo o genocidi, lanciafiamme, musica classica tedesca e quadri).
- Ciao Fasci - sorrise - Sei finalmente riuscito a calmare i nostri figli? -
Annuii ridacchiando e mi misi accanto a lui sistemandomi la giacca della divisa - È stato un inferno, Giappone continuava ad arrampicarsi sulle tende e Italia correva in giro con una pentola in testa e un mattarello come fucile... - sospirai passandomi una mano sul viso e poi gli chiesi timidamente - Che leggi di bello? -
- Oh, questo è un libro di poesie sull'onore dei samurai in guerra - rispose subito osservando con amore le pagine - È molto antico... -
Rimasi in silenzio qualche secondo e poi chiesi ingenuamente - Vuoi seguire le loro orme anche in questo conflitto? Pensi che sia un buon modo per battere America? -
Impero si rabbuiò e sospirò - Non lo so... - si guardò velocemente intorno per assicurarsi che Third non fosse nei paraggi e aggiunse - Ormai... ormai non sono neanche sicuro che possiamo vincere... ma forse è solo una mia sensazione -
- Non dire così, puoi ancora avere la meglio! - esclamai cercando di tirargli su il morale e l'uomo ridacchiò mettendo giù il libro - Mi fido - sollevò appena la coperta per invitarmi e io subito mi ci infilai sotto sperando che non notasse le mie guance arrossate.
Rimanemmo lì per qualche altro minuto con, come unica compagnia, il ticchettio del vecchio orologio nell'angolo, poi mi venne in mente un'altra cosa da dirgli e girai la testa, ma mi bloccai trovandomi il suo viso a pochi centimetri dal mio: a quanto pareva aveva avuto la mia stessa idea. Ci fissammo per un infinito secondo prima che lui sussurrasse - I bambini dormono? -
- Sì... - risposi con il diario mozzato.
- E Third é nella sua stanza, vero? -
Di nuovo annuii e fu come se qualcosa scattasse tra di noi, una specie di brivido elettrico che mi portò a far scontrare le mie labbra con le sue, la coperta che ci si attorcigliava intorno mentre il bacio si faceva più passionale. Per qualche ora nessuno dei due pensò ancora alla guerra, anche perché dopo che mi ebbe tolto i pantaloni con un movimento lento ed esperto il mio cervello smise definitivamente di funzionare.

[Spero vi piaccia! Non è molto lunga, ma devo ammettere che mi piace la professionalità con cui l'ho scritta :D]

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