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Dopo super giù un'oretta arrivammo davanti un locale "andiamo a prenderci qualcosa da bere principessa" disse Alexander scendendo dall'auto "ok" scesi anche io ed entrammo nel locale. Dopo 3 o 4 o forse 6 shot di non so chè il ragazzo mi prese le mani e mi trascinò a ballare. Alla ventesima canzone esausta mi avvicinai al suo orecchio "possiamo tornare al campo? I miei piedi dicono stop" dissi ridendo "d'accordo principessa andiamo" tornammo nell'auto e ci incamminammo verso il campo.

Il ragazzo mi accompagnò fino alla porta della mia camera "ci si vede principessa" detto ciò se ne andò. Appena aprii la porta sul mio letto c'era seduto Kai che appena senti la porta aprirsi mi venne incontro "ma dove cazzo sei stata? E sei ubriaca? Dio santo" disse a pochi centimetri dal mio volto "io...io s-sono stata con u-un amico" lui rise in modo scocciato "amico. Si come no. Un amico chi? Alexander Lopez? Lui non ha amici usa solo la gente a suo piacimento. Ma forse sei troppo impegnata a guardare la sua bellezza per renderti conto di ciò che è" disse incazzato puntandomi il dito contro "ma che cazzo ti prende? Non puoi accusare così la gente e non ti permettere mai più a parlarmi così, come se fossi una bambina che ha bisogno della tua posizione. Io non ho bisogno di qualcuno che mi faccia da cane da guardia" urlai "sai che c'è Effy, vaffanculo. Ma ricordati quando lui ti spezzerà il cuore che io ti avevo avvertito" e uscì sbattendo la porta. Io mi buttai sul letto e iniziai a piangere dal nervosismo.

Aprii gli occhi e mi trovavo in una città ricoperta da sabbia, i palazzi intorno a me erano quasi tutti crollati e il sole era cocente. Iniziai a cercare un posto in cui ripararmi dai raggi solari. Mentre mi stavo avvicinando ad un palazzo ancora in piedi sentii provenire dei rumori simili a ringhi da una scala che portava alle ferrovie sotto la città. Un po' incerta mi presi di coraggio e scesi. Arrivata alla fermata sentii una voce femminile proveniente dagli altoparlanti "treno diretto all'ade in arrivo tra 10 minuti" questa voce aveva qualcosa di familiare, in effetti dopo nemmeno 10 minuti arrivò un treno da qui usciva una strana nebbia viola. "i passeggeri sono pregati di accomodarsi sul treno grazie" feci come la voce al di là degli altoparlanti aveva detto e salii sul treno. Appena il treno uscì fuori ad sottoterra guardai fuori dal finestrino ma l'unica cosa che riuscii a vedere fu il caos seguito dal nulla più totale. Ad un tratto il treno scese in picchiata verso un cratere nel terreno, tutto divento nero finchè non vidi tutto fuori ricoperto da fiamme e si udivano urla di terrore mischiata a quelle di dolore. Il treno si fermo davanti ad una cascata di magma "il treno è arrivato a destinazione, si prega la gentile clientela di scendere" scesi dal treno e davanti a me sbucarono da sotto la terra bruciata 3 cani, il cane al centro parlò "mi segua" disse con voce demoniaca incominciando a camminare insieme a gli altri 2 verso la cascata e io li seguii, arrivati lì davanti il magma si divise in 2 lasciando un varco al centro facendo vedere un portone enorme interamente di ossidiana che come maniglie aveva 2 teschi di capra. Entrammo e all'interno era tutto sui toni del nero e oro, una bellissima donna di capelli bianchissimi mi si avvicinò "o mio Dio. Elizabeth che sei fatta grande. Vieni qui fatti abbracciare" disse la donna abbracciandomi "m- mamma?" chiesi e la donna sorrise "si Elizabeth sono tua madre" mi staccai anche io dall'abbraccio "perché non ti sei mai fatta sentire? Io avevo bisogno di te" dissi piangendo "bambina mia non potevo o quel pazzo di tuo padre ti avrebbe rintracciato e io non potevo permetterglielo e poi tu non hai bisogno di nessuno. Sei una ragazza forte e coraggiosa non hai bisogno di nessuno" io la riabbracciai "ti voglio bene" lei mi baciò la testa "anche io". Sentimmo il rumore di una porta aprirsi e dei passi "bambina mia adesso devi andartene. Ricorda sta attenta di chi ti fidi" detto ciò mi soffiò di sopra una specie di polverina viola e io vidi tutto nero.

Aprii gli occhi, guardai l'orologio a sveglia e segnava le 3:33. Non avendo più sonno presi il giubbotto, l'album e uscii. Mi sedetti sulla scalinata della mia capanna e iniziai a disegnare. Di nuovo dopo un po' di giorni quella dannata sensazione di essere osservata mi guardai intorno ma niente così continuai a disegnare. Appena mi tornò il sonno tornai a letto e quasi subito mi addormentai.

Sentii qualcuno accarezzarmi i capelli "buongiorno stellina" sussurrò dolcemente Felix "no" dissi coprendomi la testa con la coperta "no? Stellina su alzati abbiamo gli allenamenti" disse Felix ridendo, io uscii la testa da sotto le coperte "per forza?" chiesi assonnata "si! Per forza" io sbuffai "ok. Ok mi alzo" svogliatamente mi alzai e mi andai a preparare.

la figlia delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora