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Inspirai ed espirai parecchie volte prima di trovare finalmente il coraggio di raccontare il mio passato di cui credevo nessuno ne fosse a conoscenza. "era il 10 febbraio del 2018 non che il mio tredicesimo compleanno... Fuori sembrava esserci una bella giornata soleggiata e si sentivano gli uccellini cinguettare. Io come credo la maggior parte dei bambini a quell'età ero super entusiasta e spruzzavo felicità da tutti i pori perché era quel giorno dell'anno. Il mio giorno. Tutta felice scesi dalla mia famiglia... Almeno credevo fossero la mia famiglia, ancora non ero al corrente di Ecate e Loki. Comunque stavo dicendo, appena scesi mi fermai dietro la porta della cucina, mamma e papà stavano litigando ma non capivo su cosa a causa delle urla. Poi riuscii a capire una frase...quella cazzo di frase: cazzo Melissa davvero non te ne rendi conto? Quella dannata bambina non è normale. Il male risiede dentro di lei. Non avremmo mai dovuto adottarla. Non avrei mai dovuto darti retta. Da quando c'è lei qua a casa, a lavoro, sta andando tutto a puttane. E la ragione è quella cazzo di bambina dai capelli bianchi. Fu questa la frase che urlò mio padre o così lo chiamavo a mia madre... Ma ciò che mi fece soffrire di più non è il fatto di essere adottata perché quello un po' nel profondo della mia piccola testolina lo avevo capito... No, la cosa che mi fece più male fu scoprire che le uniche persone che credevo credessero in me e mi volessero bene in realtà pensavano che fossi un mostro. Soprattutto da Giacomo, mio padre non me lo sarei mai aspettato... Come cazzo è possibile che prima fa il bravo padre che coccola sempre la figlia, le fa sempre regali, quando era triste le portava il gelato alla Cannella, l'unica cosa che riusciva a farle tornare il sorriso e da un momento all'altro non c'è più e se c'è ti evita come se avessi la peste, come se fossi feccia... Lì capii che ero sola, una cazzo di bambina di 13 dannatissimi anni che avrebbe probabilmente dato anche la vita per loro da sola, abbandonata e con il cuore in mille pezzi. Lì, in quel momento qualcosa dentro di me scattò come una molla... anzi più che altro come una bomba. Sentivo il mio corpo fremere dall'adrenalina, la prima cosa che feci fu proprio scaraventarmi su di lui. Su mio padre... In quel momento non capivo bene cosa stessi facendo ma di una cosa ero certa, che vedere mio padre supplicare per la propria vita mi faceva sentire bene, mi faceva sentire forte, mi faceva sentire inarrestabile... Lui piangeva e pregava per la sua vita, ed io di rimando gli ridevo in faccia e lo picchiavo più forte. Ad un tratto un irrefrenabile sete mi pervase... Li persi definitivamente l'umanità, stappando la carotide dal collo di mio padre e prosciugandolo completamente... Ma l'adrenalina, l'invincibilità, l'onnipotenza finiscono... Ed è lì capisci la grandissima stronzata che hai fatto, sopra il cadavere ormai prosciugato di tuo padre e ricoperta di sangue e con un sapore disgustoso di ruggine in bocca capisci che aveva ragione su di te. C'è qualcosa di incredibilmente oscuro dentro di te. E che ormai ciò che è fatto è fatto e non si può più ritornare indietro... Di quel giorno fortunatamente mia madre Melissa non ricordava niente. Anzi per essere corretti ha voluto dimenticare. Per lei papà ci ha abbandonate... Avvolte avrei voluto diglielo ma non ne ho avuto mai il coraggio. Mi dispiace per ciò che ho fatto. E capisco se adesso tu mi abbandonerai ma sentivo il bisogno di raccontarlo a qualcuno e quel qualcuno sei tu, perché sei la persona di cui più mi fido su questo dannatissimo mondo" finii di raccontare ormai in lacrime. Lui non disse niente, mi guardò intensamente negli occhi e mi baciò. Un bacio dolce, consolatorio e soprattutto pieno di amore.

la figlia delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora